Venosa, i cittadini hanno diritto di sapere cosa ne sarà dell’ospedale
L'Associazione "Venosa pensa" chiede convocazione di un consiglio comunale alla presenza dell'assessore regionale alla Sanità
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Abbiamo ascoltato in silenzio i rappresentanti istituzionali parlare della situazione dell’Ospedale di Venosa e lanciarsi reciproche accuse di sciacallaggio politico. Abbiamo ascoltato le istituzioni locali lamentarsi della mancanza di coinvolgimento da parte della Regione Basilicata nei processi decisionali e denunciare la poca chiarezza rispetto al futuro della struttura di Venosa.
Non abbiamo voluto in alcun modo alimentare la disputa politica tra le parti consapevoli del bisogno di unità e di collaborazione e per senso di responsabilità verso tutta la Regione.
Riteniamo però che, arrivati a questo punto, dopo settimane di sospensione della democrazia, sia necessario pretendere alcuni chiarimenti e mettere in campo un’azione politica in difesa del nostro territorio e di una realtà che ormai da decenni vive in una condizione di lento ed inesorabile smantellamento.
I problemi di quello che per noi è l’ex Ospedale di Venosa sono sicuramente molto vecchi e le responsabilità, per quanto accaduto al nostro nosocomio, sono diffuse ed equamente ripartite tra vecchi e nuovi amministratori regionali. Essendo da poco passata la Pasqua, potremmo dire ai politici regionali: “chi è senza peccato, scagli la prima pietra”. Ma non ci interessa trovare colpevoli e addossare colpe, in questo momento vogliamo che sia fatta chiarezza e che siano date risposte ai cittadini, ai lavoratori, ad una intera comunità che non è solo quella di Venosa.
Al di là di quelle che sono le valutazioni dei politici che si sono espressi in questi giorni, abbiamo provato a sentire la voce di chi nell’Ospedale di Venosa lavora. Gente che lamenta una situazione di assoluto disordine, di mancanza di chiarezza. I lavoratori che, anche attraverso le rappresentanze sindacali hanno avanzato una serie di dubbi e posto domande precise, meritano maggiore attenzione e coinvolgimento. Non è possibile continuare a far pendere una spada di Damocle sulla loro testa e pretendere che siano sereni.
Allo stesso modo i cittadini hanno diritto di sapere cosa ne sarà del presidio ospedaliero di Venosa durante e, soprattutto, dopo questa crisi.
Risposte che non possono essere certo date a mezzo stampa ma che devono essere impegni precisi assunti possibilmente con documenti ufficiali. La comunità di Venosa e di tutto l’Alto Bradano merita maggiore attenzione e rispetto da parte delle istituzioni regionali e la politica deve mostrarsi responsabile.
Dato che questa emergenza sanitaria non ha abolito ancora la democrazia nel nostro Paese e che gli organi in cui si esercita il potere del popolo sono ancora attivi, chiediamo che venga convocato immediatamente un consiglio comunale e che venga invitato l’Assessore competente – dott. Leone – a riferire su quanto sta accadendo al nostro Ospedale e soprattutto sulle prospettive future. Gli strumenti informatici e le cautele del caso potranno garantire lo svolgimento del consiglio comunale in massima sicurezza e senza arrecare danno a nessuno.
Nel nostro Paese si parla tanto di Fase 2, cerchiamo di far partire questa Fase 2 restituendo il giusto spazio alla democrazia magari proprio partendo dalle realtà comunali.
Associazione “Venosa Pensa”