La politica lucana compatta dice no al deposito unico di scorie nucleari

Le dichiarazioni di deputati, senatori e consiglieri regionali dopo la pubblicazione delle aree indonee a stoccare i rifiuti radioattivi

La politica lucana si compatta per dire no al deposito unico di scorie nucleari dopo la pubblicazione della Carta delle aree idonee che vede la Basilicata tra queste. Dal centrodestra al centrosinistra la contrarietà anche solo all’ipotesi che lo stoccaggio nazionale di rifiuti radioattivi avvenga in Basilicata è viene espressa senza mezzi termini.

“Diamo già troppo al Paese, si guardi verso altri territori per le scorie. Il parlamentare Vito De Filippo, i consiglieri regionali Luca Braia e Mario Polese, i coordinatori provinciali, i dirigenti e gli iscritti di Italia Viva Basilicata esprimono la totale e ferma contrarietà al deposito unico di scorie nucleari.

La nostra regione -scrivono in una nota-non può e non deve essere tra le sedi candidate ad ospitare, nelle aree ricadenti nei Comuni di Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, Matera, Bernalda, Montalbano e Montescaglioso, il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, cosiddetto Cnapi.

La Basilicata, ha già il suo importante e delicato, in termini di impatto ambientale, ruolo sul piano energetico nazionale con le estrazioni petrolifere e deve oggi più che mai posizionarsi sul tema della transazione energetica come regione che punta alla sostenibilità. Pertanto, la pubblicazione della mappa fino a ieri chiusa nei cassetti di Sogin e la consultazione pubblica che seguirà nei prossimi mesi, siamo certi troverà la stessa Basilicata di 17 anni fa ad opporsi in tutti i modi. Si prevenga una nuova mobilitazione popolare, si guardi già altrove. Ora come allora siamo pronti a generare una nuova Scanzano”.

La Basilicata non é disponibile”- affermano Roberto Cifarelli e Marcello Pittella, consiglieri regionali Pd. La Basilicata si è già opposta 17 anni fa al deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e sarà pronta a rifarlo con forza, come allora. E’ evidente che in termini di “sostenibilità” la Basilicata contribuisce già in maniera rilevante al fabbisogno energetico nazionale e non é affatto pensabile che si vada oltre. No, grazie!

“Ribadiamo, con forza, l’assoluta contrarietà ad ogni ipotesi di ubicazione sul nostro territorio del deposito nazionale delle scorie radioattive e siamo pronti alla mobilitazione in difesa degli interessi dei lucani contro chi vuole rendere la nostra terra sede di un cimitero nucleare”.

E’ quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale di Fratelli d‘Italia Giovanni Vizziello. “In virtù della normativa varata nel 2010”-ricorda Vizziello-“ la pubblicazione della Carta delle aree potenzialmente idonee dovrà essere sottoposta al parere dei cittadini e siamo certi che i lucani esprimeranno in maniera convinta il loro dissenso rispetto alla eventualità di sacrificare un territorio, quello lucano, sul quale da anni insistono produzioni ad elevato impatto ambientale, quelle petrolifere, e che quindi si è già sacrificato fornendo un contributo rilevante alle esigenze energetiche nazionali.”

“Non si tratta di essere affetti dalla sindrome nimby (Not In My Back Yard) ”-dichiara l’esponente di Fratelli d’Italia-“ bensì di valutare le conseguenze che potrebbero derivare dall’indicazione dell’area di Matera quale possibile sede unica dei rifiuti nucleari sparsi oggi in una ventina di depositi locali, rispetto alla stessa qualificazione di Matera patrimonio mondiale dell’umanità e allo straordinario paesaggio culturale di cui è espressione la citta dei sassi”.

“Nei prossimi giorni Fratelli d’Italia sarà presente nelle piazze della nostra regione per raccogliere le firme necessarie ad impedire qualsiasi progetto teso a pregiudicare le esigenze dei nostri concittadini” -annuncia Vizziello- “rinverdendo quell’identità lucana che si era manifestata a Scanzano diciassette anni fa, grazie tenacia e all’amore per la Basilicata di attivisti come il compianto Sabatino Casulli e di tanti cittadini pronti a difendere la nostra terra”.

