Personale sanitario, Fials: dalla politica tutta, solo promesse

La bozza di manovra finanziaria 2021 non risponde a quelle che erano le aspettative dei professionisti

“La politica perde ancora una volta la sua chance di riscatto con gli operatori della sanità. Un disegno di manovra finanziaria 2021, che per quanto in bozza, certamente non risponde a quelle che erano le aspettative dei professionisti”. Così Giuseppe Carbone, Segretario Generale della Fials, esprime la sua delusione per il clamoroso scarto tra gli enunciati e le realizzazioni governative in favore del personale sanitario così duramente e coraggiosamente impegnato sulla prima linea del fronte della guerra al Coronavirus.

“La delusione è generale – commenta Giuseppe Costanzo, segretario Fials di Potenza – e quindi condivido in pieno e faccio mie tutte le approfondite e puntuali critiche che la nostra confederazione sindacale ha espresso. Su questo terreno è del tutto evidente come non ci siano differenze tra governo nazionale e giunta regionale. E’ tutta la politica, dal centrodestra al centrosinistra ai 5 stelle, che si sciacqua la bocca con promesse importanti sulla necessità di gratificare il sacrificio dei lavoratori. Ma quando si tratta di passare alle parole ai fatti, si concretizza poco o niente”.

“Suona come l’ennesimo schiaffo in faccia ai professionisti sanitari – spiega Costanzo illustrando la nota nazionale della Fials contro la manovra finanziaria- l’art. 65 del ddl bilancio 2021 che riconosce solo alla dirigenza sanitaria e medica un aumento del 27% dell’indennità di esclusività, da sempre negata in modo discriminatorio e incomprensibile ai professionisti sanitari del comparto. Un’indennità promessa da tanti governi e ministri della salute e poi disattesa”

Questo aumento mensile arriverà nelle tasche dei dirigenti medici ospedalieri già a gennaio, con una media di oltre 200 euro, fino a un massimo di 384 euro in più.

“Agli infermieri – contesta Costanzo – invece solo fumo negli occhi e nessun riconoscimento dell’impegno antiCovid, senza dubbio è giusto riconoscere alla classe medica la giusta ricompensa per l’impegno profuso, ma sarebbe altrettanto giusto e sacrosanto riconoscere a tutti gli operatori sanitari l’impegno di questi ultimi difficilissimi mesi. L’art.66 prevede solo una miserevole indennità specifica infermieristica: circa 5 euro lordi al giorno, a partire dal 1° gennaio 2021, ma solo dopo la definizione del nuovo CCNL, quindi tra un anno o due: Un insulto più che un riconoscimento!”

Per la Fials questo Parlamento deve invece avere il coraggio di inserire, nella legge di bilancio, l’estensione, dal 1°gennaio 2021, dell’indennità di esclusività a tutte le professioni sanitarie del comparto. “Non vi è un solo motivo – insiste il segretario provinciale della Fials – per differenziare il riconoscimento giuridico, normativo ed economico. Agli infermieri, così come alle altre professioni sanitarie, deve essere corrisposto un aumento economico considerevole – indennità di esclusività – simile a quello della dirigenza sanitaria, senza se e senza ma. Non va bene, invece, un’indennità specifica infermieristica. Quest’ultima va definita dentro il rinnovo contrattuale, diversificandola tra le professioni sanitarie in rapporto all’autonomia, competenze e responsabilità professionali.”

“Eravamo convinti – spiega Costanzo – che  l’emergenza Covid19 avesse insegnato alla politica italiana a non prescindere dall’investimento in Sanità, dal riconoscimento e dalla valorizzazione di tutti, ognuno con le proprie competenze. Invece il ddl bilancio 2021 non destina un aumento dignitoso per il rinnovo contrattuale 2019-2021. Un incremento appena del 4,10% per un aumento medio mensile lordo di 80 euro alla categ. D3. Non sono neanche previste le risorse per rivedere l’ordinamento professionale”.

La nota di Costanzo conclude rilanciando le considerazioni finali di Carbone: “Per questo Governo la sanità è giusta che viaggi su due  binari:  – denuncia il Segretario generale della FIALS- basti pensare anche ai 70 milioni di euro stanziati per i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta per l’esecuzione dei tamponi antigenici rapidi. Mentre viene  dimenticata troppo presto la figura dell’infermiere di famiglia”