Cava sul monte Crugname a Melfi, Regione annulli in autotutela parere positivo

Lo chiedono le associazioni Liberiamo la Basilicata, Italia Nostra Sez Vulture Melfese, EHPA Salute Ambiente Basilicata, Comitato Cittadini contro la realizzazione della Cava di Monte Crugname

Con la presente le Associazioni Liberiamo La Basilicata, Italia Nostra ed EHPA Basilicata, il Comitato di Cittadini contro la realizzazione della Cava Monte Crugname in agro del Comune di Melfi e, con la condivisione a mezzo Interrogazione al Ministro dell’Ambiente, degli Uffici della Commissione Ecomafie XVIII legislatura a firma del Senatore Arnaldo Lomuti, nel preannunciare ricorso al Capo dello Stato contro l’Autorizzazione in oggetto e relativa richiesta di annullamento in autotutela da inoltrare al Governatore Vito Bardi della Regione Basilicata comunicano quanto segue:

I Cittadini del Vulture Melfese e della Basilicata non hanno ricevuto alcuna informazione sulla procedura sebbene la stessa riguardi una delle aree più belle d’Italia e del mondo ovvero il Parco del Vulture Melfese e la prospiciente Valle dell’Ofanto. Pertanto nel ribadire con forza la netta contrarietà alla realizzazione di un sito caveoso, che produrrebbe polveri sottili PM 10 e PM 2.5 che si depositerebbero in un area protetta, in una zona con la presenza di avifauna migratoria di specie protetta, nell’Unica area in Europa dove ancora insiste la farfalla Bramhea, nel bacino idrografico di acque minerali più importante di tutto il Sud Italia, quello di Monticchio è un’opera che non si deve fare e che non si farà perché contraria alle leggi ed al buon senso.

Quanto è accaduto in piena pandemia e con tutte le attività chiuse da DPCM della Presidenza del Consiglio dei Ministri to della determina N. 23AB.2020/D.00390 del 27/4/2020 adottata dal Dipartimento Ambiente ed Energia, Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata, a mezzo della quale si è dato parere positivo di V.I.A. alla realizzazione di una Cava di quarzareniti sul monte Crugname in agro del Comune di Melfi rappresenta il contrario del senso stesso della democrazia.

Infatti nel ricapitolare le operazioni burocratiche effettuate dai preposti uffici della Regione Basilicata tutte concentrate all’interno del Palazzo dal Dipartimento Ambientale, Territorio, Infrastrutture, Opere pubbliche e Trasporti (Ufficio Compatibilità Ambientale), al Dipartimento Presidenza (Ufficio Geologico), al Dipartimento Politiche Agricole e Forestali, al Sindaco di Melfi, alla Provincia di Potenza (Ufficio Ambiente), alla Autorità di Bacino della Puglia, alla Soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata, ci si rende immediatamente conto che non è stato dato spazio né ai cittadini che hanno più volte inoltrato pec ai preposti indirizzi senza aver ricevuto riscontro alcuno; fatto gravissimo ed intollerabile e soprattutto illegale in quanto si è violato la prevista informazione pubblica ai sensi della Convenzione di Aarhus di Copenaghen sull’accesso alle informazioni, la partecipazione dei cittadini e l’accesso alla giustizia in materia ambientale”, firmata nella cittadina di Aarhus, in Danimarca, nel 1998 ed entrata in vigore ratificata con la legge n. 108 del 16 marzo 2001; ma udite udite si è addirittura disatteso il confronto con il preposto Parco Naturale Regionale del Vulture una autentica follia Istituzionale.

C’è chi vorrebbe far passare la cava con un piccolo puntino invisibile su un ampio territorio che ben si confonde con i boschi, le foreste, i laghi, i tratturi regi e le sorgenti. In realtà stiamo parlando di un sito caveoso adibito a coltivazione mineraria di cava, di litotipi quarzarenitici, per un volume totale abbattuto di 4.334.782 m3, ed una superficie di cava pari a 228.403 m2, con autorizzazione allo scavo ed all’estrazione di ben 21 anni. L’area in cui è stata individuata ubicazione della Cava è dati alla mano, compresa nell’area contigua al Parco e conseguentemente soggetta a tutela Ambientale e Paesaggistica, ai sensi del Testo Unico sull’Ambiente ex “legge Galasso”: ai sensi infatti della lettera f) del 1° comma dell’art. 1 della legge n. 431/1985 <<sono sottoposti a vincolo paesaggistico ai sensi della L. 29 giugno 1939, n. 1497: …. f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi>>.

L’area in questione invece possiede un patrimonio paesaggistico, naturalistico, storico-culturale ed archeologico di immenso valore per la comunità del Vulture e intera collettività da tutelare, preservare e valorizzare – è un corridoio ecologico funzionale distante soltanto 2.5 km dal sito comunitario, ZSC e ZPS Monte Vulture candidato oltrettutto al programma UNESCO Man and Biosphere, rientra nell’area contigua del Parco Regionale del Vulture, istituito per recepire i principi costituzionali di tutela ambientale e le finalità della legge quadro sulle aree protette 394/1991; da ricerche ed evidenze scientifiche è interessata dal tracciato dell’antica Via Appia Regina Viarum oltre alla presenza di una fitta rete di tratturi dove veniva a svolgersi la transumanza (Patrimonio Umanità Unesco) – tratturo Regio Melfi-Castellaneta, tratturello di San Guglielmo da Vercelli – tutelati da leggi e considerati i più importanti monumenti della storia economica e sociale dei territori e delle civiltà del Mediterraneo. Un paesaggio rurale storico e dalla forte identità culturale e territoriale lucana caratterizzato da tradizionali attività agro-silvo-pastorali con produzioni di qualità DOCG, DOC,IGP di Aglianico del Vulture, Olio “cultivar Oliarola del Vulture”, castagne “Marroncino di Melfi miele, cereali, prodotti lattiero-caseari di eccellenza e riconosciute in tutto il mondo.

Per questi presupposti e ragioni le suddette associazioni chiedono al sig. Governatore della Regione Basilicata di valutare e considerare attentamente l’alternativa zero (ovvero niente cava) per garantire un giusto sviluppo sociale economico ed ambientale del territorio del Vulture-Melfese a beneficio della Basilicata e di annullare in autotutela un dispositivo contrario ai suoi stessi divieti emessi nel periodo di grave emergenza covid19, che verifichi personalmente una procedura conclusa in violazione di leggi e regolamenti e che dia in modo definitivo la contrarietà alla realizzazione del sito caveoso così come già espresso dal Comune di Melfi che ha giustamente comunicato di procedere con ricorso al Tar Basilicata contro la Via autorizzatoria emessa il 27 aprile scorso.

Liberiamo la Basilicata, Italia Nostra Sez Vulture Melfese, EHPA Salute Ambiente Basilicata, Comitato Cittadini contro la realizzazione della Cava di Monte Crugname 

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