Droga, 7 arresti nel Potentino: sgominata organizzazione criminale. Alcuni assuntori compravano lo stupefacente con i soldi del Reddito di Cittadinanza

Operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Potenza: sequestrai circa 10 chilogrammi tra cocaina e marjuana. Giro d'affari di 900mila euro

Nelle prime ore della mattinata odierna, nel corso di un’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza — Direzione Distrettuale Antimafia — e condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Acerenza, collaborati nella fase esecutiva da quelli di reparti del Comando Provinciale di Potenza e del Nucleo Cinofili di Tito, è stata data -esecuzione ad un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, nei confronti 5 indagati, ritenuti responsabili di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio in concorso.

Le persone sottoposte a fermo di indiziato di delitto sono: Castriotti Marika, cl. ” 1991, residente in Palazzo San Gervasio; De Nigris Fabio, 1988, residente in Palazzo San Gervasio; De Nigris Giuseppe, cl. 1956, residente in Palazzo San Gervasio; De Nigris Umberto, cl. 1983, residente in Palazzo San Gervasio; Di Benedetto Pasquale, 1999, residente in Palazzo San Gervasio.

Le persone tratte in arresto in flagranza sono: Loviso Nicoletta, cl. 1985, residente in Palazzo San Gervasio (in carcere); Soldato Antonio, cl. 1991, residente in Palazzo San Gervasio (in carcere); Tutti sono stati associati al carcere.

Le misure cautelari sono state eseguite insieme a 12 perquisizioni personali e domiciliari, nel corso delle quali sono stati rinvenuti, in un’abitazione in uso ai coniugi Loviso e Soldano circa 3 kg di cocaina nonché circa 6,5 kg di marjuana  e una somma contante pari a 15.600 euro. Contestualmente è stata data esecuzione ad un provvedimento di sequestro di un esercizio commerciale adibito a rivendita frutta e verdura — che era una delle basi operative del sodalizio, nonché due  abitazione e 4 autoveicoli, intestati agli indagati.

Lo sviluppo delle investigazioni, in cui risultano coinvolti gli indagati, ha consentito di disvelare le attività, delineandone la struttura, di un gruppo criminale con base operativa a Palazzo San Gervasio, in grado di approvvigionare sostanze stupefacenti, cocaina e marijuana, anche in altri comuni, pugliesi e lucani, quali Potenza, Venosa, Tolve, Genzano di Lucania, Acerenza, Ripacandida, San Chimico Nuovo, Avigliano, Banzi, Rionero in Vulture e Spinazzola.

Nello specifico, le indagini hanno permesso di evidenziare “l’esistenza di una stabile organizzazione a carattere marcatamente familiare, con al vertice i fratelli Fabio e Umberto De Nigrisi nonché il padre dei due, Giuseppe, avente sede logistica e operativa in un negozio adibito alla vendita di frutta e verdura, intestato alla madre dei fratelli De Nigris. Nel negozio la droga, quotidianamente, veniva meticolosamente pesata e confezionata, in dosi standardizzate di diverso peso, e poi smerciata: all’interno del negozio medesimo, in cui gli acquirenti si recavano confondendosi tra i normali clienti, talvolta utilizzando la carta del Reddito di Cittadinanza per comprare lo stupefacente; in altri luoghi isolati, al di fuori dell’abitato, in aree rutali dove avvenivano abitualmente ulteriori scambi. Partecipi alle attività del gruppo anche Nicoletta Loviso ed il marito Antonio Soldano, i quali custodivano e stoccavano in un’abitazione in loro uso la maggior parte dello stupefacente che veniva trasportato da Loviso in quantitativi più piccoli presso il negozio dei De Nigris, dove veniva confezionato e venduto”.

In sinergia con i fratelli De Nigris- è stato spiegato dalla Procura- operava anche un dipendente del negozio, Pasquale Di Benedetto, del quale si avvalevano per confezionare e spacciare lo stupefacente.

Il monitoraggio dei soggetti inseriti nell’organigramma del sodalizio ha consentito di delinearne i ruoli e i compiti di ognuno con al vertice Fabio De Nigris, quest’ultimo gestore della “cassa” del gruppo, che dirigeva e coordinava le attività dei compartecipi mantenendo i contatti con altri gruppi dell’area pugliese per l’approvvigionamento di grosse quantità di stupefacente.

Durante le indagini, iniziate nel mese di gennaio 2020, consistite principalmente in attività di intercettazioni telefoniche ed ambientali, oltre che installazione di apparecchiature di videoripresa ed analisi delle relative immagini, servizi di osservazione e pedinamento, nonché controlli e perquisizioni, sono stati effettuati sinora, oltre agli arresti ed ai sequestri odierni, 7 arresti in flagranza di reato che hanno permesso di sequestrare, nel corso del tempo, complessivamente 140 gr. circa di sostanza stupefacente (cocaina e marijuana) a cui deve aggiungersi l’ingente sequestro operato in dato odierna.

Dall’analisi dei traffici monitorati e documentati nel corso delle investigazioni è emerso come il gruppo criminale acquistasse ogni mese, complessivamente, circa 2 chilogrammi di cocaina e kg. 4 di marijuana, da canali pugliesi, garantendosi un introito annuo di circa 900.000 euro.

“Esistono – ha dichiarato il Procuratore capo di Potenza, Francesco Curcio nel corso di una conferenza stampa in cui sono stati illustrati i dettagli dell’operazione –  strutturate associazioni lucane sempre più importanti che si alleano di volta in volta con gruppi criminali di fuori regione per approvvigionarsi ma conservano la loro autonomia. Le indagini proseguiranno. Per quanto riguarda gli acquisti di droga gli spacciatori chiedevano un sovrapprezzo, di circa 20 euro, se pagata con la carta del Reddito di Cittadinanza”.

Un momento della conferenza stampa del Procuratore Francesco Curcio

conferenza stampa Procuratore Curcio