Morto l’archeologo Mario Torelli, Banzi piange il suo cittadino onorario

Nel 1965 scoprì il “templum augurale” dell’antica Bantia

La scomparsa di Mario Torelli, insigne archeologo, rattrista e addolora la comunità di Banzi, che per i suoi alti meriti scientifici e per la scoperta nel 1965 del “templum augurale” dell’antica Bantia, gli aveva conferito nel 2006 la cittadinanza onoraria.
Mario Torelli riteneva e lo aveva detto in una sua intervista di alcuni anni fa che la scoperta fatta a Banzi fosse fra quelle che gli aveva dato maggiori soddisfazioni ed una di quelle più importanti.

Il sindaco della cittadina lucana -Pasquale Caffio-ricorda l’archeologo scomparso: Era il 1963 ed un giovanissimo Mario Torelli, incaricato dall’Accademia Prussiana delle Scienze di raccogliere e catalogare epigrafi antiche fra Basilicata e Puglia, su consiglio del Soprintendente Adamesteanu venne a Banzi per decifrare quattro cippi cilindrici con scritte in latino ed abbreviazioni incomprensibili, venuti alla luce durante lo scavo delle fondamenta del costruendo asilo infantile.

Nel 1965 dopo aver recuperato altri due cippi egli si rese conto di cosa potessero rappresentare. Rientrando in auto da Banzi gli venne in mente di un lemma contenuto in un’opera del grammatico romano Sesto Pompeo Festo sul significato delle parole (“De verborum significatione” con dati sulla società e la religione) e capì che ai sei cippi rinvenuti, disposti su due lati, mancava un terzo lato con altri tre cippi.

Ritornò a Banzi e proseguì con lo scavo trovando quello che si attendeva: i restanti tre cippi sui quali erano incise le tre parole augurali che completavano quel “templum”, unico al mondo, del quale non esistevano altri esempi documentati o rinvenuti, un “auguraculum” che a Banzi fu presente nei primi secoli avanti Cristo.

Questo tempio all’aperto, attestato solo in antiche fonti, usato dai sacerdoti per predire il futuro osservando il volo degli uccelli, a Banzi finalmente si concretizzava in uno spazio di terra nel quale erano infissi dei cippi di pietra sulla sommità dei quali, oltre ai nomi delle divinità del Sole, di Giove e quella indigena di Flus, apparivano formule abbreviate di buono o di cattivo augurio.
Banzi non potrà mai dimenticare lo scopritore della sua testimonianza archeologica più importante e significativa, venuta alla luce nello spazio che circonda il monumento che ne tramanda i fasti storici, la Badia benedettina e la Chiesa di Santa Maria, entrambe sorte su quello che fu il centro sociale e religioso dell’antica città preromana e romana di Bantia, alla quale “l’auguraculum” appartiene.

Consapevoli di questo-conclude il primo cittadini di Banzi-l’Amministrazione comunale e la comunità bantina onoreranno degnamente Mario Torelli ricordandone la figura e l’opera, mentre porgono con affetto le proprie condoglianze per la sua perdita”.