Dobbiamo entrare nella storia degli uomini e comportarci da donne

La riflessione di Francesca D'Angelo, docente e ex assessore al Comune di Vietri di Potenza

Nel giorno in cui si ritorna a celebrare l’emancipazione femminile non è facile farlo senza correre il rischio di cadere nel banale, nel già detto, nella retorica politica; ma è necessario continuare a farlo, guardando in faccia la realtà e parlando diritto al cuore delle donne; bisogna continuare a parlare di donne e dei diritti incompiuti, sospesi, soprattutto in un periodo in cui la pandemia ha di fatto aggravato l’esclusione sociale ed economica di molte donne. Oggi nello scrivere questo messaggio di auguri, si rinnova l’emozione di un ricordo durante la mia esperienza di amministratrice e assessore alla cultura: il convegno dell’8 marzo; tutte le anime politiche, sociali e culturali riunite in un convivio, è stato un grande esempio di condivisione che resterà nel mio cuore di amministratrice.

Il mio lavoro di docente mi permette di non perdere mai di vista queste tematiche sociali e di continuare con la forza delle idee a parlare alle giovani donne. Noi dobbiamo entrare nella storia degli uomini e comportarci da donne, altrimenti le cose non cambiano. In una dimensione storica dove il maschile ha assunto un significato privilegiato rispetto al mondo femminile, venir fuori da questa storia millenaria non è facile. Bisogna eliminare le disparità, ma questa frase rischia di diventare solo un arido enunciato, se la disparità non viene vissuta come colpa collettiva, non funziona se non viene interiorizzata da tutti.

E’ prestigioso compito delle comunità educanti, sostenute anche della politica, promuovere tutti quei processi sociali di emancipazione, spesso ostacolati dal peso del pregiudizio, dell’ignoranza e dell’intolleranza. È fondamentale che gli uomini siano accanto alle donne nella loro lotta verso la parità; come può l’uomo aprire la propria mente e uscire da questi stereotipi? L’emancipazione viene naturalmente se l’uomo si mette in relazione alla sua parte femminile. Se io uomo mi relaziono al mio mondo femminile che ho dentro di me, allora capisco le donne, altrimenti le forzature esterne o i buoni propositi non servono a nulla senza la conoscenza della propria parte femminile. Naturalmente anche le donne devono conoscere la loro dimensione maschile, per esempio la capacità di decisione, capacità di autoaffermazione, ma non esercitarla nella modalità maschile, ossia non imitare gli uomini. Esercitare il maschile, ma secondo la modalità femminile, che è fatta di comprensione, di cura e di sentimento, di intelligenza multipla come affermano gli studiosi. Sarebbe interessante che si cominciasse a far dirigere la storia più al femminile.

Parlare con le donne delle donne: indignarsi per dire le cose che non ci piacciono e praticare il coraggio per cambiare le cose che non ci piacciono. Entrambe sono figlie della speranza e non è possibile seguire solo una di queste, altrimenti si diventa professionista della polemica fine a se stessa. Oggi 8 marzo io esprimo i più sinceri auguri alle donne di Vietri: madri, amiche, sorelle, zie, cognate; a noi auguro di avere sempre un canto libero come messaggio di libertà da conquistare, da difendere e da diffondere.

Il mio canto libero sono i miei alunni e le mie figlie che tengono viva la passione, la speranza e la voglia di crederci sempre.

Prof.ssa Francesca D’Angelo, già assessore alla cultura di Vietri di Potenza