Covid, ecco perché la Basilicata è in zona rossa

Incidenza, scenario, indice di contagiosità. Una descrizione chiara dei motivi per cui la regione è sottoposta a misure più restrittive

L’articolo 1 del Decreto Legge n°21 del 23 febbraio 2021 ha denominato le zone del territorio in base al rischio sanitario chiamandole ufficialmente con i colori “zona bianca”, “zona gialla”, “zona arancione” e “zona rossa”. Infatti, anche se in passato siamo stati abituati a definire le regioni con questi nomi, di tale nomenclatura non vi era traccia nei provvedimenti amministrativi e legislativi, che ricorrevano a complicati giri di parole per descrivere a quale disciplina era sottoposto un determinato territorio.

Denominazione del territorio nazionale in zone

All’articolo 1 del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2020, n. 74, dopo il comma 16-sexies è aggiunto il seguente:

«16-septies. Sono denominate:

a) “Zona bianca”, le Regioni, di cui al comma 16-sexies, nei cui territori l’incidenza settimanale di contagi è inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti per tre settimane consecutive e che si collocano in uno scenario di tipo 1, con un livello di rischio basso;

b) “Zona arancione”, le Regioni, di cui ai commi 16-quater e 16-quinquies, nei cui territori l’incidenza settimanale dei contagi è superiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti e che si collocano in uno scenario di tipo 2, con livello di rischio almeno moderato, nonché’ quelle che, in presenza di una analoga incidenza settimanale dei contagi, si collocano in uno scenario di tipo 1 con livello di rischio alto;

c) “Zona rossa”, le Regioni di cui al comma16-quater, nei cui territori l’incidenza settimanale dei contagi è superiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti e che si collocano in uno scenario di tipo 3, con livello di rischio almeno moderato;

d) “Zona gialla” le Regioni nei cui territori sono presenti parametri differenti da quelli indicati alle lettere a), b), c).»

In base alla nomenclatura sopra riportata tre sono gli elementi determinanti per la definizione del rischio sanitario di un territorio e sono precisamente: l’incidenza, lo scenario e il livello di rischio.

Cerchiamo di capire insieme quale significato abbiano questi termini, così importanti per la nostra vita sociale ed economica e per la nostra salute.

Incidenza

L’incidenza è un dato statistico molto semplice da ricavare. Riguarda il numero dei tamponi positivi dei residenti o domiciliati nel territorio regionale in un dato periodo di tempo e può riferirsi ad un solo giorno oppure ad un periodo più lungo. Il decreto legge n° 25 parla di incidenza settimanale ed è sul dato settimanale che concentreremo la nostra attenzione.

Il numero di tamponi positivi, quindi il numero dei nuovi casi verificatisi nel corso della settimana deve essere diviso per un numero fisso di abitanti. Il numero scelto dal decreto è 100.000. Ciò aiuta ad uniformare la valutazione per tutte le regioni.

Facciamo l’esempio dell’incidenza settimanale della nostra regione. Il numero di contagiati residenti e domiciliati indicato nell’ultimo monitoraggio settimanale, relativo al periodo 21 al 28 febbraio monitoraggio fase 2 report settimanale (salute.gov.it) è 794. L’operazione per ottenere il numero dell’incidenza sapendo il numero dei positivi è molto semplice (l’unico inconveniente è che non abbiamo il numero esatto al decimo, di abitanti utilizzato dall’ISS per effettuare questa operazione). Sappiamo che in Basilicata abitano circa 553.200 persone quindi senza troppo complicare elaboriamo questa proporzione 553.200:100.000=794:x dove x è l’incidenza che stiamo cercando. Dividendo 794 per 5,532 che è il quoziente del numero di abitanti diviso per 100.000, otteniamo l’incidenza 143,51/100.000

Il calcolo è molto semplice e possiamo ripeterlo con i report settimanali e anche giornalieri.

Ripetiamo la verifica l’incidenza sul periodo 14 -21 febbraio. Il numero di tamponi positivi nuovi contagi indicato nel report dell’istituto superiore di sanità monitoraggio fase 2 report settimanale (salute.gov.it) è 642. Dividendo questo dato per il numero 5,532 (ossia il quoziente della divisione del numero di abitanti della Basilicata per 100.000) otteniamo il numero dell’incidenza 116/100.000 abitanti.

Il dato dell’incidenza ed in particolare la variazione percentuale del suo incremento ha delle ricadute importantissime. Intanto è stato utilizzato nell’ultimo DPCM all’art. 21 comma 2 per circoscrivere il potere delle regioni di chiusura delle scuole. I presidenti potranno (non dovranno, potranno) intervenire in relazione all’incidenza quando questa superi il dato settimanale di 250/100.000 abitanti. Avremo in tal modo le regioni volgarmente definite “arancione scuro” esattamente come in Lombardia. Inoltre la variazione percentuale dell’incidenza ha un affidabile valore predittivo sull’andamento dell’epidemia. È possibile verificare il valore dell’incidenza regionale nelle 42 slide elaborate dal sito internet ilsegnalatore.info grazie ai dati forniti giornalmente e settimanalmente dall’Istituto Superiore di Sanità (andando in basso nella home page e cliccando sulle frecce numerate).

