Petrolio, si punti alla transizione energetica e si faccia della Basilicata un hub dell’idrogeno

Il segretario della Cgil lucana: sbagliato modificare legge sulle royalties, si convochi tavolo della trasparenza per rinnovo concessione Eni

“Modificare la legge regionale 40 sulle royalties del petrolio è sbagliato, in quanto è errato il principio di elargire risorse ai singoli Comuni. Bisogna invece avere una visione più generale di come investiamo le risorse del petrolio nella transizione energetica, che riguarda i territori della Val d’Agri ma più in generale il futuro di questa regione, in una visione unitaria e prospettica su come governiamo questa fase di transizione su cui costruire lo sviluppo della Basilicata. Bisogna sottrarci alla logica sbagliata degli interventi a pioggia per fontane e rotonde degli anni passati”.

Così il segretario della Regione Basilicata, Angelo Summa, interviene sul dibattito innescato a seguito dell’emendamento proposto e poi ritirato dal presidente del Consiglio regionale Carmine Cicala sulla modifica alla legge 40 a favore dei soli Comuni interessati dalle estrazioni petrolifere in Val D’Agri. “Si convochi il tavolo della trasparenza per discutere i contenuti del rinnovo della concessioni Eni – continua Summa – che non possono tradursi in una semplice rinegoziazione ma in una scelta politica di transizione energetica che per la Cgil si concretizza nella realizzazione in Basilicata di un hub dell’idrogeno”.

Per Summa “la crisi pandemica ha messo ancora più in evidenza il difficile rapporto tra lavoro, ambiente, sicurezza e attività estrattiva. Siamo da troppo tempo dentro una lunga stagione di incertezza su tutto ciò che attiene all’attività estrattiva e in particolare al futuro energetico della nostra regione. Serve il governo delle attuali attività legate al fossile con uno sguardo verso il futuro, che è rappresentato dalle energie rinnovabili e in particolare dall’idrogeno.

La Basilicata può giocare un ruolo determinante in questa nuova fase mondiale. La strategia da mettere in campo è quella di determinare con chiarezza il governo di questa fase di transizione nella gestione dello sfruttamento del fossile in sicurezza, definendo con Eni e Total un piano industriale strategico di investimento nelle energie rinnovabili a fronte dell’impegno in una chiara connessione con l’automotive.

È fondamentale farlo in questa fase nella quale gli effetti della pandemia e del calo del prezzo del barile – prosegue il segretario della Cgil – hanno fatto esplodere tutte le criticità occupazionali dovute alla contrazione delle attività. Per queste motivazioni ritengo necessario evitare rotture e conflitti sulle questioni occupazionali. L’Eni, utilizzando questa fase di contrazione, dovrebbe fare un grande investimento, a garanzia della tenuta occupazionale, sulla qualità, sulla tecnologia e sulla sicurezza degli impianti. Ciò avrebbe un doppio effetto: garantire la tenuta occupazionale e soprattutto rendere sempre più compatibile l’attività estrattiva con la tutela ambientale. Due aspetti fondamentali per ricostruire un nuovo terreno di credibilità per la multinazionale, ma anche per rinsaldare un nuovo rapporto con il territorio da tempo scaduto nelle querelle localistiche e negli scambi di filiere di interessi molto corti.

Ricostruire un nuovo rapporto tra territorio ed Eni – afferma Angelo Summa – sta dentro una nuova visione di prospettiva che punti in maniera decisiva sull’idrogeno tra le energie rinnovabili. Transizione energetica e idrogeno sono per la Basilicata una grande occasione, ma è necessario iscriverla dentro il rinnovo della concessione Eni, che è scaduta da oltre un anno e della quale non si sa nulla. Un tema di tale rilevanza non può essere trattato senza un confronto trasparente con tutta la comunità lucana. La Basilicata ha tutte le carte in regola dopo che per 20 anni ha dato al paese un importante contributo energetico: il 90 per cento della produzione di idrocarburi prodotta dal nostro paese è stato assicurato dalla Basilicata. Già questo dovrebbe pesare sul tavolo nazionale affinché parte degli investimenti in campo sulla transizione energetica e le risorse del Recovery fund vedano la Basilicata in prima linea nel ricevere tali risorse. Si deve cominciare una seria discussione sui fondi strutturali, su Green New Deal e su ogni altra azione che affronti il tema dello sviluppo radicato nei territori.

Serve un grande piano industriale in cui la Basilicata si candida ad essere un hub energetico italiano sull’idrogeno – conclude Summa – Si tratta di scelte di politica industriale: il futuro si gioca su innovazione, digitalizzazione e ambiente. Se non vogliamo rimanere fuori dalla storia e dallo sviluppo questo è il tempo di non negoziare solo royalty in più, ma di porre le basi per un reale cambiamento governando i processi con uno visuale lunga, che sappia guardare oltre l’oggi, oltre l’immediato, perché questa dovrebbe essere la reale capacità progettuale propria della politica”.