Defibrillatore “scomparso” a Bernalda. L’appello di Imma dopo la morte del padre

Da cinque mesi l'apparecchio non è più al suo posto. "La comunità ne ha bisogno"

Da Padova a Bernalda in una notte di febbraio, con l’incognita di una pandemia che faceva capolino in Italia, per raggiungere sua madre che aveva fatto di tutto per salvare il marito da un arresto cardiaco.

Imma è una collega che lavora e vive a Padova. Ci contatta dopo aver letto di un defibrillatore scomparso nella sua cittadina di origine, Bernalda, e dopo la morte di un suo concittadino per arresto cardiaco.

Suo padre, invece, è morto il 26 febbraio 2020.

“Si è sentito male -racconta Imma-e ha chiamato lui stesso il 118. Aveva problemi cardiaci. L’ambulanza, da Pisticci, non è mai arrivata. Mamma ha avuto la forza di mettere papà in auto. Lei esile di statura, mio padre un omaccione alto 1,80”.

E’ cominciata così una corsa contro il tempo alla ricerca di soccorsi e soprattutto di un defibrillatore.

“Avevamo messo in conto che potesse accadere avendo papà problemi al cuore. Quello che non immaginavo è che fosse così difficile trovare un’ambulanza o un defibrillatore”.

La madre di Imma, si reca all’ambulatorio in via Concilio Vaticano II nei pressi della chiesa dei SS Medici. Per la Guardia Medica è ancora presto. Prende servizio alle 20. Gli infermieri presenti non hanno un defibrillatore.

La corsa si ferma lì, nei pressi della chiesa.

“Non rivango il passato, non incolpo nessuno- ci tiene a precisare Imma- Oggi, però, dopo la morte di un mio concittadino per arresto cardiaco, sento forte il bisogno di raccontare cosa ci è successo per sensibilizzare sull’importanza di avere a disposizione soccorritori e strumenti idonei a tentare di salvare la vita a una persona.

Come altri suoi concittadini, la giovane donna ha firmato la petizione affinchè il defibrillatore acquistato nel 2015, con i soldi raccolti tra i cittadini, torni al suo posto essendo “scoomparso” da circa 5 mesi.

Lo strumento, infatti, non è più presente nello spazio che lo conteneva. Al suo posto un cartello avvisa che è in manutenzione. Ne abbiamo scritto nei giorni scorsi su questo giornale.

Dal 2018 è il Comune di Bernalda ad acquisire la titolarità del presidio sanitario pubblico facendosi carico dell’installazione e della manutenzione a proprie spese. Fino ad allora erano stati i cittadini ad occuparsene dopo che il comitato promotore composto da Emanuele Acito, Ruggiero D’Ascanio e Katya Madio aveva organizzando una raccolta fondi conclusasi con l’acquisto e l’installazione del defibrillatore.

La stessa amministrazione pare abbia indagato sulla lentezza nel ripristino del servizio senza mai fornire, però, alcuna risposta che a questo punto i cittadini esigono.

Intanto Imma continua a chiedersi se suo padre si sarebbe potuto salvare se ci fosse stato un defibrillatore funzionante a portata di mano.  Il dubbio resta, oltre il dolore.”La comunità ha bisogno di quel defibrillatore”.