Condanna Eni, Comitato Aria Pulita: importante tappa giudiziaria nella tutela dell’ambiente

"L'azione profusa in questa vertenza giudiziaria dalle associazioni ambientaliste e dai cittadini è stata meritoria"

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Comitato Aria Pulita sulla sentenza di condanna a Eni.

“Il Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus ritiene che la sentenza penale emessa nel processo Petrolgate costituisca una importante tappa giudiziaria nell’ambito della tutela dell’ambiente e delle popolazioni della regione Basilicata e delle altre regioni limitrofe del Sud Italia (Puglia, Campania, Calabria).

La sentenza potrà comunque essere valutata compiutamente quando il Tribunale Penale di Potenza depositerà (entro 90 giorni dalla lettura del dispositivo) le motivazioni della sua decisione: sia riguardo alle condanne emanate (ai sensi dell’art. 452 quaterdecies e art.28 e ss. del Codice penale) nei confronti di 7 imputati, 6 dirigenti dell’ENI spa (Gheller Ruggero, Trovato Enrico, Bagatti Luca, Trovato Enrico, Angelini Roberta, Lisandrelli Vincenzo) e 1 dirigente della Regione Basilicata (Lambiase Salvatore); sia riguardo alle assoluzioni emanate (con diverse formule) nei confronti di altri 28 imputati e, per alcuni capi di imputazione, nei confronti degli stessi 6 dirigenti dell’ENI spa; sia riguardo alla esclusione di responsabilità per mancanza di prova dell’illecito amministrativo delle 9 società coinvolte nella vicenda giudiziaria (Ecosistem srl, Ireos spa, Tecnoparco Valbasento spa, Criscuolo Ecopetrol Service srl, De Cristofaro srl, Iam spa, Consuleco srl, Solvic srl, Uniproject srl).

Il Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus ritiene che questa sentenza di 1° grado del Tribunale di Potenza – pur non essendo immediatamente esecutiva in quanto bisognerà attendere la conclusione del percorso giudiziario come previsto dalla Costituzione e dall’ordinamento vigente – eleva la responsabilità del gruppo ENI spa, del Governo Italiano (titolare del 5% circa del capitale sociale di ENI tramite il Ministero dell’Economia), della Regione Basilicata e di tutti gli enti/soggetti pubblici e privati coinvolti a vario titolo sul piano della compatibilità ambientale delle attività estrattive di idrocarburi in Basilicata e sul piano del controllo delle stesse attività.

L’azione profusa dalle associazioni ambientaliste e dai singoli lucani impegnati in questa vertenza giudiziaria è stata meritoria e oggi costituisce un solido viatico per il coinvolgimento massiccio di tutte le popolazioni della Basilicata nella tutela dei loro territori e del loro ambiente, come è avvenuto nel 2003 quando, a fronte della ferma ed equilibrata reazione popolare, il Governo Italiano è stato costretto a ritirare la insana proposta di costruire il deposito nazionale delle scorie nucleari a Scanzano Jonico nella costa jonica della provincia di Matera.

I cittadini e le parti sociali della Basilicata e delle altre regioni cointeressate, nelle forme dell’associazionismo organizzato, sono chiamati a vigilare costantemente, giorno per giorno, affinché i diritti per la tutela della salute pubblica e del territorio garantiti dalla Costituzione della Repubblica Italiana siano puntualmente rispettati da chicchessia.

D. Degregorio  vice presidente Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus