I signori delle acque minerali piangono miseria per un centesimo in più, Confidustria Basilicata va in soccorso

Simonetti sulla richiesta di revocare l'aumento di un centesimo sulle royalty

L’industria delle acque minerali in Italia ha volumi di profitti e di fatturato che non hanno uguali in Europa. In Basilicata ogni hanno si producono oltre un miliardo di litri che vanno al consumo. Il 30% della produzione nazionale. Il fatturato è facile da calcolare, i profitti anche, come i contributi regionali e statali ricevuti per ristrutturazioni, ammodernamenti e via ricevendo.

In Basilicata, sono occupate, tra una cassa integrazione una ristrutturazione e per crisi finanziaria da investimenti trasferiti in altri settori, circa 400 persone. In un anno, quando le imprese pagano i canoni, la Regione dovrebbe incassare circa 800 mila euro, a fronte di 70 milioni di fatturato. L’incasso delle royalty  servirebbe prevalentemente alla bonifica delle aree inquinate. Alcune sorgenti nell’area de Vulture sono particolarmente “stressate” per l’enorme prelevamento delle risorse idriche.

Recentemente in una legge di bilancio è stata aumentata di un centesimo la royalty. Anche per dare un piccolo ristoro a Comuni che ospitano gli impianti. Confindustria nazionale ha mostrato subito il suo malcontento, non tanto per il ricarico quanto per il precedente: si paga per quanto viene imbottigliato e poi venduto. Un fatto eversivo. Come se Eni e Total dovessero effettivamente dichiarare quanto si estrae di petrolio in Val d’agri e quanto manda  alla raffineria.

Inizia cosi la manovra: prima un comunicato sindacale, il primo della storia che chiede di revocare un centesimo di aumento pena la disoccupazione dei 400  lavoratori. Poi la istantanea iniziativa di alcuni consiglieri regionali per revocare l’aumento del centesimo. Sono gli stessi che avevano proposto e approvato l’aumento.

Al tempo della fine della pandemia si rivendica più Stato per contributi, preferiti quelli a fondo perduto, rinvio di tasse, agevolazioni di ogni natura e genere. Tutto si può fare per ripartire.

Ripartire questa volta revocando l’aumento di un centesimo destinato alla bonifica di territori devastati e con sorgenti stressatie è la nuova politica della Confindustria di Basilicata in difesa dei nuovi poveri, gli imprenditori in concessione delle acque minerali e quelli a rischio miseria del petrolio”. Un nuovo modo di intendere l’intrapesa tassando lo Stato.

Pietro Simonetti, Cseres