Sanità, Aor San Carlo. Il papocchio delle risorse sulla pelle dei cittadini

La nebbia politica e la falsa informazione sul riparto dei fondi alle aziende sanitarie lucane. Ecco la verità

Qualcuno, volontariamente o involontariamente, ha parlato di taglio dei fondi da parte della Regione all’Aor San Carlo di Potenza. E dunque, tutti in allarme, per questa presunta “cattiveria”. Le cose stanno diversamente e proviamo a spiegarle.

La distribuzione dei Fondo Sanitario Regionale, ricevuto dalla Regione quale ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale, tra le Aziende del Servizio Sanitario Regionale (ASP, ASM, AOR, IRCCS-CROB) avviene in due momenti: a) in maniera provvisoria nel corso della stessa annualità cui il bilancio si riferisce; b) in maniera definitiva prima dell’approvazione del bilancio.

Relativamente all’anno 2018 il Riparto definitivo è stato stabilito con DGR n.397 del 2019. Considerando il Finanziamento Indistinto, costituente la parte essenziale del Fondo, nell’annualità 2018 sono stati assegnati i seguenti valori:

Tab.1

In riferimento al Fondo Sanitario Regionale 2019 (aumentato di oltre 7 milioni rispetto a quello 2018), se fossero state utilizzate le stesse percentuali del 2018, non essendo intervenuta nessuna modifica nelle Aziende giustificante una diversa ripartizione, la distribuzione sarebbe risultata:

tab.2

Al contrario, il Riparto Provvisorio disposto con DGR n. 848 del 2019 avvantaggiava sensibilmente l’AOR San Carlo – il cui finanziamento indistinto risultava incrementato di 7 milioni rispetto a quanto ipotizzabile con le percentuali del 2018 – come evidente dalla seguente tabella:

Tab.3

In aggiunta, il riconoscimento di detto importo comportava una violazione per circa 11 M€ dell’art. 8-sexies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, che pone al 30% la soglia dell’incidenza massima che per le Aziende Ospedaliere può avere il finanziamento indistinto rispetto al totale dei ricavi (che devono essere per la maggior parte di produzione, ridottasi per l’AOR nel 2019 rispetto al 2018).

Con il riparto definitivo 2019 la Regione, per il rispetto delle previsioni di norma, ha dovuto rivedere la ripartizione del FSR 2019 nella seguente maniera:

Tab.4

Come evidente, della correzione operata sull’AOR – come detto per il rispetto delle prescrizioni di norma, risultando il 30% del complessivo ricavo pari ad 80M€ – hanno beneficiato l’ASM e il CROB

Riepiloghiamo più semplicemente

Il riparto provvisorio era semplicemente contra legem e dava adito a conseguenze di danno erariale per la giunta, ove approvato (la maggioranza era stata ammonita da alcuni consiglieri su un esposto già in serbo alla Corte dei conti, ndr) e questo perché la normativa vieta tassativamente -da parte della Regione- di corrispondere fondi alle aziende ospedaliere oltre la soglia del 30% dei ricavi prodotti dall’attività erogata dalla medesima azienda. Questo per evitare, come succedeva in passato, di tenere in piedi carrozzoni inutili e mal funzionanti con soldi pubblici. Le aziende sanitarie non a caso sono assolutamente autonome nella gestione e devono avere un manager competente che le guidi. E questo è sempre successo. Massimo Barresi ha preso il San Carlo in utile di quasi 10 milioni e lo ha portato in perdita alla stessa cifra. Dunque, la Giunta Regionale non ha fatto altro che pentirsi dell’errore commesso in sede di riparto provvisorio e correggerlo in sede di riparto definitivo.

La responsabilità del governo Bardi è di avere gravemente ritardato tutte le misure che si sarebbero dovute assumere già all’epoca della delibera illegittima. L’azienda chiudeva in perdita e dunque bisognava adottare le misure previste in questi casi: commissariamento, e piano di rientro, che è proprio quello che bisognerà fare adesso.

Qualche sindacato ed altri gridano al pericolo di riduzione delle attività ordinarie e parlano di soldi promessi che adesso vengono negati. C’è da sorridere.

Massimo Barresi è l’unico responsabile del calo delle attività. Se non ci fosse stato lui, il San Carlo non avrebbe avuto bisogno di fondi illegittimi a danno, peraltro, delle altre aziende più diligenti. Tra l’altro all’Aor San Carlo la Regione avrebbe dato anche altri fondi che non avrebbe dovuto assegnare (e che rimangono anche nel riparto definitivo): 7 milioni per farmaci che spettavano all’Asp (che eroga e paga i farmaci ai lucani). A causa di questa forzatura va in rosso anche l’Asp. Quindi secondo legge e secondo il corretto riparto tra le aziende, il San Carlo dovrebbe chiudere con un -18 milioni e l’Asp dovrebbe chiudere in positivo.

Raccontare altre storielle – distanti dalla verità –  significa fare da sponda a questo direttore generale che ha distrutto l’azienda come non avrebbe fatto nemmeno un bambino. Dietro tutta questa storia del riparto illegittimo ci sarebbe la manina di Mario Araneo sugli uffici regionali.

Quella manina avrebbe fatto lievitare a 91 milioni la somma da assegnare, senza che l’assessore Rocco Leone, né il dirigente generale della Sanità, Ernesto Esposito, ne fossero coscienti. Il riparto definitivo, correttamente, ha riportato la somma a 80 milioni, corrispondenti al 30% della calata attività. Tutto qui. Massimo Barresi va fermato, lo scriviamo da mesi.