Fase 2, Udicon: “In Val d’Agri non abbassare la guardia”

Per il presidente dell'Unione per la Difesa dei consumatori Basilicata occorre fare tamponi anche sugli asintomatici

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È necessario non abbassare la guardia con l’avvio della cosidetta Fase2 di contrasto alla pandemia da Covid-19 e garantire sicurezza sanitaria in regione, soprattutto nelle aree maggiormente colpite come la Val d’Agri.

Innanzitutto occorre agire con senso di responsabilità in un momento delicato quale quello dell’avvio della Fase2 e  sottoporre a controlli e tampone  tutti gli operatori delle strutture sanitarie locali, soprattutto in un’area, la Val d’Agri, che ha già contato cinque morti, una sessantina di contagi e che ha avuto zone rosse fino a fine aprile”.

Occorre agire di testa e non di istinto, facendo celermente i tamponi anche sugli asintomatici che lavorano presso le strutture della Asp e su tutti quelli che operano in trincea perché da loro potrebbe partire un nuovo focolaio, essendo proprio gli asintomatici il maggior veicolo di contagio”.

Proprio sull’Ospedale di Villa d’Agri, va sottolineato il malcontento delle popolazioni dell’area che si sentono beffate dalla politica regionale che, invece di potenziare la struttura ha consentito che ci fosse una riduzione ed uno smantellamento di presidi importanti. Va ricordato che al momento insiste solo un presidio di pronto soccorso e che da tempo manca invece il punto nascita che è di vitale importanza per le gestanti dell’area costrette oggi a recarsi a Potenza tra mille difficoltà e soprattutto, in questo momento, tra ingenti preoccupazioni per l’emergenza Covid. 

Quanto all’avvio della fase di convivenza sociale con il virus, sarebbe stato forse più opportuno rimandare di almeno altre due settimane l’avvio di alcune attività per evitare l’insorgere di ulteriori problemi sanitari. Di contro, c’è da pensare invece all’aspetto economico di attività e di specifiche categorie di lavoratori. Si pensi, ad esempio ad ambulanti, commercianti, artigiani, titolari di paninoteche mobili, ai lavoratori dello spettacolo e a chi gestisce attività estive che, non avendo certezze sul futuro, continuano a rimanere in standby. Una situazione delicata perché con i 600 euro dello Stato, questi lavoratori non riescono certamente a fronteggiare la crisi scatenata dal Covid-19, vivendo di stagionalità e di incasso giornaliero che inevitabilmente è venuto e verrà a mancare. È proprio su questi lavoratori che la Regione Basilicata deve far sentire la propria voce, cercando ulteriori garanzie e realizzando un piano concreto per la ripartenza di tutte le attività in osservanza delle regole per la tutela della salute pubblica.

Severino Notarfrancesco, presidente Udicon- Unione per la Difesa dei consumatori Basilicata

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