Cgil, Cisl e Uil: fermiamo la strage sui luoghi di lavoro

Il 28 maggio nuova mobilitazione dei sindacati in Basilicata

Dopo le iniziative promosse dal 20 maggio scorso (assemblea con gli operai edili sulla Tito-Brienza; incontro con operatori sanitari Asp) per dire “basta alle morti sul lavoro” Cgil, Cisl e Uil Basilicata hanno deciso una nuova intensa settimana di mobilitazione per riportare questo tema al centro dell’agenda sindacale, politica, istituzionale. Venerdì, 28 maggio, i sindacati incontreranno il direttore dell’Asp Basilicata, il direttore dell’Ispettorato del Lavoro di Potenza, dell’Inail e dell’Inps. I rappresentanti sindacali consegneranno loro il documento “Patto per la salute e per la sicurezza sul lavoro” perché si arrivi subito alla definizione di un Patto per la Sicurezza e che si attivi una Cabina di Regia Permanente alla Presidenza del Consiglio tra Governo e Parti Sociali per monitorare, ma soprattutto agire insieme.

Al centro della mobilitazione-spiegano Cgil Cisl e Uil- la proposta di Patto per la salute e per la sicurezza sul lavoro che deve inserirsi all’interno ed in coerenza di un quadro pluriennale determinato dalla strategia nazionale di prevenzione e protezione, assente da sempre nel nostro Paese ma richiesta insistentemente negli anni dalle Organizzazioni Sindacali, e che deve definire in maniera chiara gli obiettivi, gli interventi, le misure di tutela da porre in essere in coerenza con la Strategia quinquennale europea, allineandosi al modello comunitario.

Occorre intervenire su 3 grandi assi, così sintetizzati: Istituzioni e organismi nazionali · finanziare il programma pluriennale, con finanziamenti mirati del PNRR e dei Fondi europei e nazionali per la coesione. Concedere finanziamenti alle imprese, condizionati a requisiti di legalità, applicazione dei CCNL e piena garanzia delle tutele su salute e sicurezza. Varare il modello della qualificazione delle imprese e della patente a punti per determinare l’accesso alle gare di appalto, in particolare quelle pubbliche, sulla base della regolarità delle imprese in merito al rispetto delle normative, ai criteri definiti su SSL, alla legalità e correttezza dei contratti di lavoro. Rendere pienamente operativi gli organismi nazionali competenti alla ssl (Comitato ex art.5, Commissione Consultiva Permanente, art. 6, entrambi previsti dal D. lgs 81/08 s.m.), puntando, inoltre, a concretizzare un coordinamento permanente tra l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e le Aziende Sanitarie Locali (ASL), migliorando le verifiche ispettive in qualità, quantità e frequenza, anche attraverso finanziamenti e assunzioni, sia per quanto riguarda l’Ispettorato sia per i servizi di prevenzione dei servizi sanitari territoriali. Contesti lavorativi · Assicurare l’Informazione, la formazione e l’addestramento come diritti fondamentali ed esigibili di ogni lavoratrice e lavoratore: mai al lavoro senza una preparazione ed un addestramento adeguati (indipendentemente dalla tipologia contrattuale, età, genere provenienza da altri paesi) che devono essere forniti ai lavoratori e alle lavoratrici prima di essere adibiti ad ogni specifica mansione e devono essere erogati da Enti di formazione accreditati e certificati. Introdurre l’obbligo di formazione per i datori di lavoro e per tutti coloro che intendono avviare un’attività lavorativa. Non si può più consentire che si possa divenire imprenditori e non conoscere le normative in materia di SSL. Attori della prevenzione. Generalizzare e rafforzare il ruolo della rappresentanza in tutti i contesti e settori lavorativi, senza distinzioni di dimensione e settore: nessuna azienda senza rls/rlst, regolarmente eletti/designati dalle lavoratrici e lavoratori.

Accrescere servizi ispettivi (con nuovo personale) e investire, tramite l’Inail, risorse sulla ricerca, per accrescere la conoscenza della dimensione del fenomeno infortuni e malattie professionali, soprattutto in relazione alle modalità di accadimento, ai rischi emergenti, con particolare attenzione agli effetti derivanti dal cambiamento del mondo del lavoro e dalle innovazioni tecnologiche, e trasversali (età, precarietà del lavoro, immigrati), nonché alla violenza e alle molestie nei luoghi di lavoro. Anche la prevenzione deve diventare 4.0

Garantire appieno lo svolgimento del ruolo del medico competente (come previsto dalla normativa vigente), attraverso un’azione non solo volta alla sorveglianza sanitaria, ma alle visite negli ambienti di lavoro, alla collaborazione alla valutazione dei rischi, al supporto per il ricollocamento degli inidonei.