Le ragioni di opportunità nella Basilicata delle parentele

A Tito (Potenza), alcuni cittadini si interrogano sul rapporto tra l’assessore e il titolare della ditta che si aggiudica le gare di appalto

A Tito, comune alle porte di Potenza, nel cui territorio ricade un’importante zona industriale, nel maggio scorso il sindaco, Graziano Scavone, è eletto con una maggioranza quasi plebiscitaria: 3700 voti. “Nella sua lista – ci dicono alcuni cittadini che ci hanno raggiunti in redazione – è candidata una donna che ha contribuito alla vittoria con i suoi circa mille voti di preferenza”. Si tratta di Dora Figliulo, attuale assessore alle politiche sociali, qualità urbana, relazioni con i cittadini. “C’è un problema – spiega uno di loro – su cui nessuno mai dice una parola: l’assessora è la moglie di uno dei due titolari e, pare, cognata dell’altro, di una ditta che partecipa alle gare indette dal Comune e, almeno alcune, se le aggiudica.”

In effetti, andiamo a spulciare un po’ di documenti e scopriamo che in poco meno di un anno la Costruzioni La Cava s.n.c. si è aggiudicata lavori per circa 1,6 milioni che nel complesso avevano una base d’asta di circa 2,5 milioni di euro.

Nel gennaio 2020 è invitata, insieme ad altre imprese, alla procedura negoziata per un intervento sulla “sicurezza-miglioramento sismico e impiantistico della scuola “G. Pascoli” del Comune di Tito. L’importo a base di gara è di 615mila euro. La Costruzioni La Cava s.n.c partecipa in raggruppamento con un’altra impresa. Il raggruppamento si aggiudica i lavori, a ribasso, per 411mila euro circa.

Nell’ottobre del 2020 la ditta Costruzioni La Cava s.n.c. viene invitata dal Comune di Tito, a partecipare alla “Procedura di affidamento diretto per l’appalto dei lavori di Costruzione di nuovi loculi nel cimitero comunale — lotto D46 — del Comune di Tito” per un importo di gara di euro 90mila. La ditta Costruzioni La Cava s.n.c. si aggiudica la gara per circa 55mila euro.

Nel dicembre del 2020 la ditta Costruzioni La Cava s.n.c. viene invitata dal Comune di Tito, a partecipare alla “Procedura Negoziata per l’appalto dei lavori di adeguamento dell’edificio esistente ed ampliamento del plesso scolastico di Tito Scalo e realizzazione infrastruttura turistica” per un importo di gara € 1.734.000,00. La ditta Costruzioni La Cava s.n.c partecipa in Raggruppamento con un’altra impresa capogruppo. Il Raggruppamento si aggiudica i lavori per circa 1,1 milioni di euro.

Ai cittadini che ci chiedevano se tutto questo è regolare, dobbiamo rispondere che sì, è tutto regolare, non abbiamo motivo di dubitare sulla correttezza delle procedure di gara. E a chi ci chiedeva se la condizione dell’assessora congiunta con uno dei titolari della ditta configurasse una incompatibilità con la carica, dobbiamo rispondere che no, non sembra esserci alcuna compatibilità. Non bisogna confondere la locuzione “aver parte” con quella di “aver interesse”. Per configurare una causa di incompatibilità bisognerebbe provare il personale interesse all’appalto, non avendo rilevanza il semplice rapporto di coniugo o di parentela. Se l’assessora fosse anche socio della società in nome collettivo, i cui ricavi sarebbero inevitabilmente destinati a riflettersi sul suo patrimonio, la posizione dell’amministratore locale potrebbe essere ricondotta alla causa ostativa. Se invece, come in questo caso, l’assessora comunale non è socio, il rapporto di parentela che la lega al titolare della società chiamata alla gestione dei lavori, non è sufficiente, da solo, a configurare un’ipotesi di conflitto sostanziale.

Certo, si potrebbe configurare la condizione di “avere interesse”, da parte dell’assessora, ma questo attiene alle ipotesi. Quello che si può dire, a proposito, è che la faccenda è legata alla sensibilità personale e alle ragioni di opportunità. E dunque la domanda sarebbe: è opportuno che una persona – col peso di mille voti – , congiunta con il titolare di una ditta che partecipa e si aggiudica lavori dal Comune, faccia l’assessore o il consigliere comunale nello stesso Comune?