Rosa la lavapanni violentata a vent’anni e riportata in vita dall’artista sconosciuto di Genzano di Lucania

Dopo pochi mesi il misterioso disegnatore torna con un messaggio contro la violenza sulle donne impresso sui muri del centro storico della cittadina del Potentino

Nel giorno in cui si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne arriva da Genzano di Lucania il messaggio più efficace.

Come il più celebre e altrettanto misterioso Bansky, un artista senza nome, per la seconda volta in pochi mesi torna a far parlare di sé. Lo sconosciuto questa volta, con uno sguardo rivolto al passato, lascia il suo messaggio, ben evidente sui muri scrostati del centro storico della cittadina lucana, sulla violenza subita dalle donne e lo fa dipingendo la tipica lavandaia genzanese e alcuni versi del testo di una canzone popolare su cui- come ci conferma la sindaca Viviana Cervellino- quasi mai forse nessuno si è soffermato a riflettere.

Il dipinto dell’ignoto capovolge una realtà narrata fino ad oggi nella canzone dal titolo “Rosa la lavapanni”.

Siamo andati alla ricerca di questa storia per capire se Rosa sia realmente esistita. La giovane che si può ammirare nel dipinto, indossa il tipico costume genzanese della lavandaia.

L’arco temporale in cui collocarla potrebbe essere quello compreso tra gli Anni Venti e i Trenta, ma, come ci spiega la sindaca, in paese non si ha memoria di una ragazza chiamata Rosa che abbia subito abusi sessuali in quell’epoca.

Si ha però memoria delle lavandaie genzanesi, simbolo ancora oggi di operosità e laboriosità, sul cui costume il “padrone”, poneva ornamenti d’oro per dimostrare sì la sua ricchezza ma evidenziare che quella persona e quel corpo erano di sua proprietà.

Arriva dunque come uno schiaffo in pieno volto il messaggio dello sconosciuto disegnatore che pare voler ricordare a tutta la comunità, che su quella canzone ha ballato e balla, che quella richiesta d’aiuto è rimasta sepolta nei versi scritti in dialetto genzanese:

Rosa, lavandaia di Genzano di Lucania

la violenza subita, le urla che nessuno ha sentito.

La rosa dipinta tra le mani della lavandaia, i petali sparsi con pennellate di colore lungo la strada che porta alla grotta dove si può ammirare il dipinto, a simboleggiare il corpo lacerato dalla violenza.

Rosa, lavandaia di Genzano di Lucania

E’ chiaro il messaggio di questo Bansky genzanese che dipingendo Rosa riporta in vita tutte le donne violate e uccise per mano di un uomo: dalla cultura, sia essa popolare o no, bisogna partire per fare in modo che nessun uomo possa sentirsi padrone di una donna. 

Rosa, lavandaia di Genzano di Lucania