Campagna vaccinale in Basilicata: “oggettiva inefficienza”

La segnalazione di un giornalista di Milano su un caso a Lavello

Buonasera,

sono un collega giornalista di Milano,  vi scrivo per segnalarvi un caso, probabilmente non isolato, riguardante la campagna di vaccinazione contro il covid in Basilicata, di cui sono venuto direttamente a conoscenza.

La protagonista è una cittadina di 71 anni di Lavello. Aveva prenotato il vaccino per il 9 maggio nel centro vaccinale di Melfi. Tuttavia, in passato, in seguito ad uno shock anafilattico, era risultata allergica al “mezzo di contrasto” utilizzato per effettuare determinati esami.

Lo ha riferito al medico dell’anamnesi che, a quel punto, non se l’è sentita di somministrarle il vaccino e le ha assicurato che glielo avrebbero somministrato un altro giorno direttamente all’interno dell’ospedale. Sarebbe stata chiamata apposta per la convocazione entro una settimana o dieci giorni.

Il tempo è trascorso. I suoi parenti si sono recati quattro o cinque volte, nel frattempo, al centro vaccinale per chiedere informazioni in merito. Ogni volta è stato risposto “la chiameranno”. In uno di questi casi, è stato precisato: “Siamo già arrivati a sei persone, per cui manca poco” (facendo intendere che avrebbero raccolto un certo numero di “casi simili” per convocarli tutti insieme).

Siamo al 4 giugno e, da quasi un mese, non ha ricevuto alcuna telefonata. Nel frattempo la Basilicata (come da indicazioni del commissario Figliuolo) ha aperto le prenotazioni a prescindere dalla fascia d’età e sono scoppiate alcune polemiche riguardanti il grande numero di ultra 60enni non ancora vaccinati.

Questo caso è effettivamente particolare: forse non molto comune, ma denota una oggettiva inefficienza.

Vi auguro una buona serata,

Massimiliano Melley