Lega Braccianti: perché nessuno vigila sul rispetto dei contratti?

"Questi lavoratori continuano a lavorare, spesso in condizioni disumane, privi di protezioni individuali, senza possibilità di distanziamento sociale e di poter attuare le norme basilari di igiene, per far arrivare sulle nostre tavole il cibo"

Anche quest’anno la campagna del pomodoro nell’area dell’Alto Bradano ha registrato il fallimento delle Istituzioni a tutti i livelli a partire dai Comuni per finire alla Regione Basilicata. Ancora una volta siamo stati profeti di facili sventure. Purtroppo si spendono solo parole e si parla di modello accoglienza, ma nei fatti la situazione è sempre precaria e i braccianti sono costretti a ricostruire ghetti e ad alloggiarsi in situazioni di fortuna.

Non ha più veramente senso affermare “avevamo ragione”. E’ esilarante trovarsi di fronte ad un quadro dove, gli stessi soggetti che partecipano(adottando la tecnica della conventio ad excludendum) agli  incontri ai tavoli regionali e della prefettura e dopo aver concordato e sottoscritto dei percorsi  rivendicano ulteriori tavoli per ridiscutere. Quest’anno poi si è aggiunto il Covid-19 e nessuno si è preoccupato di intervenire per tempo per affrontare il tema della sicurezza e di tutto ciò che è legato all’accoglienza.

Da un lato molti di questi invisibili sono stati dichiarati lavoratori essenziali dal comma 4 del Decreto n.64 del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’11 marzo 2020 che includeva “l’attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agro-alimentare comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi”, mentre dall’altro non ci si è premurati di organizzare per tempo la campagna della raccolta del pomodoro, arrivando come sempre succede da moltissimi anni a ridosso dell’inizio senza aver attrezzato il campo di accoglienza. Anzi quest’anno è successo l’irreparabile ed i braccianti hanno dovuto abbandonare la struttura fatiscente e poco attrezzata come al solito. Ma quello che più è preoccupante è che nessuna Istituzione si preoccupa di rispettare i contratti che approvano e firmano e che pure prevedono la risoluzione dell’accoglienza, del trasporto e dei buoni mensa. A tal proposito è bene leggere gli articoli 14,15 e 16 del Contratto Integrativo Provinciale e delle modifiche o aggiunte. Questi lavoratori continuano a lavorare(spesso in condizioni disumane, privi di protezioni individuali, senza possibilità di distanziamento sociale e di poter attuare le norme basilari di igiene), per far arrivare sulle nostre tavole il cibo. Qui il  Contratto in vigore

Oggi questi esseri umani invisibili ed essenziali continuano ad essere privi di cure mediche e a vivere in luoghi affollati, insalubri senza acqua e riscaldamento. Ed i Comuni non si preoccupano della situazione degli alloggi e dell’inserimento sociale di questi lavoratori tenendoli lontani dalle città. Da tempo si chiede alla Regione e ai Comuni interessati di intervenire per trovare soluzioni abitative per i braccianti, primo e necessario passo per sottrarli ai tentacoli del caporalato e della malavita.  Per queste ragioni la Lega Braccianti ha tenuto un incontro con il Ministro della Salute On. Roberto Speranza, consegnando un documento in cui si sono chiesti:

  1. Il rilascio di un permesso di soggiorno per emergenza sanitaria come strumento di tutela della salute di tutti gli invisibili e di tutti i cittadini.
  2. L’iscrizione anagrafica e la concessione di una residenza ai titolari di un permesso di soggiorno che vivono all’interno degli insediamenti informali. Questa misura consentirebbe ai beneficiari di poter scegliere un medico di base senza dovere ricorrere al pronto soccorso delle strutture ospedaliere.

Francesco Castelgrande – Lega Braccianti Venosa