Covid, reclutamento personale sanitario: impossibile il rientro di professionisti lucani fuori sede

Affidereste la vostra salute a qualcuno che è stato scelto quasi per sorteggio?

Sono molti i professionisti sanitari indignati dalle modalità di assunzione di personale sanitario che la sanità lucana giustifica con l’emergenza COVID.

La Regione Basilicata, infatti, dimentica che nella pubblica amministrazione si procede alle assunzioni mediante concorso pubblico e per quanto riguarda determinate figure professionali, in regione non si ha notizia di concorsi dagli albori del nuovo decennio.

Pertanto, di fronte all’emergenza sanitaria, la carenza di risorse umane è conseguenza della creazione di precariato, dovuta solo ed unicamente a ricorso a misure che non hanno incrementato l’organico ma semplicemente tamponato la carenza in precedenza.

La stabilità del personale si può ottenere per concorso o stabilizzazione ed è proprio questa seconda modalità, adatta in tempi di amministrazione ordinaria, e non in periodi difficili come quello che stiamo vivendo, che la sanità regionale, in maniera spietata e distratta, ha intenzione di utilizzare.

L’ obiettivo sarebbe quello di non creare precariato per usufruire delle procedure di stabilizzazione soltanto perché richiedono meno risorse in termini economici.

L’ atto pubblicato dal commissario del San Carlo, Giuseppe Spera, contiene un messaggio velato che molti non avrebbero voluto leggere.

L’azienda di fatto intraprende una procedura di ricognizione per l’assunzione a tempo indeterminato di personale del comparto già in servizio presso l’ AOR San Carlo a tempo determinato che sia utilmente collocato in graduatorie di altre Aziende, facendo ricorso alla procedura di cui all’art. 3 comma 61 L.350/2001 e all’art. 9 L. 3/2003, norme che consentono di attingere dalle graduatorie vigenti di altri enti, previo accordo tra gli stessi.

Questa azione del tutto legale spolvera una fortissima questione sociale: l’emigrazione di tanti professionisti lucani.

Per spiegarla in parole semplici riportiamo un esempio concreto: l’azienda assume tramite avviso pubblico tecnici di laboratorio biomedico che intanto si trovano in altre regioni assunti a tempo indeterminato e che, per questo, si sentono costretti a rifiutare contratti della durata di 6 mesi offerti dall’AOR San Carlo, perdendo, di conseguenza, la possibilità di lavorare nella terra d’origine e ricongiungersi con la famiglia, sentendosi vittime di un sistema che li vuole da sempre emigranti. L’aggravante è che pur volendo usufruire di periodi di aspettativa non retribuita per fronteggiare l’emergenza in Lucania, i professionisti necessitano di un nulla osta da parte delle aziende di cui sono dipendenti, che, trovandosi esse stesse in difficoltà, non concedono.

Altrove pur acquisendo graduatorie di altri enti, si tende a prendere personale locale sfruttando i concorsi di regioni confinanti, qui neanche questo.

Tutto questo evidenzia ancora di più la distanza dei professionisti che, intanto, nella speranza di rientrare,  vedono stabilizzare risorse  con bassi o nulli titoli in particolare titoli di carriera.

A costo di essere ripetitivi affermiamo che un tale abominio sarebbe evitabile se solo fosse bandito un concorso pubblico che desse a tutti la possibilità di candidarsi, senza escludere inesperti, neolaureati, professionisti fuori sede che devono dipendere da nulla osta di altre aziende.

Per concludere, poniamo una domanda: affidereste la vostra salute a qualcuno che è stato scelto quasi per sorteggio, o selezionereste professionisti sanitari per merito con tre prove (scritta, pratica e orale) concorsuali?”

Lettera firmata dal gruppo di operatori sanitari “Lucani fuori sede” che ha lanciato una petizione online a questo sito