Maxi sequestro di beni al Re Mida dei rifiuti foto

Operazione coordinata dalle Procure di Matera e di Potenza, condotta dalla Guardia di Finanza

Al termine di una complessa attività di indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Matera, sotto la direzione e il coordinamento della Procura della Repubblica di Matera che ha agito d’intesa con la Procura della Repubblica di Potenza,  è stato disposto il sequestro di beni per un ammontare complessivo di 10milioni di euro a un noto imprenditore, Michele Columella, originario di Altamura, operante nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti e ritenuto dagli inquirenti un vero “Re Mida dei rifiuti” da cui il nome dell’operazione.

Operazione Re Mida dei rifiutiL'operazione della Guardia di Finanza e alcuni dei beni sequestrati

Secondo quanto emerso dalle indagini l’imprenditore, per evitare potenziali controlli e altresì “cautelare” la propria ricchezza, avrebbe nel tempo posto in essere condotte di “trasferimento” del proprio patrimonio personale a beneficio dei familiari e della ex moglie, pur risultando di fatto l’effettivo “dominus” di tutto.

ln particolare oltre a “svendere” a prezzi del tutto incongrui la totalità delle quote sociali della società cassaforte di famiglia alla convivente, al figlio e alla ex moglie per la modica cifra di 151mila euro rispetto al patrimonio netto della stessa società ammontante ad oltre 3.600.000 euro, il soggetto destinatario del sequestro avrebbe “confezionato una ardita procedura divorzile riconoscendo al coniuge separato da 17 anni la rilevante cifra di 5 milioni di euro a titolo di assegno di mantenimento, arretrati e assegno divorzile ancor prima della presentazione del ricorso congiunto per il divorzio avvenuto l’anno successivo”

L’ex coniuge, sempre nel medesimo anno avrebbe riversato la somma ricevuta proprio nella società di cui aveva acquistato le quote a valore irrisorio (acquisto delle quote avvenuto due mesi prima dell’accredito dei 5 milioni).
Il collegio giudicante, sulla base della puntuale analisi condotta dal Nucleo Polizia Economica e Finanziaria della Fiamme Gialle, su un ampio arco di tempo, ha ritenuto il soggetto destinatario del provvedimento “persona socialmente pericolosa in quanto ha adottato uno stile di vita connotato dalla plurima, seriale violazione di precetti penali, come attestato dalle numerosissime contestazioni che gli sono state mosse, documentando perciò un atteggiamento di abituale opposizione ai precetti penali, in un autentico continuum criminogeno. 

Il Tribunale di Potenza, con proprio decreto, ha pertanto statuito il sequestro e la confisca di 6 aziende di cui 4 società e dei connessi 12 punti vendita, 21 immobili, 9 tra auto e moto di grossa cilindrata per un valore stimato di circa 10 milioni di euro nei confronti dei 4 soggetti coinvolti, che non trovano giustificazione nei redditi ufficialmente dichiarati.