Don Uva. Modifica del contratto di lavoro vigente: sindacati e lavoratori sulle barricate

L’azienda pretende un cambio di regole a danno del diritto di sopravvivenza degli operatori

Il gestore del Don Uva, Universo Salute, intende modificare il contratto di lavoro con il personale non medico, infermieri, Oss e altri, addetto alla Rsa. Non a vantaggio dei lavoratori, come richiederebbe di norma una modifica contrattuale, ma peggiorando le condizioni retributive del personale coinvolto nella eventuale decisione. Una perdita media di 100-200 euro per gli infermieri che passerebbero da 38 a 36 ore settimanali di lavoro. Con la proposta del gestore, inviata anche ai sindacati per un confronto, i lavoratori perderebbero anche il bonus Covid di mille euro.

Il contratto vigente, che non viene rinnovato da dieci anni, è quello dell’Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata), ed è meno penalizzante per i lavoratori, rispetto a quello delle Rsa che Universo Salute ritiene di dover applicare.

L’azienda Universo Salute giustifica questa modifica contrattuale con la crisi Covid-19 e con la eccessiva onerosità del contratto vigente.

Il 20 luglio c’è stato un incontro, a Bisceglie, con tutte le sigle sindacali nel quale il gestore del Don Uva ha spiegato le sue ragioni. Ma i sindacati non ci stanno. La riunione infatti si è conclusa con una presa di posizione netta e contraria dei rappresentanti dei lavoratori che hanno chiamato in causa anche la Asp.

Nessun dietrofront dunque da parte di Universo Salute nella decisione di applicare il contratto Rsa nelle sedi Don Uva. Un contratto peggiorativo – sottolineano i sindacati – per i lavoratori che, oltre a vedersi vanificare l’adeguamento tabellare previsto dal vigente contratto Aiop, si ritroveranno con uno stipendio inferiore. A tutto ciò si aggiunge – precisano i rappresentanti sindacali – l’anomalo atteggiamento dell’Asp che, in merito alla riclassificazione dei pazienti e dei setting assistenziali, ad oggi pare abbia dimenticato la questione dell’aggiornamento delle rette determinando il mancato reintegro dei lavoratori in FIS dal 5 maggio.

Intanto, nessuna notizia o intervento vi è stato finora da parte della Regione che si è letteralmente defilata e scaricata delle proprie responsabilità. Prosegue perciò lo stato di agitazione. Nel frattempo è stato chiesto un incontro urgente in Prefettura per trovare una soluzione immediata a questa crisi drammatica che sta investendo i lavoratori del Don Uva.