Ospedale di Venosa, “la comunità attende riapertura delle attività”

Il segretario della Uil Basilicata chiede che siano ripristinati i servizi

Dopo il paventato coinvolgimento in attività di Covid 19 bisogna passare al ripristino tempestivo e concreto delle funzioni ben svolte dal presidio venosino. L’assetto consolidato nel tempo dei servizi ospedalieri di Venosa ed il complesso dei servizi ospedalieri dell’area del Vulture, non può e non deve essere assoggettato a continue revisioni. Venosa, al pari di Pescopagano, Lagonegro e Policoro, è un presidio ospedaliero a cavallo tra due regioni. Questi ospedali sono indispensabile, tra l’altro, per attrarre mobilità sanitaria attiva.

Ampie e motivate sono state nei giorni scorsi le prese di posizione dei decisori politici regionali in tal senso. In primo luogo quelle autorevoli dell’Assessore regionale Leone, confermate dalla task force regionale, ribadite con le Amministrazioni locali. Si è affermato il ripristino delle “ funzioni abituali “ del Presidio, prevedendone anche “un potenziamento nell’ambito del nuovo Piano sanitario”.

La Uil ora rivendica che si passi ai fatti “qui ed ora”. Dopo i pronunciamenti dei responsabili istituzionali si annulli la sospensiva delle attività del Presidio di Venosa. Siamo dopo il 4 maggio ormai alla fase 2 dell’ emergenza da Covid 19.

Peraltro in Basilicata il profilo attenuato del contagio e la prevista ampia destinazione per i pazienti da Covid degli ospedali donati dal Qatar favoriscono una accelerazione della ripresa operativa del nosocomio di Venosa.

Occorre con immediatezza ridestare quella domanda di servizi sanitari ben offerti dall’ospedale di Venosa,senza prolungare distonie o incertezze che si ribaltano sulle aspettative di sicurezza delle popolazioni e dei territori di riferimento.

Bisogna presto ripristinare la presa in carico di pazienti cronici cardiopatici, geriatrici, con demenza, reumatologici, neurologici, pneumologici, epilettici, epatologici, nefropatici, diabetici, con glaucoma, etc.. Sono persone che richiedono monitoraggio continuo del loro stato di salute e delle loro terapie per garantire il mantenimento dell’equilibrio curativo.

La Uil ora chiede coraggio e determinazione. Occorre univocità e sequela di azioni solerti e veloci, convocando alla decisione tutti gli attori per l’avvio certo di un cronoprogramma collegato all’obiettivo della riapertura.

Il Dipartimento regionale insieme con la dirigenza aziendale e di Presidio prendano decisioni energiche e circostanziate per una riaccensione di tutti i servizi ,inclusi quelli di tipo ambulatoriale , connaturati ad attività di reparto ospedaliero o dipartimentale, come la sfera dei servizi di oculistica.

Si ripristinino, senza ulteriori attese, le attività di degenza dell’UOC Ce.I.M.I. (Lungodegenza post-acuzie e Nucleo Alzheimer) e della UOC di Medicina fisica e riabilitativa con le relative annesse attività ambulatoriali nelle diverse importanti discipline. Si consolidi la permanenza del Servizio Dialisi e la continuità della postazione del 118.

Un quadro di riferimento certo che potrà consentire una rinnovata piena disponibilità degli operatori a rilanciare le attività del Presidio di Venosa, avvertite come rilevanti per il proprio impegno etico professionale e contrattuale. Ed anche per ritessere quel filo essenziale che lega l’ospedale alla sua comunità ed al complesso della rete sanitaria regionale.

Vincenzo Tortorelli, segretario generale Uil Basilicata