Il virus intelligente, l’Europa e le teorie scimunite

Eh, sì! Che dire quando c’è chi suggerisce di non curare gli ottantacinquenni per liberare le terapie intensive? E se non bastasse? Da 85 anni scendiamo a 80? E poi a 70? E poi? Magari non curiamo chi ha un reddito di cittadinanza? Due piccioni con una fava? O i poveri o i pensionati: tre piccioni con una fava, con gli ultimi si risparmia anche in sanità. E perché curare gli imbecilli?

Premetto che non vorrei essere nei panni di uno qualsiasi dei leader mondiali.

Pressioni inumane sui leader

Le pressioni a cui sono sottoposti sono inaudite, stretti come sono dalle esigenze della salute e dell’economia e, come se non bastasse, soggetti alle spinte di imbecilli, saccenti e saputelli oltre agli sciacalli e mentitori politici di professione: di maggioranza e opposizione.

Inoltre a volte la delinquenza politica lascia la scia ai delinquenti di professione, ma almeno per questi ultimi vale il codice penale.

Avvelenatori della società

Per non parlare della miopia di chi avvelena la società promuovendo il revanscismo sociale di una categoria verso un’altra invece di rafforzare il concetto che le categorie sono contigue e se si colpisce una categoria ne soffrono tutte e che non è una buona strategia quando una categoria è colpita colpirne un’altra per ripicca o per qualche altra scimunita teoria.

Ognuno dei leader, mondiali nazionali e locali, deve fare i conti con i limiti e la condizione economica e culturale del proprio Paese, che non può essere annullata in un amen solo perché c’è un maledetto virus in giro.

Giudicherà la storia

Alla fine ciascuno di loro consegnerà il proprio operato alla Storia, che spero non dimentichi il clangore stordente e inaccettabile che impedisce di riflettere e di potenziare la scienza e coscienza con cui decidere, e spero che nessuno di loro ceda alla tentazione di mandare tutti al diavolo. Cosa che avrei fatto volentieri io al posto loro al primo imbecille di turno.

Di questa schiera fanno parte in molti. Politici, giornalisti e opinionisti. Più blasonata la firma più grossa la minchiata.

Ottantacinquenni al macero

Eh, sì! Che dire quando c’è chi suggerisce di non curare gli ottantacinquenni per liberare le terapie intensive? E se non bastasse? Da 85 anni scendiamo a 80? E poi a 70? E poi? Magari non curiamo chi ha un reddito di cittadinanza? Due piccioni con una fava? O i poveri o i pensionati: tre piccioni con una fava, con gli ultimi si risparmia anche in sanità. E perché curare gli imbecilli?

Che siate stramaledetti e, porca miseria, un poco di terapia intensiva non vi farebbe male.

I primati, nel senso di scimmie, d’Italia

Il vostro debole cervello e l’umanità intera acquisirebbe in saggezza. L’uomo è un animale gregario. Come i mammut, i loricati e i primati che come strategia di sopravvivenza del branco sacrificano i membri più deboli. Eppure mi sembra di ricordare che gli uomini avessero da tempo assunto la posizione eretta per trovare soluzioni più smart.

Mi pare però opportuno aprire una riflessione non tanto sul contingente, ma sul retroterra culturale con cui l’Europa ha affrontato, completamente spiazzata, la crisi e che dà la stura a tanta inconsistenza.

Liberismo che passione!

Nella fase iniziale il pregiudizio della ideologia liberista, con cui si è affrontata la crisi del 2008, e i sospetti reciproci tra gli stati europei ha fatto concentrare l’attenzione sulle questioni economiche conseguenti alla crisi dimenticando la necessità di una visione comune della crisi sanitaria derivante dalla pandemia.

Gli Stati, cosiddetti frugali, pieni di rancori incomprensibili nei confronti degli Stati della Europa del Mediterraneo, spendaccioni e scialacquoni, con pieno furore ideologico hanno subito messo i paletti per il controllo del debito pubblico.

Lo stesso furore ideologico distruttivo che ha messo in ginocchio la Grecia e messo a rischio la tenuta stessa della Europa unita.

Mea culpa

Si è perso così il senso delle priorità. La prima priorità comune che avrebbe dovuto far convergere la risposta europea era come far fronte alla crisi sanitaria e come combattere il Virus. Ora c’è il mea culpa!

Ma il pregiudizio su Stati che avrebbero profittato della situazione per campare alle spalle di altri ha distolto l’attenzione dal vero problema. Ad agevolare la scarsa visione è stato il virus, che sembra dotato di intelligenza politica e che non si limita così a colpire solo i singoli, tanto da agire per prima in Italia, uno dei Paesi considerati, a torto, il più piagnone e incorreggibile. Intendiamoci considerato a torto non solo dagli olandesi ma anche dai liberisti de noantri e dai cultori del vincolo esterno. Anatema a voi!

Anatema a voi

A torto perché, checché se ne dica, l’Italia all’Europa ha convintamente obbedito, e come! Prima con Prodi ha svenduto tutta l’argenteria di famiglia poi con il governo Monti ha ipotecato anche l’anima. Ricordate “lo chiede l’Europa”? Le conseguenze le paghiamo terribilmente anche in questa crisi affrontata con una sanità pubblica martoriata da tagli imposti dalla ideologia liberista, vero cancro d’Europa. Qualcuno inizia a ragionare e ad ammettere colpe e responsabilità.

MES, MES e solo MES

E, nonostante questo, Zingaretti, Renzi, Berlusconi oltre a Calenda e all’assistente del mago Zurlì, Richetti, l’unica cosa che sono in grado di dire è di ripetere a tormentone MES, MES, MES …  per finanziare a debito non 36 miliardi per rifare la sanità italiana, come hanno detto mentendo agli italiani  , ma per un rimborso a debito più o meno di 4 miliarducci striminziti. Ora iniziano a dirlo tutti, io a maggio 2020 appena letto il modulo di adesione e non perché sono un genio, ma perché leggo le carte che loro firmano.

Di conseguenza si sono affrontate male anche le ricadute economiche del Virus.

Pandemia, BCE e lockdown

La pandemia, con il conseguente lockdown, causa danni contingenti a categorie di persone e a settori della spesa pubblica che non possono essere finanziati con prestiti ma l’unica risposta sensata è quella di finanziarle tramite l’intervento diretto della BCE. In qualsiasi forma si voglia ma in modo tale che le spese relative al ristoro dei danni all’economia e a singoli non avvenga a debito.

Un singolo Stato forse è troppo esposto per finanziare il costo della pandemia con la stampa di soldi, ma l’Europa no. Forse si dovrebbe persino fare un accordo mondiale in tale senso. Non si possono far pagare alle future generazioni i costi di una pandemia mondiale contingente e di cui soffrono tutti. Questi costi andrebbero sterilizzati.

In questo modo si eviterebbe anche l’errore di pensare che la crisi sia l’occasione per risolvere i limiti strutturali delle singole economie nazionali.

Debiti e investimenti

I debiti si fanno se si ha un progetto di incremento del PIL nazionale, se si finanziano investimenti e infrastrutture utili al rilancio della economia.

Ma siamo abituati a pensare che le teorie macroeconomiche, liberiste o meno, siano da sole in grado di risolvere i problemi della economia e della produzione di ricchezza di un Paese.

Nel frattempo siamo ciechi e non vediamo che l’Europa, avendo un unico vero centro logistico, politico e amministrativo e avendo abbandonato il Mediterraneo, punto di incontro di tre continente, è destinata a smembrarsi e a soccombere. Ma su questo abbiamo già scritto e ci torneremo.

Pietro de Sarlo

Pietro De Sarlo