Basilicata, sanità: Fanno quello che gli pare. La legge è un optional

Ennesimo caso di violazione delle regole. La nomina del direttore di Endocrinologia all’ospedale San Carlo

Ospedale San Carlo di Potenza. Fanno la selezione per direttore di Endocrinologia, dopo quasi due anni annullano tutto e nominano un facente funzione in attesa di un nuovo avviso. È normale? E chi ha svolto il ruolo di direttore f.f. di Endocrinologia nel frattempo ? E in attesa di cosa?

Procediamo con ordine. Il direttore di Endocrinologia va in pensione e la vecchia direzione aziendale, nella persona di Rocco Maglietta bandisce il concorso interno per titoli. Entro i termini stabiliti dall’avviso – 15 novembre 2018 – arrivano due candidature. Gira e rigira arriviamo a maggio 2020. Con la delibera n. 503 del 18 maggio 2020, e relativa nota, la direzione attuale dell’ospedale decide che “a causa di svariati motivi, non dipendenti dall’attuale Direzione Strategica, l’avviso in parola non è stato espletato e, solo in data 17.12.2019, il Direttore Medico di Presidio F.F. ha trasmesso alla Direzione Sanitaria Aziendale le suddette domande di partecipazione, unitamente ad una serie di diffide stragiudiziali da parte dell’avvocato in nome e per conto di uno dei candidati”. Svariati motivi?

E dunque non se ne fa niente. Si revoca l’avviso e si affidano le funzioni ad interim al dottor Domenico Sannicandro, Direttore del Dipartimento internistico cui afferisce la U.O.C. di Malattie endocrine e del metabolismo. Mah! In breve il ragionamento formale è il seguente: “ragazzi qui c’è anche un avvocato di mezzo, sapete che c’è? Non se ne fa niente, nominiamo ad interim Sannicandro e poi si fa nuovo avviso pubblico, per titoli e colloquio, per il conferimento di incarico quinquennale di Direzione di Struttura complessa”. Sannicandro sarà anche un bravo capo dipartimento, ma siamo certi che di endocrinologia sia un esperto? E poi se deve fare il capo dipartimento come trova il tempo di dirigere il servizio di endocrinologia?

Insomma, il direttore generale Barresi ha una struttura senza direttore e non se ne rende conto. Lascia il medico, che a suo tempo ha partecipato alla selezione e che avrebbe titolo per assumere le funzioni, in un limbo. Perché? Forse quel medico non è di suo gradimento? Ma possibile che la legge per questi signori sia un optional da cancellare all’occorrenza? Possibile che nessuno gli spieghi a questi dirigenti che dietro le norme c’è una ratio, c’è magari il rispetto di principi costituzionali, il principio di uguaglianza, il diritto al lavoro, il diritto dell’utenza ad ottenere prestazioni da soggetti qualificati?

Nella delibera del pasticcio, si cita il comma 8 (anche se c’è scritto erroneamente 7) dell’art. 22 del Contratto Collettivo di Lavoro area Sanità: Le Aziende o Enti, ove non possano fare ricorso alle sostituzioni di cui ai commi precedenti, possono affidare la struttura temporaneamente priva di titolare ad altro dirigente con corrispondente incarico

Non è necessario essere giuristi per comprendere che l’art. 22 comma 8 si applica quando non hai avuto possibilità di esperire le selezioni. In questo caso, l’avviso pubblico esisteva e la selezione bastava farla.  Insomma, c’è un ordine nella norma che lor signori ignorano pescando i commi come più gli aggrada.

Che dire, come al solito si gira la frittata senza che ci sia qualcuno a controllare che l’uovo non sia scaduto. Ripetiamo la domanda: chi ha svolto il ruolo di direttore f.f. di Endocrinologia nel frattempo? E in attesa di cosa?