L’incidenza provinciale al giorno 6 è pari 185/100.000 per la provincia di Matera e 145/100.000 per quella di Potenza.

Scenari

Il documento ufficiale “Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale”  descrive nel dettaglio gli scenari di trasmissibilità del virus.

Prendiamo in considerazione lo scenario 3 perché riguarda attualmente la nostra regione.

Scenario 3

Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo,

1) con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1,25e Rt=1,5 (ovvero con stime IC95% di Rt comprese tra 1,25 e 1,5),

2) e in cui si riesca a limitare solo modestamente il potenziale di trasmissione di SARS-CoV-2 con misure di contenimento/mitigazione ordinarie e straordinarie.

Un’epidemia con queste caratteristiche di trasmissibilità dovrebbe essere caratterizzata da una più rapida crescita dell’incidenza di casi rispetto allo scenario 2), mancata capacità di tenere traccia delle catene di trasmissione e iniziali segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali in seguito all’aumento di casi ad elevata gravità clinica (con aumento dei tassi di occupazione dei posti letto ospedalieri – area critica e non critica) riconducibile ad un livello di rischio elevato o molto elevato in base al sistema di monitoraggio settimanale. La crescita del numero di casi potrebbe comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 2-3 mesi. È però importante osservare che qualora l’epidemia dovesse diffondersi prevalentemente tra le classi di età più giovani, come osservato nel periodo luglio-agosto 2020, e si riuscisse a proteggere le categorie più fragili (esempio gli anziani), il margine di tempo entro cui intervenire potrebbe essere maggiore.

 

Scenario di tipo 3 è fortemente orientato dall’andamento dell’RT.

Quindi prima di parlare dello scenario cercheremo di capire nel modo più elementare possibile cosa è questo indicatore.

R con T

L’indice RT è il tasso di contagiosità viene calcolato in relazione ad un periodo di tempo e predice quante persone i positivi sintomatici individuati ad un dato giorno potranno contagiare.

Se l’R con T è 1, 38 significa che 100 persone contageranno altre 138. Non significa che 1 persona ne contagia 1,38 persone. Ciò è fuorviante. Significa piuttosto che su 100 positivi sintomatici alcuni non contageranno nessuno altri un’altra persona altri ancora 10 e altri 20 nel complesso 138 a partire da un gruppo di 100 positivi.

Si basa sulla costatazione empirica, tradotta in variabili matematiche, di ciò che è successo nel periodo di tempo precedente.

Partiamo dal periodo di tempo

Per la definizione dello SCENARIO l’ISS di sanità utilizza l’R con T relativo ai 14 giorni precedenti. Vediamo ad esempio qual è il dato che emerge dal monitoraggio regionale che ha determinato il passaggio della Basilicata in zona rossa : – Rt: 1.37 (CI: 0.82-1.92) [medio 14gg] mentre Rt settimanale dal 15 al 21 febbraio 2021  ha raggiunto1.51 (CI: 1.26-1.79). I dati tra parentesi sono il più alto e il più basso, il cosiddetto intervallo di confidenza. Possiamo rilevare che il dato 1,26 è più alto del livello 1,25 indicato nel documento “Prevenzione e risposta…”.

Per questo la Basilicata è stata inserita in zona rossa.

Sorvoliamo sull’applicazione di questa funzione limitandoci a sottolineare che i dati sui sintomatici, a differenza di quelli sui nuovi contagi, non sono disponibili o, se lo sono, non siamo riusciti a trovarli, pertanto sarà difficile anche per gli addetti ai lavori ed esperti effettuare eventuali verifiche.

Di certo l’Rt fino ad ora ha svolto un eccellente lavoro riuscendo ad intercettare i cambiamenti nell’andamento dell’epidemia. Purtroppo tale dato, intervenendo, a posteriori non riesce ad invertire con tempestività, per bloccarlo, l’andamento di una epidemia a rapida diffusione. Proprio per questo è stato valorizzato anche il dato dell’incidenza dei casi giornalieri.

L’Rt essendo legato all’aumento o alla diminuzione della contagiosità di una malattia è influenzato dalle misure di contenimento adottate in un dato periodo. Inoltre anche con numeri contagio molto elevati (basta pensare ai dati delle province autonome di Trento e Bolzano) se il dato dei sintomatici rimane costante, il tasso di contagiosità può essere uguale ad 1 o addirittura minore di 1.

Aspettiamo dunque i dati della cabina di regia della prossima settimana.