Zero morti sul lavoro, la campagna della Uil per sensibilizzare sulla sicurezza

L'iniziativa è stata presentata in occasione del Consiglio confederale, convocato in videoconferenza

Zero morti sul lavoro”. E’ questo il titolo della campagna lanciata dalla Uil per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di un impegno collettivo per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. L’iniziativa è stata presentata in occasione del Consiglio confederale, convocato in videoconferenza. La scelta del 5 marzo non è casuale: è la data della fondazione della Uil. “71 anni fa nasceva la nostra Organizzazione – ha detto il Segretario generale, Pierpaolo Bombardieri – e abbiamo voluto festeggiare questa ricorrenza con l’avvio di un progetto che coinvolgerà non solo il nostro Sindacato, ma molta parte della società civile. Tutta la Uil – ha proseguito Bombardieri – è mobilitata per iniziative sul territorio e nei luoghi di lavoro che mettano al centro dell’azione sindacale l’obiettivo di zero morti sul lavoro”. Per il Segretario Generale nazionale UIL serve un piano nazionale per codificare regole e funzioni nella distribuzione e la somministrazione dei vaccini. In questo quadro, bisogna aggiornare i Protocolli sulla sicurezza sottoscritti lo scorso anno con il Governo, anche introducendo due capitoli: quello relativo ai lavoratori fragili e quello sulla formazione. È necessario consentire la somministrazione dei vaccini nei luoghi di lavoro indistintamente.

Vincenzo Tortorelli, Segretario Generale UIL Basilicata, ha sottolineato i significati della “campagna” nella nostra realtà dove come ha rilevato l’ultimo report Inail l’incidenza del contagio contratto sul posto di lavoro è in aumento soprattutto tra le lavoratrici. Di qui la denuncia e l’iniziativa annunciata a nome della segreteria regionale da Anna Carritiello. Sulla vaccinazione la Basilicata ha fatto sicuramente un passo avanti ma – ha detto Tortorelli – non basta, abbiamo più volte ribadito che servono azioni straordinarie, fra queste è necessario prevedere un piano vaccinale più ampio che coinvolga tutto il mondo del volontariato ed anche operatori impegnati ogni giorno a dare risposte ai problemi dei cittadini e sui luoghi di lavoro.

Nei giorni scorsi, insieme a Cgil e Cils, e a tutte le categorie – ha continuato – abbiamo convocato gli attivi unitari e condiviso il percorso di una mobilitazione per il mese di aprile a fronte di una regione allo sbando per via di un esecutivo che non ha una strategia per affrontare né l’emergenza sanitaria né quella socio-economica. Come organizzazioni sindacali siamo molto preoccupati; o si fanno scelte coraggiose o si va verso una crisi sociale imponente: la Basilicata non può più aspettare. Un esempio su tutti, il messaggio di Tavares (a.d. Stellantis) sul presente e futuro del Gruppo ci preoccupa non poco. Insieme alle segreterie nazionali di categoria abbiamo chiesto un incontro urgente per sapere se vengono confermati gli impegni e il piano industriale per i siti italiani oppure ci sono altri programmi. Non possiamo accontentarci di una breve lettera con cui si annuncia la Cig che partirà tra un mese a Melfi. La Basilicata presenta sul territorio regionale uno dei più grandi stabilimenti produttivi, dobbiamo quindi mantenere alta l’attenzione e dobbiamo lavorare tutti insieme per mantenere l’assetto assetto produttivo dello stabilimento lucano e del relativo indotto, e i servizi (mensa, pulizia),preservando gli attuali livelli occupazionali . Bisogna prevedere un piano di investimenti sulle infrastrutture, materiali e immateriali, che possono portare ulteriore occupazione e prospettive. Next eu e Recovery fund sono l’opportunità per garantire lavoro e nuovo lavoro, una battaglia da fare insieme.
Nel condividere il progetto innovativo di comunicazione che la Uil a livello nazionale ha intrapreso per essere sempre presente su tutte le questioni e i problemi del Paese, Tortorelli ha sottolineato che anche la Uil di Basilicata sta portando avanti una battaglia per affrontare le annose questioni del nostro territorio. In Basilicata 1 famiglia su 4 è in stato di povertà, 2mila persone all’anno abbandonano la Basilicata, di cui la stragrande maggioranza costituita da giovani, se guardiamo agli effetti delle disuguaglianze – ha detto – bisogna intensificare il nostro lavoro per una Basilicata differente.