Condannato per violenza sessuale su una dipendente viene riconfermato alla presidenza del Cotrab

Sta facendo molto discutere la nomina di Giulio Ferrara al vertice del Consorzio regionale dei trasporti della Basilicata, la stessa azienda dove lavora la donna che ha subito l'abuso. Partita anche una petizione per chiederne la revoca

Sta facendo molto discutere la riconferma di Giulio Ferarra alla presidenza del Cotrab-Consorzio trasporti regionali della Basilicata.

L’uomo, condannato in via definitiva a 2 anni e sei mesi per violenza sessuale ai danni di una dipendente quando era direttore della Sita per la Basilicata è stato riconfermato al vertice del Consorzio il 20 agosto scorso.

I fatti risalgono al 2009, e soltanto un anno fa la Cassazione ha messo fine alla vicenda giudiziaria condannando Ferrara in via definitiva.

Da allora chi ne ha sempre chiesto la rimozione dalla presidenza del Cotrab è stato il consigliere regionale del M5S Gianni Leggieri che dopo la riconferma di Ferrara torna a sollevare la questione ritenendo “inaccettabile che un condannato per violenza sessuale venga rieletto alla presidenza del Consorzio dove lavora la vittima”.

Sulla questione sono intervenute anche le consigliere comunali di Potenza di centrosinistra, Angela Blasi e Angela Fuggetta: “Come cittadine, prima ancora che consigliere comunali, non possiamo tacere sull’ingiustizia a cui viene condannata una donna che ha già dovuto subire violenza.  L’elezione nel ruolo di presidente del Cotrab di Giulio Ferrara, condannato in via definitiva per violenza sessuale nei confronti di una dipendente, è un atto grave. È la scelta irresponsabile di chi accetta, ancora una volta, che non vi sia giustizia fino in fondo per quella donna. Come è stato possibile avallare tutto questo da parte di quanti rappresentavano le aziende nell’assemblea elettiva del consorzio? Si chiedono Blasi e Fuggetta. E come è possibile che molte istituzioni locali tacciano sulla vicenda visto che più volte, invece, con la Cotrab si sono confrontate in caso di vertenze e fondi da assegnare al servizio di trasporto pubblico?

Dello stesso tenore l’intervento del coordinamento Donne della Cgil Cisl e Uil Basilicata: “È quantomeno sconcertante apprendere che, nonostante la conferma della sentenza in Cassazione, che vede il Ferrara condannato a 2 anni e 6 mesi per violenza sessuale perpetrata nei confronti di una sua dipendente, lo stesso sia stato riconfermato nella sua carica. I fatti, avvenuti negli uffici dell’azienda a Potenza quando Ferrara era direttore della Sita, risalgono a ottobre 2009 e sono emersi grazie al coraggio della lavoratrice che denunciò e portò l’uomo in tribunale. Ci chiediamo cosa deve accadere affinché la dignità di una donna possa essere rispettata; cosa deve succedere per ritenere inopportuno il conferimento di un importante incarico ad un uomo resosi responsabile di un reato tanto grave nei confronti di una sua dipendente; quale valore viene dato in questa comunità regionale alla vita di una donna lavoratrice e con quale stato d’animo la stessa continuerà a vivere e lavorare.

Quale messaggio arriva ai giovani, ai cittadini, alle donne e agli uomini, in un Paese in cui il femminicidio, la violenza sessuale, il maschilismo, le disparità tra uomo e donna, sono, purtroppo, all’ordine del giorno, quando un uomo condannato per un tale grave fatto, peraltro perpetrato, come recita la sentenza, “abusando di relazioni di ufficio e di autorità” può continuare tranquillamente la sua vita e la sua carriera cavandosela, tutto sommato, con uno schiaffetto sulla guancia?

Si tratta, purtroppo, dell’ennesima conferma di come esista un problema culturale enorme nei confronti delle donne, all’origine di tutto quanto accade quotidianamente nel nostro Paese in termini di violenza e disparità.

Si pronuncino i livelli istituzionali e politici della Basilicata in merito a questo fatto-concludono Cgil, Cisl e Uil- Non venga trattato come un evento tutto sommato accettabile. Chiediamo, dunque, alle aziende componenti il Consorzio e alle associazioni datoriali competenti di intervenire immediatamente in merito.

La Consigliera regionale di parità, Ivana Pipponzi, che ha fatto sapere in una nota di avere inviato a Cotrab e a Sita Sud idoneo atto di diffida con cui è stato richiesto di comunicare quali azioni siano state poste in essere a tutela della dipendente, tali, comunque, da scongiurare qualsivoglia contatto e/o interazione con il prefato Ferrara.

“Nonostante il mio Ufficio non fosse stato interessato direttamente dalla lavoratrice- dichiara la Consigliera di parità-, tale intervento si è reso necessario in quanto la notizia della condanna del Ferrara e delle condotte discriminatorie poste in essere ai danni di una lavoratrice, mi ha consentito di effettuare gli opportuni approfondimenti, così da inquadrare la vicenda nell’ambito delle competenze proprie dell’Ufficio della Consigliera di parità, come prescritto dal d.lgs 198/2006”.

“Auspico che l’azienda metta in essere immediatamente tutti gli accorgimenti necessari, anche contrattualmente previsti, affinché la lavoratrice sia tutelata e messa in sicurezza, conclude Pipponzi; è fondamentale infatti che la dipendente in nessun caso possa trovarsi in una condizione di subordinazione diretta e/o indiretta con il Ferrara. Seguiranno, come per legge, i connessi accertamenti diretti anche con l’ausilio dell’Ispettorato territoriale del lavoro”.

La vicenda ha sollevato la reazione di tante e tanti che in queste ore stanno facendo sentire la propria voce, è oggetto di una petizione su change.org promossa dal movimento #dallastessaparte.