Morte Antonio Nicastro, tre avvisi di garanzia. Perquisizioni e sequestri

Indagati il direttore sanitario dell'Asp, il direttore dell'Ufficio Igiene e un medico per far luce sul ritardo con cui venne effettuato il tampone al noto blogger e giornalista potentino

Proseguono le indagini della Procura di Potenza sulla morte di Antonio Nicastro, il blogger e giornalista potentino morto il 2 aprile scorso per coronavirus.

Nella giornata di ieri i carabinieri hanno notificato tre avvisi di garanzia nei confronti di Luigi D’Angola, direttore sanitario dell’Asp, Michele De Lisa, direttore dell”Ufficio Igiene e Nicola Manno, medico dell’Ufficio Igiene.

Contestualmente alla notifica i militari  hanno perquisito gli uffici dell’Asp e le abitazioni dei tre indagati e sequestrato telefonini, documenti e supporti informatici su disposizione del procuratore capo di Potenza, Francesco Curcio e del sostituto Maurizio Cardea che hanno convocato i tre indagati in Procura, lunedì 20 luglio.

I fascicoli aperti per la morte di Antonio Nicastro sono due. Gli inquirenti mirano quindi a far luce sul ritardo con cui fu fatto il tampone, nonostante la richiesta da parte del medico di famiglia di Nicastro che presentava sintomi severi da coronavirus.

La storia di Antonio: Io, con febbre e tosse, non so più che fare. Aiutatemi

Il secondo invece riguarda l’accesso al Pronto soccorso dell’Ospedale San Carlo di Potenza del blogger potentino. Il 13 marzo Nicastro si era recato al pronto soccorso con febbre, tosse e difficoltà respiratorie, ma in pochi minuti fu rimandato a casa con una semplice cura antibiotica.

Il ricovero avvenne soltanto il 22 marzo, e cioè dopo che lo stesso Nicastro rese pubblica la sua storia sui social e sulla stampa. Il 23 marzo fu intubato per l’aggravarsi del suo stato di salute e il 2 aprile soppraggiunse la morte.