Latronico, Comitato per il No all’impianto di rifiuti: “Ecco perché è dannoso”

Domenica 6 settembre un incontro in piazza

Il Comitato No rifiuti Latronico con le associazioni Italia Nostra, Vola-Volontari per l’Ambiente e Briganti d’Italia promuove un incontro pubblico per discutere dell’impianto di rifiuti dell’area Pip Mulini di Latronico

Di seguito la nota del Comitato del No.

Domenica 6 settembre alle ore 18.00 in piazza ad Agromonte Mileo, nel Comune di Latronico (Potenza), saranno esposte in un incontro pubblico le ragioni del NO all’impianto di selezione rifiuti che dovrebbe sorgere nell’area Pip dei Mulini, gestito dalla società Ageco, a soli 454 metri dalle prime abitazioni dei Mulini, 674 dal rione Battista, appena 957 dal borgo di Agromonte Mileo, a soli 1,5 chilometri dal Parco del Pollino e a 4 chilometri della Terme di Latronico.

Davanti alla popolazione della frazione Mileo, quella maggiormente danneggiata dalla presenza dell’impianto, il Comitato e le associazioni Italia Nostra, Vola-Volontari per l’Ambiente e Briganti d’Italia spiegheranno l’inutilità dell’impianto e i danni che questo produrrà all’economia locale.

Il sindaco De Maria che difende la scelta, sventolando ipotetici 5 nuovi posti di lavoro, dovrebbe ben sapere che l’impianto è inutile e dannoso. Inutile perché costruito con una capienza di 24mila tonnellate ben sapendo che i comuni da cui dovrebbero giungere i rifiuti sono in forte spopolamento e già conferiscono negli impianti esistenti, più che sufficienti. L’impianto è dannoso per l’economia locale perché Latronico, la tanto decantata “città del benessere” e del turismo termale, verrebbe presto associata alla “città dell’impianto rifiuti” e non basterebbe nessuno spot promozionale del territorio a ripagare il pesante danno di immagine.  34 i Comuni del bacino sud Basilicata che verrebbero a scaricare plastica, carta, cartone, ma anche materiali quali vetro, pile, farmaci, batterie, oli esausti e grassi nell’impianto rifiuti. Sono: Armento, Calvera, Carbone, Catelluccio Superiore, Castelsaraceno, Castronuovo di Sant’Andrea, Cersosimo, Episcopia, Fardella, Gallicchio, Guardia Perticara, Missanello, Nemoli, Noepoli, Roccanova, San Costantino Albanese, San Paolo Albanese, Teana, Terranova del Pollino, Castelluccio Inferiore, Chiaromonte, Corleto Perticara, Francavilla in Sinni, Lagonegro, Latronico, Maratea, Rivello, Rotonda, San Severino Lucano, Sant’Arcangelo, Senise, Trecchina, Viggianello e Lauria.

Ve li immaginate almeno 34 camion in andata e ritorno su una piccola strada di campagna, senza uno svincolo regolare sulla Sinnica? Si piangono ancora i morti su quello svincolo e il Comune decide di intasarlo con un via vai di camion. E inoltre, quanti frequenterebbero ristoranti e pizzerie della zona ben sapendo che vicino c’è un impianto rifiuti così impattante? Gli imprenditori russi interessati agli alberghi vicino al complesso termale continuerebbero a investire? Anche il sindaco De Maria, che ripete in ogni salsa il mantra dell’economia circolare, riconoscerà che non stiamo parlando di una fabbrica di profumi! E’ stata fatta una riflessione su quanti posti di lavoro si perderebbero (10-20?) a fronte dei miseri 5? L’impianto brucia le speranze di almeno due generazioni di cittadini e segna in maniera indelebile il destino di un territorio”. Inoltre, nessuna impresa sarebbe mai più interessata agli altri 7 lotti dell’area Pip. Vendere due lotti per 120mila euro (a 17 euro/metro quadrato) all’impresa Ageco che incassa ogni anno centinaia di migliaia di euro di sovvenzioni pubbliche dalla Regione Basilicata, significa regalarli”.

Oltre al danno economico, il “rischio ambientale” rimandiamo al mittente le paventate accuse di ‘procurato allarme’. “In democrazia è ancora permesso manifestare le proprie opinioni e preoccupazioni: del resto i recenti fatti di cronaca nei capannoni di Ageco a Tito scalo (incendio e morte di un operaio) meritano rispetto e inducono a una riflessione.

Le domande dei cittadini sono tutte rivolte alla Soprintendenza di Potenza (“perché ha cambiato idea ritirando il proprio parere negativo al Tar in autotutela?”) e all’assessore regionale all’ambiente Gianni Rosa, anche dopo il recente incontro del 1 settembre scorso in afferma la mancanza di un’autorizzazione all’esercizio dell’impianto (“perché il Dipartimento Ambiente ed Energia il 7 marzo 2019 nega l’autorizzazione paesaggistica e il 30 ottobre dello stesso anno, cambia idea?”). E infine al sindaco De Maria: “Perché è sempre il Comune di Latronico che chiede i pareri a Regione e Soprintendenza ‘per conto di Ageco’? Una prassi per lo meno anomala e irrispettosa delle tante imprese latronichesi che fanno tutto da sole, ma il sindaco ‘social’, quello delle dirette Facebook, non vuole rispondere perché ha ‘rifiutato’ con diprezzo il nostro invito bocciando l’incontro di domenica 6 settembre come una ‘caciara’, uno ‘show’… un vero peccato per il confronto democratico predicato solo a parole!”

Comitato NO rifiuti Latronico

Italia Nostra

Vola-Volontari per l’Ambiente

Briganti d’Italia