Centrale del Frido: a rischio il paesaggio delle Gole e del Romitorio del Beato Giovanni da Caramola

Nel versante lucano del Parco del Pollino, uno dei luoghi più spettacolari dal punto di vista paesaggistico è diventato da qualche anno il Romitorio del Beato Giovanni da Caramola nella località Rimiti ( https://associazionexerospotamos.wordpress.com/eremo-del-beato-giovanni/ ); i ruderi sono stati restaurati e nei pressi è stato realizzato dal Comune di Chiaromonte un Belvedere di eccezionale valore per lo scenario che vi si può ammirare, un mix di paesaggio, ambiente e biodiversità intatti, ormai difficile da trovare nelle nostre regioni.

Belvedere del Romitorio (Fiume Frido) e sito dove sorgerà la centrale
Belvedere del Romitorio

Ebbene, non solo questo scenario sarà attraversato dal percorso della condotta forzata, ma addirittura la centrale idroelettrica dovrà sorgere proprio al di là del Frido, cinquanta metri di fronte al Belvedere del Romitorio!

Qui, sulla base della relazione progettuale, calerà una colata di cemento rappresentata dall’edificio della centrale  (un edificio in cemento armato di dimensioni pari a 14,9m x 11 m ed una altezza di 6,23 mt), sfregiando così un luogo naturalistico di eccezionale valore ambientale, se pensiamo solo all’ambiente wilderness delle Gole. Un sito che ancora si può salvare, visto che i lavori del 2017 hanno interessato per un chilometro  il tratto del Frido più a monte, che corre tra Falascoso e il paese di San Severino Lucano.

Belvedere del Romitorio (Fiume Frido) e sito dove sorgerà la centrale
Sito individuato per la centrale

Per il suo valore paesaggistico-ambientale, storico, archeologico e religioso quest’area dovrebbe essere tutelata al massimo grado, anche per il valore che potrà avere come attrattiva turistica, se opportunamente pubblicizzata.

Inoltre cosa succederà al “Sentiero esistente” alla “Strada interpoderale” di cui si parla nella relazione, soprattutto tenendo conto del fatto che il primo corre a mezza costa delle spettacolari Gole del Frido da Ballarano in poi, e la seconda scende di quota fino al sito della centrale attraversando la splendida area intatta del Codicino? Anche lì vedremo sbancamenti di tipo autostradale che sfregeranno irrimediabilmente il prezioso paesaggio integro e selvaggio dell’area? Non dimentichiamo che a quota 650 m va realizzata la vasca di carico di 27×15 m e 6 di profondità, proprio al centro dell’area, sul margine delle Gole del Frido.

Sembrano ironiche le righe evidenziate nella Relazione progettuale, in cui si dice testualmente che tra gli obiettivi del progetto ci sono anche:

l’affermazione della valutazione d’impatto ambientale come metodo… a garanzia dell’ambiente e della salute (si è visto come è stato trattato l’ambiente fluviale in Zona 1 dove erano iniziati i lavori, bloccati nel 2017);

la partecipazione attiva dei cittadini nel processo decisionale; (e chi ha mai saputo niente riguardo l’inizio dei lavori, basta chiedere ai cittadini proprietari delle aree limitrofe al tracciato, che si sono visti tagliare e ruspare alberi e terre senza neanche essere avvertiti);

 la trasparenza delle procedure (nel 2017 l’impresa aveva iniziato il tutto, devastazioni comprese, senza neanche aver perfezionato le procedure di esproprio);

Per concludere, la realizzazione della centrale del Frido sarà un disastro anche e soprattutto per l’area delle Gole e del Romitorio del Beato Giovanni da Caramola, ricadente nel comune di Chiaromonte. Non servono tante parole, basta osservare le foto dei siti ancora integri  elaborate da Giorgio Braschi per rendersi conto della follia di questo progetto. Altro che centrale idroelettrica, le Gole basse del Frido  meriterebbero di essere inserite in un’Area Wilderness ufficialmente istituita dai comuni interessati. I sindaci, l’Ente Parco e i vertici regionali sono sempre in tempo per bloccare questo scempio irrimediabile per l’ambiente e il turismo del Parco; che si ascoltino le richieste della società civile, di cittadini e associazioni e non la voce interessata di pochi speculatori, il cui interesse è solo il profitto e non il bene comune.

Saverio De Marco, presidente Gruppo Lupi San Severino Lucano, Delegato regionale AIW (Associazione Italiana Wilderness), Guida Ambientale Escursionistica