Posti di lavoro persi in Basilicata: l’assessore fa il giro delle sette chiese

Cupparo non ha il coraggio e forse neanche le prove per replicare agli articoli del nostro giornale sulla vicenda dei 350 posti di lavoro, persi per negligenza e inadeguatezza, che un'azienda americana avrebbe garantito nella nostra regione

L’assessore Cupparo non ha il coraggio e forse neanche le prove per replicare agli articoli del nostro giornale. Articoli che hanno sollevato e scoperchiato l’amara vicenda dei 350 posti di lavoro persi per negligenza e inadeguatezza, che la Exos avrebbe garantito in Basilicata con un investimento privato di oltre 10 milioni di euro. Quell’investimento è poi finito in Piemonte, come i lettori sanno.

Egli preferisce rispondere su altri giornali con “interviste” nelle quali ripete, rimaneggiate, le stesse cose dette in un comunicato stampa di qualche giorno fa. Oggi in edicola sulla La Gazzetta del Mezzogiorno, che vi invitiamo a comprare, la sua intervista.

Nella sostanza non smentisce nulla di quanto da noi scritto. Anzi più parla più conferma le nostre critiche. Cupparo parla di rimodulazione del progetto Exos credendo che la gente abbia l’anello al naso. Che cosa si dovrebbe rimodulare? Un progetto che è stato chiuso in Piemonte? Si può rimodulare un progetto in Basilicata già contrattualizzato altrove? E se si parla di rimodulazione si ammette che a monte esisteva una modulazione, quindi un progetto discusso in Basilicata a cui non è stato dato seguito: ma questa circostanza non era stata negata da Cupparo? Insomma, ci sfugge la logica.

Siamo costretti a ripeterci. La Exos non farà nulla, a meno che la Basilicata, o meglio l’assessore Cupparo, per salvarsi la faccia, regali molti soldi all’azienda americana. In tal caso a chi gioverebbe?

Cupparo, nel suo monologo-intervista parla di un faccia a faccia avuto con l’Amministratore delegato di Exos e i suoi consulenti, per chiarire la vicenda. La riunione di cui parla il nostro assessore regionale allo sviluppo, a cui era presente anche la sindaca di Pisticci, con John Quinn, ceo di Exos, a noi risulta sia andata in altro modo.

La sindaca viene chiamata in causa per aver incontrato Quinn, nella sede municipale, qualche giorno prima: circostanza che avrebbe fatto inferocire Cupparo. L’assessore si sarebbe lasciato andare in atteggiamenti poco istituzionali, urla e sfoghi a volontà. Insomma, uno spettacolo spiacevole alla presenza prima di Quinn, che ha mollato subito la riunione, e poi dei suoi consulenti. Altra figuraccia.

Se l’assessore avesse voluto raccontare la verità a Basilicata24, come sarebbe stato normale, noi, che saremmo i bugiardi, qualche domanda – sottolineiamo domanda – gliela avremmo fatta. Aspettiamo.

A noi è stato insegnato che quando qualcuno ti danneggia con presunte falsità quel qualcuno va affrontato di petto. Cupparo al contrario, anziché rispondere a Basilicata24, fa il giro delle sette chiese giornalistiche per raccontare le sue verità, siamo alla quarta, senza alcun contraddittorio. Tuttavia, bisogna dargli atto della capacità di contraddirsi da solo.

Ad ogni modo, facciamo un passo avanti e formuliamo un’altra domanda, anche in considerazione delle acque agitate in questi giorni a Pisticci e a Potenza. Oggi, per parlare di nuovi progetti è necessario provare ad incrociare nuovamente i piani industriali dei texani della Exos che, chiaramente, in più di due anni sono cambiati anche grazie alla sponda Piemontese. Chi lo fa, chi lo sta facendo?

Nello specifico, esiste un cluster lucano dell’aerospazio che dovrebbe fare proprio questo: esiste Confindustria, esiste il Consorzio industriale, esiste Sviluppo Basilicata, insomma esiste un ecosistema lucano in grado di intercettare queste occasioni di investimento e declinarle per lo sviluppo locale secondo un piano strategico? Oppure ognuno si muove, o tace, a proprio piacimento a seconda di piccoli interessi di parte?