Consorzio di Bonifica e lavori “Distretto G”: qualcuno voleva condizionare l’esito dell’appalto?

Il conflitto inusuale tra le decisioni della Commissione di gara e le “aspettative” di qualcun altro. Settima puntata dell'inchiesta

Nelle precedenti puntate dell’inchiesta abbiamo percorso l’iter procedurale nella gestione della gara d’appalto del cosiddetto Distretto G dello schema idrico Basento-Bradano. Attraversando le diverse amministrazioni che si sono succedute negli anni e riscontrando una serie di dubbi che, al momento, permangono nella loro gravità. Le “ombre” sulle quali abbiamo puntato i nostri riflettori riguardano, tra le altre, la composizione della Commissione di gara, la sovrapposizione di figure quali il Rup (Responsabile unico del procedimento), gli affidamenti della progettazione a Società “amiche”, le nomine dei consulenti e strani giri di documenti. Qui la prima puntata, qui la seconda, qui la terza, qui la quarta, qui la quinta, qui la sesta.

La domanda ricorrente nell’inchiesta è sempre la stessa: qualcuno voleva condizionare l’esito della gara?

In questa puntata proviamo a sollevare alcuni dubbi che, a nostro avviso, confermano la legittimità della domanda. Analizziamo la documentazione relativa alla chiusura delle procedure di gara e all’aggiudicazione definitiva dei lavori e consigliamo al lettore di tenere in memoria quanto già rivelato nelle puntate precedenti.

L’inusuale comportamento del Commissario del Consorzio, Giuseppe Musacchio

All’esito della conclusione delle procedure di gara viene individuata quale aggiudicataria “provvisoria” l’impresa D’Agostino Angelo Antonio Costruzioni Generali s.r.l. di Montefalcione (Av) per l’importo totale di 45milioni, in cui è ricompreso l’ulteriore importo di 540mila euro per la progettazione “esecutiva”. La seconda classificata è l’Associazione temporanea di imprese Intercantieri Vittadello – Ares Costruzioni Generali S.p.A. di Potenza, per intenderci ex Impresa De Sio. Secondo la normativa in materia di appalti pubblici, tali risultanze, per essere efficaci, devono essere approvate definitivamente dalla amministrazione della stazione appaltante, in concreto dal Commissario del Consorzio, Giuseppe Musacchio.

Ebbene, dalla semplice lettura della delibera n. 75 del 12 marzo 2015 (qui allegata), adottata dal Commissario, con la quale si aggiudicano definitivamente i lavori, scopriamo che Musacchio esprime chiaro dissenso, o meglio esplicita disapprovazione, nei confronti delle determinazioni conclusive della Commissione di gara. Emerge una presa di distanza che lascia perplessi: sembra che voglia far decadere la decisione dei Commissari.

Secondo la legge, d.lgs. 163/2006, l’aggiudicazione provvisoria per diventare definitiva deve essere approvata dell’amministrazione della stazione appaltante, a cui è data facoltà di chiedere alla Commissione di gara, ossia al suo presidente, chiarimenti o documenti inerenti la complessiva procedura messa in atto.

Accade quindi che Musacchio riceve i documenti da parte della Commissione e, evidentemente non convinto delle risultanze finali cui è giunta con l’aggiudicazione provvisoria all’impresa D’Agostino, esercita sulla attività della Commissione di gara e del Responsabile del procedimento un minuzioso controllo tecnico e procedurale in particolare sul lavoro di quel dirigente tecnico del Consorzio, ingegnere Marianna Marchitelli, che egli stesso, con diverse forzature, aveva fortemente voluto.

Di fatti chiede spiegazioni al suo dirigente Marchitelli, quest’ultima interpellata in veste sia di presidente della Commissione di gara sia in veste di Responsabile del procedimento, sull’esame svolto in ordine all’ offerta pervenuta dall’impresa poi risultata prima classificata.

Il conflitto interno

L’avvocato Musacchio non si limita a chiedere sommari chiarimenti su questioni procedurali ma, con un tecnicismo sorprendente, veste i panni di un ingegnere esperto, di un geologo di alto spessore con provata esperienza in materia.  E sembra insinuare che il comportamento della Commissione giudicatrice e deli esperti che l’hanno supportata, che egli stesso ha nominato, non sia stato professionalmente soddisfacente e corretto. Quali sono i chiarimenti che Musacchio chiede alla Commissione? “… se i preventivi siano stati scrutinati in maniera puntuale e se sia più corretto che gli stessi siano attuali e con validità compatibile con i tempi di esecuzione dell’appalto”; “…se il materiale proposto corrispondeva alle caratteristiche “…geomorfologiche  dei luoghi ove saranno allocate  le condotte…”; “…se si è tenuto conto delle specifiche modalità di posa in opera suggerite dalla fornitrice Sarplast ed esplicitate nel manuale dei tubi… “;  “ se nella valutazione dell’offerta tecnica si siano considerate  le caratteristiche geomorfologiche delle aree delle quali dovranno essere poste in opera le condotte in vetro resina proposte dall’aggiudicatario”.

Per caso, il Commissario del Consorzio ha costituito un suo personale staff tecnico di controllo sull’operato della Commissione di gara e degli esperti da egli stesso nominati?

