Truffa all’Inps per ottenere la disoccupazione. Denunciate 16 persone a Potenza

Nel corso delle indagini, condotte dai carabinieri, ricostruita una fitta rete di prestazioni lavorative, fittizie o create ad arte

I carabinieri del Comando Provinciale di Potenza in collaborazione con l’Inps hanno ricostruito una fitta rete di prestazioni lavorative, fittizie o create ad arte per consentire ai beneficiari di usufruire nel breve periodo dell’indennità di disoccupazione oltre che consentirgli, ai fini pensionistici, degli illeciti ricavi futuri.

I militari e gli ispettori Inps del capoluogo lucano hanno portato a termine degli accertamenti condotti nel periodo antecedente l’emergenza coronavirus, denunciando 16 persone, residenti in provincia di Potenza, indagate, in concorso tra loro, per truffa aggravata ai danni dello Stato.

Dalle indagini è emerso che uno dei denunciati, del potentino, in qualità di consulente del lavoro, durante la propria ordinaria attività ispettiva nei confronti di alcune ditte edili, avrebbe costituito rapporti di lavoro fittizi per sé e gli altri indagati.

Questo ha permesso, ai soggetti interessati, di percepire la cd. “Naspi” – Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego – ricavando a vario titolo un illecito profitto nel breve periodo oltre ai prevedibili vantaggi previdenziali.

Gli sviluppi investigativi registrati, consistiti anche nell’acquisizione di vari documenti amministrativo/contabili, hanno permesso di stabilire l’esatto danno patrimoniale arrecato ai danni dello Stato, quantificato in circa 100mila euro.

Diversi sono stati gli artifizi e i raggiri posti in essere dai soggetti coinvolti al fine di ottenere gli indebiti benefici economici a discapito dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale e, pertanto, dei contribuenti in genere.

In un caso è stato verificato che una donna è risultata essere stata assunta con la mansione di impiegata, al solo scopo di ricopiare a mano ed in “bella copia” alcuni preventivi di lavoro redatti dal suo pseudo – datore di lavoro, oppure, ancora, in altra circostanza, sempre una donna risultava essere stata assunta come segretaria solamente per rispondere ad alcune telefonate che giungevano sul cellulare del suo datore di lavoro.

Il tutto -spiegano i carabinieri in una nota-architettato a regola d’arte per costituire dei temporanei rapporti di lavoro finalizzati unicamente alla percezione degli indebiti profitti, senza che, effettivamente, fossero avvenute prestazioni lavorative.

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