Lavoro, Cgil Cisl e Uil: in Basilicata situazione particolarmente critica

A Potenza (domani 18 settembre), in contemporanea con altre piazze italiane, la manifestazione "Ripartire dal lavoro"

Si intitola “Ripartire dal Lavoro” la giornata di mobilitazione nazionale indetta da Cgil, Cisl e Uil per domani venerdì 18 settembre dopo La notte del Lavoro del 29 luglio scorso. Su tutto il territorio nazionale si svolgeranno iniziative regionali per rilanciare il protagonismo sociale e rappresentativo del sindacato confederale, avanzare proposte e partecipare attivamente alla costruzione del futuro del Paese che deve ripartire dal lavoro.

In Basilicata l’appuntamento, in contemporanea con altre 20 piazze d’Italia, è a Potenza in piazza Mario Pagano a partire dalle ore 10, con le conclusioni del segretario nazionale Cgil Giuseppe Massafra.

Tante le questioni che verranno portate in piazza: la proroga degli ammortizzatori sociali e le vertenze aperte; la riforma fiscale e la lotta all’evasione; il rinnovo dei contratti nazionali pubblici e privati che riguarda oltre dieci milioni di lavoratori; il diritto all’istruzione e a una scuola sicura; sanità pubblica, sicurezza sul lavoro, conoscenza e cultura; investimenti, politiche industriali, digitalizzazione, lavoro stabile e sostenibile, mezzogiorno; legge per la non autosufficienza, previdenza e inclusione sociale.

La proroga degli ammortizzatori e del blocco dei licenziamenti – affermano i segretari generali Cgil Cisl e Uil Basilicata, Angelo Summa, Enrico Gambardella e Vincenzo Tortorelli – non produrranno gli effetti desiderati se il Paese non sarà in grado di ripartire attraverso una progettualità e una visione che concentri la propria azione sul lavoro, sulla persona e di conseguenza sulle necessarie riforme, a partire da quella  fiscale. Oggi – aggiungono – siamo in un contesto sociale difficile, condizionato da un immobilismo politico che non lascia intravedere un impegno concreto rispetto alla necessità di operare scelte condivise in grado di cogliere le opportunità che le risorse europee, Recovery Fund e lo stesso MES, sarebbero in grado di realizzare”.

Per le tre confederazioni “servono nuove risposte in particolare per giovani, donne e pensionati che in questi mesi hanno pagato, più di altri, la mancata pianificazione di misure in grado di garantire un supporto concreto. Il Paese – aggiungono – ha bisogno di ricomporre un tessuto sociale che l’emergenza covid ha messo e sta mettendo tutt’ora a dura prova, a partire dal sistema sanitario”.

In Basilicata secondo i leader sindacali la situazione è particolarmente critica. “Secondo l’ultimo report dello Svimez – affermano Summa, Gambardella e Tortorelli – il conto più salato del covid in termini di caduta del Pil lo pagherà la Basilicata con un calo del 12,6%. E questo nonostante sia stata solo marginalmente interessata dalla pandemia rispetto alle altre regioni. Già prima dell’emergenza sanitaria, con gli Stati generali del lavoro, insieme alle organizzazioni datoriali avevamo portato al tavolo regionale delle proposte per un piano strategico di sviluppo condiviso.

Oggi quelle proposte non solo sono ancora valide, ma alla luce degli ultimi avvenimenti acquisiscono ancora più forza e rilevanza. Sviluppo sostenibile, nuove politiche energetiche e industriali, università, ricerca, istruzione, digitalizzazione, ovviamente sanità, rimettendo al centro i territori. Questi gli asset su cui costruire la Basilicata del domani. Ma per fare questo – concludono i dirigenti sindacali – occorre una strategia da parte della Regione, un piano di programmazione sui cui basare gli investimenti e trasformare le risorse derivanti dai fondi europei, a partire dal Recovery Fund, come occasione di rilancio. È questa la sfida che la Basilicata non può certo perdere”.

In occasione della manifestazione, vista l’approvazione della mozione contro il ddl Zan da parte del consiglio comunale di Potenza, le sigle sindacali ribadiranno la propria contrarietà con quanto avvenuto e verrà rinnovata la richiesta alla Regione Basilicata, al Comune di Potenza e a tutti i Consigli comunali della regione, di prendere posizione con chiarezza e adottare protocolli e buone pratiche di contrasto all’omofobia.