Il ‘fattore’ Covid e il mercato del lavoro lucano 2020

Il Centro studi sociale e del lavoro Uil: E' tempo di grande dialogo della società locale

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La pandemia è ancora qui. Ha inferto i suoi pesanti contraccolpi nelle attività economiche e nei redditi familiari dei lucani. Si segnala un forte calo degli occupati già a partire dal mese di marzo 2020. La base occupazionale di 190 mila unita del terzo trimestre 2020 (terzo trimestre 2020cresce) di 4mila unita sul trimestre precedente e rappresenta il ‘sentiero di traversa’ di quella possibile ripresa che gli osservatori specialistici preconizzano agli inizi del 2021.

All’inverso l’anno ‘horribilis’ passa per una contrazione forte dell’occupazione di circa 8mila unità nel confronto del semestre gennaio-giugno 2020/2019, molto marcata in agricoltura (-7,5%)e nei servizi (-5%)confermandosi come i settori di maggiore sofferenza per le misure antipandemiche. Insieme ad un incremento nel terzo trimestre di circa 8mila disoccupati, con una marcata disoccupazione giovanile del 32%.
E’ significativo il fenomeno già registrato in cicli precedenti della diminuzione del numero degli inattivi nel terzo trimestre 2020 di circa 14mila unita sul secondo trimestre 2020.

Esiste un meccanismo di travaso continuo tra mondo della inattività e della disoccupazione. Un’ territorio’ esteso oltre le misurazioni statistiche che riunisce i frammenti del lavoro in un gran numero di figure valutabile tra disoccupazione ufficiale ,nascosta, mondo della stagionalità e della emigrazione; una sfera di precarietà sociale intorno alle 50/60mila persone.
Un sistema di lavori e micro lavori che si restringe e si dilata a seconda della congiuntura: dai settori dei servizi, del commercio,del turismo, della cura e della domiciliarità a quello delle costruzioni ed al mondo vasto ed emergente dell’agroindustria .
Anche il flusso delle assunzioni denuncia la grave sofferenza del mercato occupazionale. Nei primi nove mesi critici del 2020 i 30mila avviamenti rappresentano una drastica riduzione del 40%sul dato del 2019. Un calo che attacca tutte le tipologie contrattuali, sia a tempo indeterminato che a termine (intermittenti, somministrati, a tempo determinato). Perfino le trasformazioni da tempo determinato(2500 ca) nel periodo gennaio-settembre 2020 si contraggono del 22%.

Dunque un mercato del lavoro che si inceppa mentre l’ economia osserva la “legge del meno uno”: una ‘crescita’ annua di un punto in meno dell’Eurozona. Negli ultimi venti anni un ritardo di quasi 30 punti. La nuova fase di sviluppo dovrà, per forza di cose, essere robusta, equa ed al tempo stesso sostenibile.
La regione Basilicata è proprio lo specchio più lucido di una comunità che può animarsi se si accende l’idea delle sue fertili vocazioni con il modello del Green new deal europeo. Una società calda una combinazione virtuosa di famiglie, bisogni eterogenei di cure e di sicurezza sociale, insieme al protagonismo delle fasce alte del mercato del lavoro. Ora serve, senza sconti, una grande progettualità trasformativa con i Fondi Ue, legata all’ambiente, alle aree interne,ai comuni polvere ed alle risorse della longevità e delle nuove generazioni.

All’ agroindustria, all’agroforestale, alle realtà locali delle zone da ‘rianimare’, con un piglio manageriale ed attuativo, diverso dal passato..’Chi fa che cosa e chi verifica che le cose si fanno’?.. E poi una aggiuntività delle risorse… C’è qualcosa che non gira nella produttività della spesa pubblica regionale. Negli ultimi dieci anni sono stati certificati 180 mld di bilancio pubblico allargato. Con quali effetti moltiplicativi del reddito, dei consumi e degli investimenti? Pensiamo alle rilevanti risorse delle royalties. E’ plausibile un vincolo delle commodities valorizzate sul mercato finanziario da assegnare a progetti di sviluppo sostenibile e di lungo termine, agendo a sostegno di quei settori maggiormente colpiti dalla crisi e ripensandone il modello di business? Insieme a strumenti affatto nuovi di promozione delle politiche attive, incluso un vero moderno Osservatorio del Mercato del Lavoro ed impresa insieme possono estrarre dalla crisi Covid nuovi valori, nuovi diritti individuali e sociali. Con un nuovo progetto di Regione-Mondo.
E’ infatti il ‘metro’ del mercato lucano del lavoro ad indurre ad una ‘lettura lenta’ dei suoi fenomeni carsici . Un  ‘pensiero lungo’ per capire le tante sfide e provocazioni della pandemia nella cultura e nel sociale della regione, che rimane’ un luogo vero in cui trovare la misura delle cose’ (Levi).
Quale è questa misura, quali sono le misure! Cambiamenti e resistenze, grandi svolte e tanti rallentamenti , ’discese ardite e risalite’, tradizione, continuità e straordinarie invenzioni. Fragilità e crepe da cui vedi la luce.
Quando c’è la ripresa essa è un ‘cammino di lenta ripresa’, come è stata quella che abbiamo colto e documentato con il Censis nel quinquennio scorso.
Un meccanismo di funzionamento del mercato del lavoro, alterno, “incespicante”, mosso dalla congiuntura favorevole esterna o dalla provvista di investimenti pubblico/privati o per l’iniziativa dei players presenti nel tessuto locale.
Ora le ‘paure vanno attraversate ,‘tra’ prossimità e riconoscimento culturale ,sociale del valore dei beni comuni. E’ tempo di un grande dialogo nella società locale.
Una regione che’ si guarda dentro’, mobilita i ‘saperi esperti e non esperti’, i suoi ‘mondi vitali’ per un ripensamento necessario dello sviluppo che contrasti le disuguaglianze, le riconosca e le superi.

Giancarlo Vainieri e Sofia Di Pierro del Centro studi sociali e del lavoro- Uil

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