Rifiuti, Corte dei Conti: raccolta e smaltimento in Basilicata costano il doppio che in Lombardia

Ci sono punte di oltre euro 500 in più di un quarto degli enti in diverse Regioni: Liguria, Lazio, Abruzzo, Campania e Basilicata

La Sezione delle Autonomie della Corte dei conti ha approvato, con delibera n. 14/2021, la relazione “Prime analisi sulla qualità della spesa dei Comuni” nella quale riferisce i risultati di una specifica analisi sulla gestione di alcuni rilevanti servizi comunali, quali le funzioni di amministrazione, gestione e controllo, polizia locale e rifiuti, che assorbono il 45% della spesa corrente degli enti locali, per un ammontare di circa 24 miliardi di euro.

Dall’indagine emerge un quadro disomogeneo a livello territoriale in termini di impiego di risorse e qualità dei servizi: le linee di tendenza a livello generale mostrano, infatti, evidenti differenze Nord-Sud, peggiori prestazioni di qualità della spesa nei piccoli Comuni rispetto ai Comuni di medie dimensioni, laddove nei grandi emergono costi maggiori; una differenziazione su base regionale delle tendenze di spesa (incrementi/decrementi) da ricollegare a politiche regionali che influenzano attività e decisioni dei Comuni, per quanto concerne lo specifico servizio rifiuti, una maggiore raccolta differenziata sembrerebbe essere accompagnata da benefici di carattere economico, ossia minori costi a tonnellata, ma non al Sud, che stentano a convergere verso tale circolo virtuoso.

Nelle Regioni a statuto ordinario il costo del servizio Rifiuti per tonnellata ammonta mediamente a euro 317 (Tavola 14). In un quarto dei territori comunali si spendono meno di euro 249 (oltre il 21% in meno della mediana), mentre in un altro quarto si spendono più di euro 415 pro capite (il 31% in più della mediana).

Il costo del servizio Rifiuti è influenzato da fenomeni di economie di scala, ossia risulta maggiore a livello pro capite nei contesti dei Comuni con dimensioni più piccole e tende a ridursi a mano a mano che le dimensioni aumentano. Tuttavia, una prima analisi mette in luce che, oltre un certo limite dimensionale, esse riprendono ad aumentare per effetto di una maggiore complessità organizzativa, disegnando una tipica curva ad “U” e raggiungendo il picco di costo. Ciò emerge chiaramente dalla Tavola 14: mediamente i Comuni più piccoli (0-3.000 abitanti) spendono euro 333 per tonnellata, ossia il 12,5% in più dei Comuni medi (3.000-50.000 abitanti) che spendono euro 296. Sono, però, i Comuni più grandi (50.000 abitanti e oltre) a spendere di più: euro 389, ossia oltre il 31% in più dei Comuni medi. Va, tuttavia, osservato che il 25% dei Comuni piccoli che spendono di più ha valori paragonabili al 25% dei Comuni grandi che spendono di più (percentile 75%).

L’analisi per Regione offre una prima panoramica piuttosto eloquente e, per certi versi, allarmante rispetto ai forti divari regionali. A prima vista, attraverso la colorazione dei livelli di spesa mediani regionali, emerge chiaramente una forte differenza fra la maggior parte delle Regioni del Nord e quelle del Centro e del Sud. La raccolta e smaltimento di una tonnellata di rifiuti in Lombardia mediamente costa euro 234, mentre in Basilicata costa il doppio, euro 465. Ci sono punte di oltre euro 500 in più di un quarto degli enti (percentile 75%) in diverse Regioni: Liguria, Lazio, Abruzzo, Campania e Basilicata. Si noti anche che i Comuni che si trovano in corrispondenza del percentile 75% della Lombardia, che spendono euro 277 per tonnellata, si comportano circa come i Comuni del percentile 25% in Molise (euro 275) e comunque meglio del percentile 25% di Campania (euro 378), Puglia (euro 355), Basilicata (euro 381) e Calabria (euro 310).