Desertificazione, il 55% del territorio lucano a rischio

Il direttore della Cia-Agricoltori, Di Stefano, commenta il dato fornito dal Cnr

In Basilicata le aree in cui, a causa dei cambiamenti climatici e di pratiche agronomiche forzate, il rischio desertificazione è alto e riguarda ben il 55 per cento dell’intero territorio. Il dato di fonte Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) fa parte di un nuovo allarme lanciato dall’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi). Ne dà notizia il vicepresidente nazionale Anbi e direttore regionale della Cia-Agricoltori Donato Destefano aggiungendo che da tempo Anbi e Cia sono concentrati sulle problematiche relative ai cambiamenti climatici e quindi ai rischi conseguenti fra cui la desertificazione e il dissesto idrogeologico.

La desertificazione, causata da condizioni climatiche ma anche antropiche, rappresenta l’ultimo stadio di degrado del suolo con conseguente perdita di produttività biologica e geologica, nonché annullamento dei servizi ecosistemici forniti dal terreno, causandone alterazioni difficilmente reversibili, che comportano l’impossibilità di gestire economicamente attività di agricoltura, silvicoltura e zootecnia.

Distefano evidenzia che in un solo decennio la superficie agricola investita nella nostra regione è diminuita di 64.611 ettari, pari al 12% in meno. Come Cia –afferma – ribadiamo che il suolo va difeso e fertilizzato naturalmente, un suolo fertile mantiene l’acqua e l’agricoltore custode impegnato nella tutela della biosfera e della biodiversità è il primo a farsi carico di questa esigenza senza la quale è impensabile di nutrire il pianeta. A questo operare è di essenziale supporto la ricerca. Il nostro ruolo come organizzazioni agricole è proprio questo: stimolare e contribuire alla ricerca e trasferire innovazioni e conoscenze alla imprese agricole. Tuttavia questo è possibile se accanto alla sostenibilità ambientale che è il primo impegno dell’agricoltura mondiale si pone la questione della sostenibilità economica dell’impresa agricola. Senza la quale l’agricoltura non ha futuro”.

“Si deve porre un freno ad un uso dissennato e confuso del suolo agrario soprattutto – evidenzia ancora Distefano – determinato dalle azioni non programmate delle opere di urbanizzazione, in particolare per centri commerciali e capannoni industriali. Occorre arrestare questo fenomeno con una gestione accorta degli insediamenti, recuperando una enorme cubatura abitativa, industriale e per servizi da tempo inutilizzata. C’è l’esigenza di più agricoltura e di accrescere la sua funzione.

Come Confederazione degli Agricoltori – continua – abbiamo fornito alcune proposte che sono i contratti di fiume e di paesaggio e la bonifica montana con apporto degli Agricoltori sentinelle del territorio tramite pratiche agronomiche appropriate e la costante manutenzione del territorio.

In tutto il Sud la stagione irrigua in corso prosegue senza certezze verso i mesi più caldi come segnaliamo da settimane nel Metapontino; qui e in tutte le altre aree agricole, accanto ad un aumento della capacità d’invaso, è necessario investire nell’efficientamento delle reti idriche, promuovendo anche l’utilizzo di risorse idriche complementari come le acque reflue. Oltre ad un piano invasi sopratutto nelle Regioni del Sud che prevede la messa in sicurezza e efficientamento di quelli esistenti ed una rete di oltre 1000 di invasi minori con funzioni di accumulo oltre che compensazioni e laminazioni. Ancora, proponiamo di efficientare le reti di adduzione, completare la conturizzazione per razionalizzare l’uso dell’acqua e su tutto questo innestare un mirato e moderno piano per la produzione di energia idroelettrica per abbattere costi dei servizi irrigui. È altresì necessario che i Consorzi di bonifica e irrigazione possano espletare ovunque la loro funzione nel rispetto dei principi di autogoverno e sussidiarietà, oggi impediti da alcuni commissariamenti senza fine, segno di una mal interpretata funzione della politica, che rallenta qualsiasi ipotesi di rilancio operativo nel segno dell’efficienza.