Potenza, ospedale San Carlo. Cancro al seno: reparto chiuso e donne in balìa del tempo

La Senologia ferma per l’emergenza Covid mentre altri reparti ripristinati con la fase due. L’Associazione Vivere Donna: “un tumore è meno importante?”

Come si fa a dire a una donna con il cancro al seno che deve aspettare a data da destinarsi per operarsi? E come si può dire a una donna che ha subìto la mastectomia stai senza seno perché non si sa quando potranno ricostruirtelo?

Sono queste le domande a cui cerca risposte Carmen Paradiso, presidente dell’Associazione Vivere Donna Onlus che tutela le pazienti con tumore al seno in Basilicata.

Domande che la presidente dell’associazione ha girato alla direzione dell’Azienda ospedaliera San Carlo, inviando una pec lo scorso 28 aprile. “Ad oggi, 22 maggio, non ho ricevuto alcuna risposta”. Le pazienti sono state lasciate in balìa della sorte.

“Ci auguriamo- spiega Paradiso- che una risposta voglia fornircela l’assessore regionale alla Sanità, Leone, al quale pure ho scritto, una mail più arrabbiata, e che ci ha convocate per un incontro lunedì prossimo 25 maggio alle 12.”

Il reparto di Chirurgia senologica in questi mesi è stato messo a dura prova dall’emergenza Covid-19 come si può immaginare. È stato praticamente chiuso, accorpato alla Chirurgia generale, questo ha comportato un ridimensionamento delle sedute operatorie e numerosi disagi. “Però -sottolinea Carmen- fino alla fase 2 siamo state in silenzio, grazie anche alla vicinanza dei medici che sono stati costantemente presenti e pronti a raccogliere ogni richiesta di aiuto da parte delle pazienti in merito a diagnosi ed esami. Non si sono risparmiati ad interloquire con noi. L’associazione ha fatto da tramite per le pazienti che ci hanno contattato continuamente, perché purtroppo chi ha un tumore in follow up non ne vuole sapere dei disagi del Covid, vuole delle risposte”.

A fase 2 inoltrata e con la Basilicata a zero contagi, la Senologia dell’ospedale San Carlo di Potenza continua ad essere chiusa mentre altri reparti riaprono.

“Ora quindi pretendiamo delle risposte. E pretendiamo delle risposte anche in merito ad una cosa, a nostro avviso gravissima che sta accadendo in senologia. L’accorpamento del reparto al Gruppo operatorio centrale comporta rischi di infezione: chi è stato sottoposto a mastectomia con impianto di espansore o protesi non può stare nella stessa stanza con chi è stato operato per tumore al colon e che ha la sacca per le feci. L’infermiere che gestisce quella paziente poi va a gestire l’altra paziente. Non possiamo tenere chiuso un reparto e lasciare le pazienti a convivere con il rischio, altissimo di infezioni. E mi prendo tutta la responsabilità di quello che dico perché la questione è stata sollevata anche dai medici della chirurgia senologica, che insieme ai chirurghi plastici hanno scritto una lettera alla direzione generale lamentando proprio questo grave rischio.

Il secondo dato non meno importante è il tempo. “C’è una lista d’attesa infinita. Tante pazienti mi stanno contattando e mi dicono “io ho un tumore, mi dicono che forse mi posso operare da qua a fine giugno. A questo punto me ne vado fuori, non posso aspettare”. Come si fa a chiedere a queste donne di non preoccuparsi e avere pazienza?

E come si fa a non considerare che i medici lavorano in condizioni critiche perché comunque ci sono le prestazioni ambulatoriali urgenti, i controlli post intervento. I medici stanno facendo turni massacranti, stanno facendo di tutto.  Ma tutte le chirurgie operano nella stessa sala, quindi devono rispettare i tempi che si ripercuotono sulle liste d’attesa.

Ma c’è un’altra domanda che meriterebbe una risposta: perché il reparto di Otorino è tornato alla normalità e la Senologia no? Si chiede la presidente di Vivere Donna.

Perché secondo lei?

Il lavoro che viene fatto è encomiabile, ma evidentemente qualcuno lo vuole distruggere. Questo è il tarlo che mi frulla per la testa. Altrimenti perché non riaprire, ora che i contagi sono a zero?

C’è poi un altro aspetto che andrebbe chiarito e che non è meno grave. “Anche di questo mi assumo la responsabilità totale- assicura la presidente di Vivere Donna- Noi dell’associazione ci siamo fatte un giro all’insaputa di tutti nel reparto di senologia. E abbiamo scoperto, parlando con le donne presenti in sala d’attesa, che il reparto, chiuso per covid, fa i pre-ricoveri per la ginecologia. Perché lì c’è la Pma -Procreazione medicalmente assistita. Un tumore è meno importante?

Non possiamo tenere chiuso un reparto e lasciare le pazienti a convivere con il rischio altissimo di infezioni e con il rischio che il tempo peggiori il loro quadro clinico. Abbiamo temporeggiato, anche per non destabilizzare le pazienti ma ora vogliamo risposte. Ma rendere pubblico tutto ciò è l’unico modo che abbiamo per sperare che qualcuno risponda. Il Covi non è più importante del tumore”.

Intanto, le donne calabresi a campane che venivano a farsi curare alla Senologia di Potenza sono costrette a rivolgersi altrove e anche le donne lucane. Doppio danno alla Sanità regionale.

Morale della favola. Rischi per la salute delle donne, disservizi, perdite economiche per la sanità lucana, figli a figliastri nell’apertura dei reparti.