Accordo europeo sulla Pac, contributi solo a imprenditori che rispettano i contratti di lavoro

Flai Cgil: Risultato importante che potrà mettere un freno al caporalato in agricoltura non solo in Basilicata e nel Mezzogiorno, ma nell’intero paese

“Un risultato importante e tanto atteso, era da decenni che i sindacati chiedevano di inserire la condizionalità sociale e ambientale nell’erogazione degli aiuti agli agricoltori, limitandone l’accesso solo a quegli imprenditori che rispettano i contratti collettivi nazionali e provinciali di lavoro. Un primo passo affinché si possa quindi fare finalmente selezione tra imprese corrette e imprese che prendono la scorciatoia del lavoro nero e del caporalato, piaga ancora troppo diffusa non solo in Basilicata e nel mezzogiorno ma in tutto il paese”. Così il segretario generale Flai Cgil Basilicata, Vincenzo Esposito, commenta il recente accordo sulla riforma della politica agricola al Parlamento europeo che entrerà in vigore dalla prossima riforma l’1 gennaio 2023.

D’ora in poi la Pac non finanzierà più gli agricoltori che non rispettino i diritti dei propri dipendenti, ponendo fine alla concorrenza sleale verso la stragrande maggioranza degli imprenditori che invece si prende debitamente cura dei lavoratori. “La norma entrerà di fatto in vigore dal 2024 – continua Esposito – ma gli Stati membri possono scegliere di introdurre la condizionalità sociale già a partire dal 2023. È a questo punto indispensabile – conclude il segretario – che tale condizionalità venga introdotta anche nel Psr per la cui stesura è quindi necessario l’apporto dei sindacati nei comitati di sorveglianza. Affinché questa condizionalità sociale sia effettiva, nel pieno rispetto della legge 199 contro il caporalato, sarà inoltre necessario verificare che sia applicata la parte della stessa legge che introduce la rete di qualità del lavoro agricolo presso le Inps provinciali, consentendo alle imprese inserite nella rete di accedere automaticamente ai contributi della Pac”.

Il tutto, senza indebolire gli obiettivi economici della politica agricola, con un 15% di aiuti diretti che verrà riservato al sostegno accoppiato alle produzioni più rappresentative del made in Italy, dal pomodoro all’olivicoltura, il rafforzamento delle misure di gestione del rischio contro le perdite di produzione o di reddito che ora saranno finanziabili anche tramite i pagamenti diretti agli agricoltori, l’estensione degli interventi settoriali a tutti i prodotti, incluse le patate fresche. Ma il settore agricolo sarà anche chiamato a un ulteriore sforzo ambientale, per sistemi produttivi sempre più sostenibili: per questo, gli eco-schemi premieranno fino al 25% dei pagamenti diretti quegli agricoltori che metteranno in campo pratiche innovative e in grado proteggere i livelli unici di biodiversità che caratterizzano le aree rurali del nostro paese.