Covid: bimba di un mese ignorata da chi dovrebbe gestire l’emergenza sul territorio

Accade in Basilicata, nel Vulture: nessuno si preoccupa di verificare le condizioni di salute di una madre, dei suoi quattro figli piccoli e della nonna

Mentre il presidente della Regione Vito Bardi, sulla tv pubblica, continua a dire che nella gestione dell’emergenza sanitaria è tutto a posto e che i problemi lucani sono da attribuire alla responsabilità del Governo, sul territorio accadono fatti che hanno a che vedere esclusivamente con la gestione locale dell’emergenza.

Questa che vi raccontiamo è l’ennesima storia di inefficienza e confusione nella zona del Vulture.

Ancora una volta riguarda un nucleo familiare, con bimbi piccoli, di Rionero in Vulture. Questa volta a contattarci, dopo aver letto la storia dei Nardozza e di un’altra famiglia alle prese con l’isolamento, è Debora.

“La nostra disavventura- è abbastanza lunga- spiega la donna- E penso che siamo solo all’inizio…

Alla fine del mese di ottobre –comincia a raccontare- mio cognato ha avuto contatto con una persona risultata positiva. Informato di questo si reca a Potenza per sottoporsi al tampone, che dà esito positivo.

Il giorno 31 ottobre mia sorella viene messa in isolamento con i suoi 4 bimbi (la più piccola ha solo 1 mese), lontana dal compagno. I giorni passano, il medico di famiglia le prescrive alcuni medicinali per combattere la febbre, che nel frattempo si manifesta, insieme alla tosse.  Contemporaneamente-aggiunge Debora- mia mamma ha gli stessi sintomi ma non avendo avuto contatti stretti con mio cognato (ma solo con mia sorella) non è necessario, secondo l’Asp e il medico di famiglia, che lei stia in isolamento e che qualcuno si rechi a farle il tampone.

Passano così i giorni, esattamente 12, nel silenzio assoluto da parte di coloro i quali dovrebbero monitorare i positivi e i contatti stretti in isolamento. Il 12 novembre mia sorella viene contattata per il tampone, ma deve recarsi lei a farlo… E i bimbi? Ai bambini (figli del positivo) nessun tampone. Il giorno dopo mia sorella si reca a fare il test ed ovviamente, non potendo lasciare i bimbi soli, li affida a nostra madre.

Debora, che ha scolpito ogni giorno nella sua memoria aggiunge: il 15 novembre (dopo 2 giorni dal tampone e 15 dall’inizio dell’isolamento) a mia sorella viene comunicata la positività. Mia mamma viene messa in isolamento. E così riparte tutto nel silenzio assoluto.”

La donna poi conferma quanto già raccontato da altri cittadini di Rionero in isolamento per covid: “I numeri ai quali bisogna telefonare sono sempre occupati! Oggi 18 novembre nessuno ha contattato mia mamma per chiedere lo stato di salute e per farle sapere quando farà il tampone. Ma c’è di più: nessuno ha chiamato mia sorella per chiedere del suo stato di salute e di quello dei suoi figli e soprattutto per il tampone ai bambini. La mia nipotina più piccola ha 1 mese, altri due soffrono di asma”.

Debora, dopo aver fatto anche lei il test molecolare in un laboratorio privato è risultata negativa, ma sta vivendo anche sulla sua pelle i guasti e le disfunzioni di un sistema che pare aver ormai tracimato i limiti della decenza.

“Siate umani, siate uomini e siate donne. Siate professionisti- è l’appello di questa sorella e zia preoccupata per i suoi cari- Non dovrebbero esistere raccomandazioni e clientele in questa situazione”.