Bonus Covid, Pd Marsicovetere: le vere vittime sono gli elettori che hanno creduto nel cambiamento

Il circolo valligiano del Partito democratico interviene sugli esponenti leghisti che hanno usufruito degli aiuti per l'emergenza pandemia

“Il livello di allarme si raggiunge quando lo scadimento etico della politica non è percepito neppure come dannoso”.

Sconvolge l’attualità di questa frase del cardinale Carlo Maria Martini, proprio in questa particolare congiuntura storica ove l’unico modo per far fronte all’incertezza sarebbe quello di potersi affidare al nobile esercizio della politica. Questa è solo una delle riflessioni alla base dei primi incontri del nuovo percorso di rigenerazione intrapreso dal Pd di Marsicovetere. Un circolo commissariato, vittima della disaffezione politica sempre più diffusa nei territori di provincia e però punto di approdo, come decine di altri circoli del Pd lucano, dei riverberi di quel senso di appartenenza all’area di csx che è parte integrante di migliaia di cittadini dell’intera Val d’Agri.

Il lavoro di rigenerazione in cui è impegnato il Pd di Marsicovetere non sarà autoreferenziale e settario, ma consterà di un percorso progettuale volto a creare con tutti i circoli Pd della Val d’Agri un’azione politica unica e condivisa. E se di rigenerazione si parla non si può e non si deve prescindere dalla questione etica e morale in politica. Quello che sta accadendo da un po’ di anni nel nostro sociale è un livellamento verso il basso delle buone attitudini e della liceità dei comportamenti che deve appartenere sempre e comunque al nostro agire e in particolar modo ai rappresentanti delle Istituzioni. Senza rischiare di scadere in moralismi spiccioli, il termometro di questa deriva valoriale è la sfiducia dei nostri giovani verso il merito e verso la buona politica.

Nel nuovo circolo cittadino non sono pochi gli insegnanti, gli educatori, i giovani o chi si rapporta quotidianamente con questi ultimi e il dato preoccupante che emerge con forza è la convinzione diffusa tra i giovani in Val d’Agri, diventata ormai una endogenia, che ciò che determina il futuro non sia il merito prima e l’opportunità poi, bensì l’opportunismo e il compromesso. E nessuno abbia l’ardire di smentire quanto i nostri ragazzi affermano e che sanno suffragare con tanto di esempi. Dunque il punto di partenza delle buone prassi in politica deve essere proprio la ricostruzione della fiducia dei singoli per la cosa pubblica e per chi la rappresenta.

Eppure le ultime vicende di cronaca, che hanno interessato esponenti politici della Val d’Agri, che si sono proposti ai più come gli unici veri azionisti del cambiamento per la crescita della Val d’Agri, non fanno ben sperare. Sarebbe sin troppo facile e strumentale per un Partito d’opposizione come il nostro chiedere le dimissioni di una delle massime cariche regionali in quota Lega, perché la società di famiglia di cui è proprietario al 15% ha beneficiato di un bonus Partite iva deliberato dalla Giunta del comune di Viggiano, che vede nella figura del Sindaco il fratello dell’interessato e per di più nel comune in cui la società opera. E sarebbe fin troppo facile puntare il lanciafiamme etico contro lo stesso Sindaco dello stesso Comune, che rientra tra i fruitori di quel bonus da lui stesso deliberato.

Per quanto non vi fosse nulla contra legem, in quanti possono affermare che non si sia agito contro la morale? Noi siamo convinti che le prime vittime di questi riprovevoli comportamenti siano proprio gli elettori che hanno fortemente creduto in un cambiamento di governance sia a livello regionale che a livello locale. L’orda di populismo e giustizialismo leghista che ha riempito le piazze lucane nel marzo 2019 si è accompagnata a un canovaccio pressoché identico in ogni uscita pubblica, “basta clientele, basta familismi, basta corruzione”. Slogan utili a fare incetta di consensi che si sono sbriciolati nel merito di comportamenti che non solo non hanno segnato discontinuità con il passato, ma che hanno avvalorato l’inconsistenza di quanti si sono proposti come fautori di una nuova stagione politica per la Val d’Agri. L’ex presidente della Bce, Mario Draghi, al Meeting di Rimini, ha affermato che è il momento di dare di più ai giovani, i sussidi finiranno e resterà la mancanza di una qualificazione professionale. Che si insegni loro il coraggio, l’umiltà, la lealtà, la trasparenza, non con i moniti ma con il buon esempio. E indignarsi è un buon inizio e un buon esempio, cioè tentare di deradicare nei ragazzi la convinzione che la vergogna appartiene a chi subisce il dolo, e non a chi lo compie. Sdegno e immediatamente dopo coraggio. “Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle.”

Circolo Pd di Marsicovetere