Carlo Trerotola consigliere regionale “Prospettive lucane”: E’ davvero stupefacente, dopo che nel 2003 la ferma e corale mobilitazione delle istituzioni e del popolo lucano sventò l’inopinata ubicazione a Scanzano Jonico del cimitero delle scorie nucleari, soltanto ipotizzare che nella nostra regione possa essere allocato il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Con il nulla osta governativo alla pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), predisposta dalla Sogin, è stato svelato l’ insensato inserimento tra gli eventuali siti di diversi Comuni lucani, ubicati nel Bradano o nell’area murgiana, tra cui addirittura la città di Matera, Capitale Europea della Cultura 2019.

E’ un’ipotesi scellerata, che bisogna assolutamente scongiurare, recuperando il medesimo spirito unitario di 18 anni fa, che vide lottare insieme, al di là degli steccati politici, cittadini, forze sociali e rappresentanti istituzionali di qualsiasi livello.

La Basilicata già paga un prezzo elevato alla sostenibilità ambientale del territorio con la presenza di diversi pozzi petroliferi, che contribuiscono in maniera determinante al fabbisogno energetico dell’intera nazione. L’intera comunità lucana deve reagire, con la medesima fermezza e passione di 18 anni fa, a quest’ulteriore tentativo d’inquinare la salubrità della nostra aria e la bellezza del nostro habitat naturale.

Le istituzioni elevino forte la voce della netta contrarietà a questa sciagurata ipotesi. Bene ha fatto il Presidente Bardi a convocare una riunione con gli organismi regionali e gli Enti Locali interessati alla consultazione pubblica. Contemporaneamente si convochi subito un’apposita seduta straordinaria del Consiglio Regionale e si attivino anche i parlamentari lucani”.

Luciano Cillis, Arnaldo Lomuti, Giovanni Perrino, Mirella Liuzzi, Carmela Carlucci, Gianni Leggieri M5S:  Sogin S.p.a. ha reso pubblica la nota tecnica relativa ai siti idonei per lo stoccaggio delle scorie nucleari di bassa e media intensità. Un elenco di 67 potenziali siti con determinate caratteristiche diffusi su tutto il territorio nazionale, e che ora vedranno un momento di aperto dibattito pubblico. Purtroppo constatiamo che tra i siti individuati, ce n’è una moltitudine in Basilicata.

Tutto questo non è assolutamente accettabile, poiché la nostra regione e il nostro territorio hanno già dato e continuano a dare tanto, essendo coinvolti da decenni sia nello stoccaggio di scorie nucleari anche ad altissima attività (con ulteriori problemi di inquinamento delle falde da cromo esavalente, trielina ed idrocarburi nel sito di Rotondella) sia nelle estrazioni petrolifere e ospitando ben due siti di pre-raffinazione, uno in Val D’Agri (con serie conseguenze di inquinamento ambientale a causa di sversamenti legati allo stoccaggio di greggio e presunto traffico di rifiuti pericolosi) e uno nella Valle del Sauro, che già sta mostrando i propri effetti negativi sulla qualità dell’aria nei territori interessati.

Ricordiamo, inoltre, di avere già subito in passato un vero e proprio scempio ambientale con la prima industrializzazione degli anni 60, che ha lasciato abbandonati una serie di siti industriali i quali aspettano ancora di essere recuperati e bonificati (Valbasento e Tito).

Pertanto, saremo con convinzione al fianco di tutte le Istituzioni lucane, a prescindere dal colore politico che le contraddistingue, al fine di far pervenire la nostra forte, decisa e rigorosa contrarietà a questa sciagurata ipotesi.

Così come già avvenuto nel 2003 con la marcia dei centomila, che fece fallire il tentativo di creare il sito unico nazionale delle scorie nucleari nel Comune di Scanzano Jonico, tutta la Comunità Lucana saprà fare di nuovo fronte unico e si presenterà forte e compatta, in tutte le sedi, per scongiurare ogni eventuale coinvolgimento del proprio territorio.

