Basilicata. Dirigente della Lega subisce “velate minacce”

Il responsabile Giovani del partito di Salvini sarebbe stato preso di mira da un pregiudicato per reati di mafia

Ecco cosa scrive il ministero dell’Interno in data 14 dicembre 1993 nella relazione con cui motiva le ragioni dello scioglimento del Comune di Montalbano Jonico per infiltrazioni mafiose:

(…) Invero, dal prefetto di Matera, con relazioni in data 15  novembre e  1  dicembre  1993,  è  stata  evidenziata, anche sulla base degli accertamenti  svolti  dalla  commissione  incaricata  di   effettuare l’accesso presso il comune di Montalbano Jonico, la sussistenza di un consolidato  sistema  di penetrazione della criminalità organizzata, ad opera del noto pregiudicato  Pietro  Camardi,  affiliato  al  clan Scarcia,  recentemente  arrestato  insieme  ad altri pregiudicati per associazione a delinquere di stampo mafioso.(…) Da  accertamenti  effettuati  dai  competenti  organi  è  emerso, infatti,  che  il  citato  Camardi  si è reso autore di attentati ai danni di due sindaci pro-tempore e di un  assessore  per  piegare,  a proprio  interesse  diretto  od  indiretto,  scelte organizzative del comune,  relative  all’assunzione  di  un  invalido  civile  ed  alla gestione diretta delle manifestazioni teatrali.

Pietro Camardi, attualmente libero allevatore, sembra aver preso di mira il dirigente della Lega e attuale responsabile regionale giovani, Gabriele Propati. L’esponente leghista pare sia vittima di una forma di stalking telefonico da parte di Camardi. Dalle chat di WhatsApp in nostro possesso l’ex esponente del clan Scarcia sembra rivendicare (o millantare) favori che avrebbe concesso in passato all’esponente della Lega.

Non spetta a noi decifrare né valutare il contenuto delle chat. Tuttavia, a quanto sembra, nelle settimane scorse Pietro Camardi ha chiesto insistentemente a Propati l’iscrizione alla Lega, senza ottenere da questi risposte affermative.

Contattato telefonicamente dalla nostra redazione Grabriele Propati ha ammesso di aver ricevuto qualche telefonata da Camardi con “velate minacce”. Alla domanda “ma che cosa vuole da lei questo Camardi?” Propati risponde serafico: chiedetelo a lui.

L’esponente leghista ha poi dichiarato che “sì è vero che Camardi gli ha chiesto l’iscrizione alla Lega ma dovrà essere il partito a decidere anche se – aggiunge – “ho qualche dubbio che questo accada per causa dei precedenti e del profilo dell’uomo”. Ha anche ribadito più volte di non avere avuto mai a che fare con quell’uomo e di avere informalmente chiesto ai carabinieri di tenerlo lontano.

Alla domanda se ne abbia parlato con il suo compagno di partito Pasquale Pepe, vice presidente della Commissione Antimafia, Propati risponde: “non ho dato peso alla cosa, è vero che qualche volta mi ha infastidito (Camardi), ma non mi ha fatto perdere il sonno.”

Intanto, sarebbe il caso che il coordinatore regionale dei Giovani leghisti lucani riferisca formalmente, alle autorità competenti, le circostanze. Cosa che, ci è parso di aver capito, farà nei prossimi giorni. Non è concepibile che un esponente politico subisca “minacce” o pressioni da una persona con precedenti penali di un certo spessore. Ci aspettiamo, dunque, che Propati a breve esponga i fatti all’autorità competente con formale denuncia.

Gabriele Propati