La Basilicata, con questa gente, dove pensa di andare?

Tre esempi di come si muove certa politica abituata a spolpare le ossa del futuro

Lo spettacolo offerto dalle candidature prima e dall’esito elettorale poi, ad Avigliano, è roba da non crederci. Ad Avigliano la sinistra si presenta in ordine sparso e, pur essendo maggioranza tra gli elettori, perde la partita a tutto vantaggio del candidato della “destra”. Paccottiglie elettorali. Almeno un ex Pd è oggi consigliere comunale della Lega eletto nella lista di “destra”. La morte degli ideali è andata in scena ad Avigliano dove, invece, ha preso il sopravvento la rinascita della rozza materia fatta di interessi politici e non solo, di poltrone e di future alleanze in vista delle prossime elezioni regionali. Tanti i manovratori dietro le quinte travestiti da avversari, ma intimi commensali alla tavola del consenso.

Nel Vulture alcuni sindaci si autocandidano alla postazione di direttore del Parco Naturale regionale. Si scatena la polemica, si sprecano gli appelli, ma niente. La ciccia in giro è poca, le ambizioni tantissime e dunque ognuno fa quel che può per ricavarsi un pezzo di carne dall’osso già spolpato. Il futuro e lo sviluppo del territorio possono aspettare, ciò che conta adesso è la conquista personale delle briciole di potere che nessuno ancora ha spazzato dalla tavola mezza sparecchiata. Intanto, l’area dei laghi di Monticchio continua a soffrire, perdendo costantemente opportunità e speranze. E i paesi della zona si spopolano inesorabilmente.

A Corleto Perticara, dove apparentemente vince il cambiamento di destra – senza nulla togliere alle qualità del neo eletto –  si preannuncia una lotta tra imprese e i loro protettori locali e potentini, di schieramenti opposti e concordanti. Ditte dell’indotto, sia a Eni sia a Total, sono in fermento le une per evitare di perdere appalti in scadenza e le altre per prenderne il posto. L’impresa Tizio mira al 100% dell’appalto sottraendo la quota del 50% attualmente attestata all’impresa Caio e così via per altre cosiddette Ditte. Sia il sindaco sconfitto che il vincitore hanno alle spalle quelli che “il petrolio è ricchezza”. E come dargli torto: da quelle parti, compreso Guardia Perticara, è un bell’affare, un piatto succulento per faccendieri, politicanti senza mestiere che girano con automobili e vestiti costosi. È una giostra di sponsorizzazioni negli appalti dell’indotto petrolifero. Da quelle parti bisogna chiedersi non se ha vinto la destra o la sinistra, ma quali imprese, imprenditori, affari, interessi – e loro protettori, amici, parenti, cugini – hanno prevalso sugli altri. Ci saranno accordi o magari conflitti, staremo a vedere. Intanto, i francesi della Total possono dormire sonni tranquilli. E nel frattempo la criminalità organizzata continua a fare proseliti e a conquistare pezzi di territorio.

Ecco, questi sono tre esempi, non gli unici, di come si muove in questa regione quel pezzo di politica che di politica non ha neanche le sembianze. Situazioni simboliche di una condizione che ci obbliga a una domanda banale: “ma con questa gente dove pensiamo di andare?” A voi la risposta.