Accordo Eni-Regione: “Di quale sostenibilità ambientale parla Bardi?”

L’impatto su ambiente, acqua, economie locali e salute dei cittadini e soprattutto sulle bonifiche vale un euro a barile?

Le associazioni ambientaliste Mediterraneo No Triv, Cova Contro e No Scorie in una nota intervengono sull’accordo Eni-Regione per il rinnovo della concessione petrolifera in Val d’Agri.

Di seguito il comunicato stampa integrale.

“La trattativa tenuta segreta e non pubblica (in piena pandemia) sull’accordo del rinnovo della concessione Val d’Agri si è conclusa, a darne notizia è il sito regionale Basilicatanet. Che il presidente Bardi e la sua giunta continuino l’opera di svendita della regione per il solito euro a barile lo avevamo capito da tempo, lo avevano già fatto per Tempa Rossa. Si torna a parlare di investimenti quinquennali che si riducono a pochi milioni di euro/anno e sono valutati in circa 30 euro /anno di investimenti per ogni lucano, pochi milioni di mc di gas (160) che non bastano nemmeno per la popolazione e le attività della Val d’Agri. Ma di quale sostenibilità ambientale e sicurezza del territorio parla il presidente Bardi con la sua amministrazione? L’impatto ambientale valutato in termini economici su ambiente, acqua, economie locali e salute dei cittadini e soprattutto sulle bonifiche vale un euro a barile?

Il presidente Bardi non ha mai risposto alle nostre richieste pubbliche (e non lo fa ancora), pretende un euro a barile ma non dice quanti barili potranno essere estratti, dove e come? Parla di sostenibilità ambientale ma non dice quanti rifiuti saranno prodotti, dove e come saranno smaltiti i reflui petroliferi radioattivi? Quali tutele ci saranno per le sorgenti, falde sotterrane, superficiali e del bacino idropotabile del Pertusillo? Considerati gli incidenti e sversamenti accaduti in passato? Chi garantirà la tutela delle acque ad uso potabile e agroalimentare per le Regioni Basilicata e Puglia e le economie di scala connesse? E soprattutto con quali strumenti legislativi e ammnistrativi visto che la Regione Basilicata non ha mai legiferato un piano paesaggistico regionale , aggiornato il piano di tutela delle acque e approvato una legge per la riduzione degli inquinanti (mai approvata da 20 anni di estrazioni petrolifere)?

La parola “bonifiche” è ancora tabù per il presidente Bardi? Ma è scomparsa anche dal vocabolario degli amministratori della Regione Basilicata e dallo stesso sindacato? Cosa rimarrà di quella valle e della sua acqua quando l’ultimo barile sarò estratto? Diventerà una nuova Val Basento?

Il presidente Bardi non ha ricevuto una delega in bianco per la gestione della Basilicata e si assume una grave responsabilità storica nell ‘aver fatto questo accordo non coinvolgendo come accade in una regione democratica le popolazioni, i rappresentanti istituzionali, le associazioni di categoria e non solo il solito sindacato (cgil, csil e uil) appiattito sulle posizioni di Confindustria. Si continua a svendere il territorio lucano per il solito piatto di lenticchie (nella Basilicata tutto a un euro ). Mentre amministratori regionali e parlamentari lucani restano silenti e approvano lo scippo dei fondi europei collegati al Recovery Fund e al PNNR. Fondi del famoso debito buono del presidente Draghi che in gran parte sono destinate alle regioni del Nord mentre al Sud andranno le briciole, mentre i debiti spalmati nel tempo saranno pagati equamente anche dai meridionali. Altro che investimenti no oil e idrogeno ( dal fossile ) il treno dello sviluppo la Basilicata lo ha perso in Parlamento, una brutta pagina della storia della Basilicata con tanto di attori e responsabili.

MEDITERRANEO NO TRIV- NO SCORIE- COVA CONTRO