Tirocini inclusione sociale, assessore Cupparo replica a Cgil, Cisl e Uil: hanno idee confuse

Confondono questioni di metodo di confronto che è sempre avvenuto con questioni di merito del provvedimento

“L’avvio delle attività di pubblica utilità programmate nella Misura “Azioni di accompagnamento ai beneficiari del programma Tis ed interventi mirati a componenti dei nuclei familiari-Interventi di pubblica utilità e di cittadinanza attiva” che vedono come destinatari 590 persone fuoriuscite dal Programma Tirocini di Inclusione Tis è coerente con le risultanze della presa in carico dei destinatari ed è garantito dalla sottoscrizione di una Proposta di Politica Attiva tra Arlab e pubblica amministrazione ospitante”.

E’ quanto sostiene l’assessore regionale alle Attività produttive, Francesco Cupparo, replicando alla nota delle segreterie di Cgil, Cisl, Uil, che – afferma – “dimostrano di avere in merito idee piuttosto confuse al punto da confondere questioni di metodo di confronto che è sempre avvenuto con questioni di merito del provvedimento”.

Nell’evidenziare che il progetto formativo individuale di tirocinio prevede un impegno mensile di 120 ore, a fronte del riconoscimento dell’indennità di partecipazione pari ad euro 678 , l’assessore ribadisce che “l’obiettivo è duplice in quanto, da un lato si intende garantire un sostegno a persone particolarmente bisognose attraverso il riconoscimento di un’indennità economica forfettaria e dall’altro si vuole promuovere un percorso di cittadinanza attiva diretto a favorire l’inclusione socio-lavorativa di persone escluse dal mondo del lavoro. Sono entrambi obiettivi – sottolinea Cupparo – che i sindacati hanno più volte sostenuto di perseguire e che invece adesso sono immolati alla ricerca della pura ed inutile polemica. Per raggiungere questi obiettivi, il percorso ipotizzato comprende un costante servizio di tutoraggio e accompagnamento”.

L’assessore ricostruisce le fasi del progetto. “Il percorso delineato per i Tis e affidato alla gestione dell’Arlab – precisa Cupparo – si articolava in tre fasi di cui le prime due, tra loro strettamente correlate, si sarebbero concluse tra maggio e giugno 2020. Seguiva una terza fase che comprendeva percorsi in presenza (orientamento di secondo livello, formazione mirata all’inserimento, formazione per l’autoimpiego, ecc.) e servizi specialistici (ad esempio comportamenti di prevenzione e cura volti alla tutela della salute, assistenza domiciliare, percorsi di studio). Gran parte di queste azioni sono incompatibili con il perdurare di alcune misure di contenimento correlate all’ emergenza sanitaria Covid 19. Le stesse attività d’aula (II fase) gestite da Arlab sono state sospese in quanto non risultavano erogabili in modalità Fad, sia per l’indisponibilità dei necessari strumenti, sia per la particolare fragilità del target. Di qui il progetto che è costruito insieme alla persona ed è garantito dalla sottoscrizione di una Proposta di Politica Attiva in attività di Pubblica Utilità (Ppa) tra amministrazione ospitante e Arlab. In base al principio della personalizzazione degli interventi, le azioni sono progettate a favore del singolo destinatario. Si prevedono interventi di workfare come iniziative di inserimento socio-lavorativo in progetti di pubblica utilità e di cittadinanza attiva   attraverso la stipula di Patti per attività di pubblica utilità con PP.AA. o loro Enti e società partecipate o di servizi.

I sindacati – conclude Cupparo – farebbero meglio a svolgere un ruolo di tutela di questo target di persone fragili e soprattutto a condividere la nostra tenace attività di salvaguardia della dignità sociale che è prima di tutto dignità di lavoro piuttosto che ricercare pretestuose polemiche”.