Insomma sembra emergere un conflitto inusuale tra le decisioni della Commissione di gara e le “aspettative” di qualcun altro, Musacchio compreso. E dunque potremmo leggere in questo conflitto il tentativo di rimettere in discussione l’aggiudicazione all’impresa prima classificata per ridare speranza alla seconda? Non saremo noi a dirlo. Possiamo soltanto fornire altri particolari che possono aiutare il lettore a farsi un’idea.

“Disapprovo, ma approvo”

Fatto sta che alle richieste di chiarimenti di Musacchio il Rup Marchitelli riscontra e conferma la regolarità delle scelte della Commissione di gara. Scelte che Musacchio non approva definendo la relazione del Rup come inviata in modalità “impropriamente di carattere riservato” ne prende atto “sebbene i chiarimenti forniti dal Rup siano carenti – in quanto almeno per la parte relativa alla verifica dell’anomalia, ella non ha dato effettivo riscontro a nessuno degli specifici quesiti posti dal Commissario”.  Tuttavia, si rende conto che al Commissario, cioè a lui, “…non è dato sindacare quanto espresso dalla Commissione di gara in merito all’offerta tecnica e dal Rup in merito alla verifica dell’anomalia”. Di conseguenza Musacchio approva i verbali di gara e aggiudica definitivamente la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori di “Completamento schema idrico Basento-Bradano – Attrezzamento Settore G “all’operatore economico D’Agostino Angelo Antonio Costruzioni Generali S.r.l. di Montefalcione (Av).

Insomma, Musacchio non nasconde anzi esibisce e formalizza in delibera il suo disappunto prendendo così le distanze dalle conclusioni del lavoro della Commissione di gara. Un atteggiamento singolare e contraddittorio. Il Commissario del Consorzio coerentemente, ritenendo non soddisfacenti le spiegazioni del Rup, avrebbe potuto e dovuto non approvare e bloccare l’iter di aggiudicazione essendoci a suo dire “errori e carenze nelle procedure e insufficienti spiegazioni”. Non lo ha fatto.

Il Commissario del Consorzio avrebbe potuto assumere un atteggiamento più “istituzionale” affidandosi alle valutazioni della Commissione di gara e degli esperti, come spesso accade in queste circostanze, che egli stesso ha nominato, senza aprire scenari tecnici e burocratici oltre modo inusuali. Neanche questo ha fatto. E dunque ci viene da chiedere: tutta la manfrina della disapprovazione, della presa di distanza  e poi dell’approvazione degli esiti di gare a che pro?

Le imprese prima e seconda classificata

La seconda classificata è l’Associazione temporanea Intercantieri Vittadello – Ares Costruzioni Generali S.p.A. di Potenza, quest’ultima – Ares –  riconducibile all’epoca agli imprenditori De Sio. Mentre l’impresa risultata aggiudicataria, la D’Agostino Angelo Antonio Costruzioni Generali s.r.l. era una creatura di Angelo Antonio D’Agostino. All’epoca dell’aggiudicazione D’Agostino era parlamentare deputato della Repubblica eletto con Mario Monti ma poi sbarcato al lido di Denis Vernini, Ala-Scelta Civica. In quest’ultima veste è componente, dal 2013 al 2018, della Commissione Lavori pubblici. Nello stesso periodo il progettista dei lavori Salvatore Margiotta, Hydro Engeneering – si veda quarta puntata – è senatore della Repubblica, è anch’egli componente della Commissione lavori pubblici, poi diventato Sottosegretario di Stato alle Infrastrutture.

Intanto…

Ci risulta che il percorso, dopo l’aggiudicazione definitiva, abbia subito un’altra serie di ostacoli: ricorsi amministrativi prima accolti e poi respinti. Cosicché il Consorzio prima ha revocato l’aggiudicazione definitiva e poi ha revocato la revoca, il tutto con il supporto di un ulteriore nugolo di consulenti ed avvocati. La soluzione definitiva pare, al momento, la conferma dell’Impresa D’Agostino quale aggiudicatario a cui è stato affidato, come previsto nel bando di gara del 2011, anche la predisposizione del progetto “esecutivo”. A proposito di progetto: quello esecutivo vale 540mila euro, mentre quello definitivo, una rivisitazione di un progetto già esistente, vale i 900mila euro costati per pagare l’ingegnere Margiotta e i suoi colleghi della Hydro Engeneering (si veda quarta puntata).

Troppe sono le stranezze, le zone d’ombra e le posizioni contrastanti dei diversi attori che si sono avvicendati nella “gestione” della gara del “Distretto G”.  Al momento un altro dato è evidente: il finanziamento è stato ottenuto nel 2006, la pubblicazione del bando di gara è avvenuta, dopo 5 anni, nel 2011, e ancora oggi, nel 2021, dopo dieci anni, i lavori, pare, non siano iniziati. Chissà se c’è ancora acqua a sufficienza, chissà se le infrastrutture di connessione dei parchi eolici e gli stessi parchi abbiano creato qualche problema alla realizzazione, secondo progetto, di quei lavori. Chissà in capo a quale stazione appaltante sono oggi quei lavori: al Consorzio di Bonifica Unico di Basilicata o all’ex Consorzio di Bonifica Vulture Alto Bradano?

Arrivederci alla prossima

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