Ferrovie Appulo Lucane, sindacati: La crisi la pagano i lavoratori, verso lo sciopero

L'annuncio di Usb Basilicata e Puglia e Faisa Confail contro il premio di risultato annuale ai Quadri

Unione Sindacale di Base- Usb Lavoro Privato Puglia e Basilicata e Faisa Confail Basilicata hanno attivato le procedure propedeutiche alla proclamazione dello sciopero dei lavoratori lucani e pugliesi delle Ferrovie Appulo Lucane.

Le ragioni dello sciopero sono legate alla protesta per l’istituzione nel luglio 2020 di un “Premio di Risultato annuale Quadri” del valore minimo di 5000 euro lordi a fronte del raggiungimento di obiettivi predeterminati dal CdA, su proposta del Direttore Generale e sentiti i Dirigenti di settore.

“Il tutto -sottolineano i sindacati- in un periodo che, come annunciato diverse volte dallo stesso Direttore Generale delle Fal, ha visto la società fortemente colpita dall’emergenza sanitaria Covid19. Infatti, visto che la Fal stava subendo delle perdite mensili di mancati introiti derivanti dalla vendita dei biglietti pari a 600 mila euro nel mese di aprile 2020 fu siglato un accordo sindacale che imponeva ai lavoratori la fruizione di un certo numero di ferie al fine di evitare il ricorso agli ammortizzatori sociali.

Ad oggi non conosciamo i termini di questo famigerato accordo aziendale, né tantomeno gli obiettivi prefissati da raggiungere, viste e considerate l’attuale stato delle infrastrutture e del servizio di Tpl offerto all’utenza: treno Stadler ST4 fermo in officina in manutenzione da oltre un anno, tempi di percorrenza aumentati nel tempo (Bari – Matera in circa 2 ore e Bari Potenza in circa 4 ore e 30 minuti), la riapertura della linea ferroviaria Genzano – San Nicola che rimane isolata e non allacciata al resto della rete Fal, linea ferroviaria San Nicola – Avigliano Scalo interrotta da circa 8 anni, violazioni per eccessivo ricorso al lavoro straordinario, lavori di rinnovo del piazzale di Bari Scalo e di Palo del Colle che sembrano non procedere, ecc.

Dei dati di fatto che ci dimostrano quanto i bilanci e la “cura” dell’immagine mediatica non possono essere gli unici obiettivi dell’attuale Classe Dirigente che ha devitalizzato la vera mission aziendale: l’utenza ed i servizi di trasporto pubblico. Un insieme di elementi per i quali sarebbe inammissibile l’istituzione di tale premio di risultato. Un premio di risultato che ha un unico significato: la crisi -concludono i sindacati-la pagano i lavoratori. Crediamo che dopo oltre 10 anni dell’attuale gestione, sia necessario un vero e proprio cambio di passo e che si proceda ad una reale valutazione e riforma degli attuali vertici aziendali.