Sanità lucana indebolita mentre a Roma si firma per facoltà di Medicina

I segretari di Uil e Uil Fpl rinnovano l'invito al presidente Bardi a stoppare l'iter del ddl di riorganizzazione

Le gravi carenze nella ripartenza della fase 2 rafforzano le richieste contenute in un documento, presentato da Cgil Cisl e Uil nelle scorse settimane e rivolto al presidente Bardi: è pregiudiziale che si cambi l’impostazione e si ripristini il metodo ed il merito della buona programmazione sanitaria, di guida e di orientamento basilare dell’insieme del sistema. Lo sostengono in una dichiarazione congiunta i segretari regionali della Uil Vincenzo Tortorelli e Uil-Fpl Antonio Guglielmi.

Al punto di confusione in cui si è pervenuti, anche per effetto della sentenza del Tar Basilicata – aggiungono i dirigenti Uil -, non è più rinviabile un incontro chiarificatore sulle reali intenzioni della Giunta che non può ulteriormente nascondersi e sottovalutare i problemi di gestione dell’Ospedale San Carlo che è il punto di riferimento per la cura dei cittadini lucani e non solo. Struttura che deve, di per sé, riprendere il rango delle alte specialità secondo un modello di policlinico potenziato anche con relazioni qualificanti innestate su poli esterni  di elevata competenza.

Cogliamo in proposito una grossa contraddizione: a Roma si firma la convenzione per dare il via alla Facoltà di Medicina e Chirurgia quale ulteriore e significativa opportunità per qualificare la sanità in Basilicata; a Potenza si rinviano scelte che coerentemente dovrebbero rispondere alla stessa logica e che anzi indeboliscono il sistema sanitario regionale.

Ribadiamo che per il sindacato – dicono Tortorelli e Guglielmi – il punto di partenza è la programmazione, in uno con la lettura dei bisogni di salute e degli utenti per poi pensare alla conseguente architettura della governance che non può prescindere dalla tessitura di una stretta correlazione tra medicina primaria, territoriale e ospedaliera. Scelte diverse rischiano di non essere rispondenti alla domanda di salute dei cittadini lucani. Necessitano dunque scelte urgenti e rigorose e nuovi modelli di ripresa completa delle funzioni ordinarie assicurando la completa attività di tutti i servizi secondo schemi in accordo ai piani di sostegno e rilancio emanati dal Governo con una riprogrammazione delle funzioni ospedaliere e territoriali con priorità per il superamento delle liste di attesa.

Per questo rinnoviamo l’invito al Presidente Bardi e all’Assessore Leone a “stoppare” l’iter del ddl di riorganizzazione del sistema sanitario e quindi a non procedere senza il confronto preventivo ed indispensabile con Cgil, Cisl, Uil.

L’emergenza pandemica-concludono i due segretari- con il suo portato di possibili recrudescenze, impone elementi e sfide nuove rispetto a qualunque altro impatto sulle strutture socio-sanitarie.