Il rischio è che sia Bardi a recitare il requiem per la Basilicata

Il segretario regionale di Articolo Uno Basilicata, Carlo Rutigliano, scrive al Presidente della Regione

Di seguito la lettera aperta del segretario di Articolo Uno Basilicata, Carlo Rutigliano, al presidente della Regione, Vito Bardi.

Presidente Bardi,

ormai è chiaro a tutti: la tenuta economica e sociale della Basilicata è a rischio. Lo dicono i numeri, siamo la regione con il più alto tasso di povertà relativa, e lo percepiscono i lucani, l’infausto sondaggio de “IlSole24ore” è solo l’ultimo in ordine di tempo degli indicatori negativi sull’operato del suo governo.

In questo quadro a tinte fosche, riconosco le difficoltà derivate dalla pandemia e so anche, molto bene, che i mali della Basilicata sono strutturali, ma ciò non può e non deve essere la scusa con cui giustificare l’evidente mancanza di visione della sua giunta. Le priorità, Presidente, sono ben altre rispetto al costante e affannoso ricorso a competenze esterne alla Basilicata da posizionare al caldo dei ruoli di governance della nostra regione. Magari finendo per mettersi pure contro i sindaci, quindi i territori, come su Acquedotto Lucano.

Ciò che serve, invece, è compiere finalmente quelle scelte strategiche per provare ad agganciare la ripresa. E’ quello che tutte le regioni stanno facendo mentre la Basilicata è “intruppata” tra divergenze politiche una ormai cronica paralisi decisionale e amministrativa. Siamo fermi mentre il mondo riparte. Guardiamo ai giovani lucani che, ormai, sono sempre più coscienti che potranno soddisfare le loro aspirazioni lavorative solo lontano da casa. Cosa sta facendo il suo governo per garantirgli lavoro e futuro nella loro terra?

Mentre stiamo assistendo al rientro delle produzioni dall’estero, la Basilicata non ha strumenti agili e specifici di attrazione degli investimenti (quindi lavoro) né una strategia di promozione delle peculiarità del nostro ecosistema industriale. Servono meno aiuti indistinti e a pioggia e più misure specifiche su settori strategici (manifatturiero, economia digitale e agroindustria su tutti). Mentre, a parole, la sua Giunta, promuove la cultura digitale, nei fatti, mortifica il sistema formativo regionale che è uno dei pilastri su cui si deve costruire la transizione verso l’innovazione e le nuove tecnologie per le nostre PMI. Istituzioni e mondo dell’istruzione (superiore e universitaria), formazione privata e imprese devono lavorare insieme in forza di una strategia condivisa e con un sistema di coordinamento unico e regionale. Vanno attivati gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) che, coinvolgendo le aziende sui territori nei piani di formazione, garantiscono lavoro ad oltre l’80% dei loro iscritti. Noi siamo l’unica regione in Italia con un solo corso attivo dove impegniamo appena 24 studenti.

Come avrà notato, Presidente, le mie non vogliono essere le solite critiche urlate a tutti i costi dall’opposizione. Nell’ultimo anno di pandemia troppo spesso, nel Paese, ho visto, con amarezza, prevalere lo scontro politico alimentato solo dall’odio. Si è sfruttata l’angoscia dei cittadini per miopi interessi di parte con conseguenze negative inenarrabili. Certo, neanche mi sfuggono le ragioni della battaglia politica che non può, però, ridursi ad un gioco tra le parti di cui, alla fine, sono i cittadini più deboli a farne le spese. Su questo terreno non ci sono e non mi troverà mai. Siamo e saremo sempre avversari, ma in Basilicata tra emergenza sanitaria e crisi economico e sociale rischiamo effetti catastrofici da far tremare i polsi. La posta è alta, riguarda tutti e lei ha una grande responsabilità. Vede Presidente, anche se siamo su posizioni opposte e inconciliabili, c’è un solo punto su cui, anche se con motivazioni diverse, io e lei ma anche tutti i lucani, ci troviamo certamente d’accordo: nessuno vuole che sia Vito Bardi a recitare il requiem per la Basilicata.