Contrarietà è stata espressa anche dal senatore lucano Saverio de Bonis (Gruppo Misto): “ Il nostro territorio ha già dato abbondantemente al paese con le trivellazioni petrolifere; che adesso debba anche farsi carico dello smaltimento del nucleare è inaccettabile. Non si tratta del cosiddetto Nymby, bensì di giustizia territoriale. L’economia lucana confida moltissimo nell’agricoltura sostenibile e nel turismo, cosicché è inconcepibile pensare di imporre alla nostra regione un ulteriore prezzo da pagare in termini di gestione del settore energetico. Per questo è mia intenzione presentare una interrogazione parlamentare sul tema (…) Come diciotto anni fa a Scanzano Jonico, anche oggi faremo tutto quanto in nostro potere per supportare il popolo lucano contro questa assurda decisione”.

Sulla stessa lunghezza d’onda un altro senatore lucano, Pasquale Pepe (Lega): “Mi oppongo e mi opporrò in maniera intransigente e in tutte le sedi istituzionali all’ipotesi della realizzazione in Basilicata del deposito unico delle scorie nucleari. Tra le aree nazionali individuate – aggiunge Pepe – ci sono quelle che ricadono nei territori di Genzano di Lucania, Irsina, Oppido Lucano, Acerenza, Matera, Bernalda, Montalbano Jonico e Montescaglioso. Qui, negli anni, sono stati fatti investimenti ingenti per creare la fabbrica della vita e non della morte. Sono state costruite dighe perché questi territori dovranno ospitare un’agricoltura di altissima qualità ed esperienze di innovazione, grazie ad un suolo di eccellenza per la produzione agroalimentare. Portare qui le scorie nucleari, significherebbe minare alla base il sistema produttivo della regione e mettere una pietra tombale sulle possibilità di riscatto sociale di una regione in cerca disperato di rilancio”.

Michele Casino, deputato Forza Italia: “La mappa delle aree potenzialmente idonee per il deposito dei rifiuti radioattivi individuata dalla Sogin, resa pubblica dopo il via libera del governo, inquieta parecchio.  Moltissimi dei Comuni identificati per ospitare le scorie nucleari si trovano nel Sud Italia, alcuni dei quali di grande importanza culturale e turistica, come Matera ad esempio, che gradiremmo non diventasse la ‘pattumiera’ d’Italia. Visto che si tratta di materia delicatissima riteniamo che il ministro dell’Ambiente debba chiarire quale sia la posizione dell’esecutivo. In qualità di rappresentante istituzionale del Territorio esprimo fermamente il mio No a qualsiasi progetto di governo che voglia fare della nostra terra un luogo di conferimento di rifiuti radioattivi pericolosi per la salute e la vita dei nostri cittadini” .

Gianluca Rospi deputato Popolo protagonista: Farò un’interpellanza urgente ai ministri Costa e Patuanelli per chiedere ragione dello sciagurato inserimento di sette zone della Basilicata tra quelle potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nazionale nucleare, dimostrando la loro inidoneità”. Già nel 2017, l’Ordine degli Ingegneri di Matera che presiedevo realizzò, insieme agli ordini professionali dei geologi e degli architetti, un corposo studio destinato alle istituzioni competenti che conteneva le osservazioni relative alla Valutazione Ambientale Strategica del ‘Programma nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi’, da cui si evinceva la pressoché totale inidoneità del territorio lucano a ospitare rifiuti di quel genere. Dal documento emergeva l’elevata sismicità del territorio, il rischio morfologico e idraulico oltre che la presenza di aree naturali protette e di importanti risorse del sottosuolo che hanno condotto alla realizzazione di infrastrutture critiche rilevanti, quali gli impianti estrattivi”. “Oggi con ancora più determinazione di allora, mi opporrò all’idea di una Basilicata discarica nucleare d’Italia per i motivi indicati, per le vie di comunicazione assolutamente inidonee a ricevere i rifiuti nucleari dall’intera nazione e per l’alto livello di pressione alla quale la nostra terra è sottoposta per via delle importanti attività petrolifere, inconciliabili con un deposito di rifiuti radioattivi”.

Netta contrarietà è stata espressa anche dai consiglieri comunali di Potenza del centrosinistra e della Lega.