“L’Arpab faccia i controlli, moriamo dalla puzza”

L’appello dei residenti nella Frazione San Pietro del Comune di San Martino d’Agri: “ci facciano almeno decidere se rimanere qui, magari vivendo con le finestre chiuse, o andarcene e scappare lontano dalla nostra terra”

“L’azienda regionale per l’Ambiente intervenga, con centraline mobili o fisse, basta che ci dicono cos’è questa orrenda puzza di uova marce che continua a sprigionarsi”. A lamentarsi, con toni accesi, alcuni cittadini che abitano nella Frazione San Pietro del Comune di San Martino d’Agri. Solo una settimana fa lo stesso problema si era protratto per diversi giorni. Dalla notte scorsa si è riaccesa la puzza e la paura, per chi vive a due passi dai pozzi Eni e Total.

Il racconto A segnalarci il caso alcuni cittadini della frazione San Pietro di San Martino d’Agri (Potenza). Geograficamente ci troviamo proprio di fronte al Centro oli dell’Eni (Viggiano), mentre sull’altro versante si scorge all’orizzonte l’altro ‘mostro’ ecologico, il Centro Oli di Tempa Rossa, della Total. “Io come cittadino ho il diritto di sapere cosa sto respirando”, afferma con toni accesi residente che ha contattato la nostra redazione”. Non punta il dito contro nessuno ma cerca “dati”. Rivendica, e ne ha tutti i diritti, “consapevolezza”.

Una notte di caldo e di puzza “Mi sono alzato per bere nel cuore della notte – racconta – c’erano le finestre aperte e sono stato investito da una puzza che ormai conosco bene, uova marce. Era già successo le scorse settimane, ed era già accaduto negli scorsi anni, ma mai con questa frequenza e con questa intensità”.  A quel punto, aggiunge, “nonostante il caldo sono stato costretto a chiudere le finestre. Meglio morire di caldo che inalare sostanze di cui ignoro la natura”.

“L’Arpab installi delle centraline, ci dica cosa sta accadendo” A questo punto l’appello del cittadino, confortato dalla voce dei vicini che la notte scorsa hanno sentito lo stesso odore acre. Un appello rivolto alle Istituzioni preposte ai controlli e in particolar modo all’Agenzia regionale per l’Ambiente. “L’Arpab non può più girarsi dall’altra parte. Sono già diverse settimane che segnaliamo il problema e ora pretendiamo che intervenga. Con centraline fisse, mobili, faccia come creda, ma intervenga”. Non c’è un attacco preciso alle società petrolifere. “Io non posso sapere da dove proviene questa puzza. Potrebbe venire dai pozzi, dal Centro Oli, o potrebbe semplicemente esserci un guasto da qualche parte che non riguarda l’attività delle multinazionali del petrolio che estraggono in Basilicata”. Proprio per questo, aggiunge l’agguerrito cittadino, “è l’Arpab che ci deve dire, con dei dati e delle analisi dell’aria, che cosa sta accadendo, cosa stiamo respirando”. E conclude: “Dopo aver saputo da dove proviene il cattivo odore, poi starà a noi decidere se rimanere qui, magari vivendo con le finestre chiuse, o andarcene e scappare lontano dalla nostra terra”. L’area in questione, non lo dimentichiamo, si trova immersa nel verde dell’Appennino lucano, un luogo di pregio che si sta sempre più trasformando in un lontano miraggio.

Panorama di San Martino

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L’affaccio sull’Appennino
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