Basilicata. Le paccottiglie politiche per le prossime elezioni sono pronte

Vasetti di marmellata confezionati ad hoc per raccattare voti nella guerra senza frontiere in vista delle prossime competizioni elettorali

Attenzione, non parliamo delle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre. Quelle rappresentano un’esercitazione dei livelli più bassi della politica locale monitorata dai generali dei partiti lucani. Sono un indizio per interpretare le possibili strategie future di coloro che ogni giorno e ogni notte hanno un solo pensiero fisso: essere rieletti o in parlamento o in consiglio regionale.

Se analizziamo gli eufemismi usati in questa fase di campagna elettorale da alcuni politici, scopriamo che tutti hanno in mente la strategia della marmellata o della paccottiglia. Un consigliere regionale di Italia Viva, Luca Braia, si spinge a scrivere e a dire che “Italia Viva sosterrà i candidati sindaci che hanno scelto di allargare il loro campo di azione all’area moderata e a quella liberale e riformista nei comuni lucani…” Che cos’è oggi un’area moderata liberale e riformista? Niente, non vuol dire niente, anzi vuol dire: marmellata.

Tutti quelli che vorranno sostenere il partito di Renzi in Basilicata, in modo da garantire la rielezione da qualche parte dei sui esponenti regionali, sono i benvenuti. Tutti, nessuno escluso: la paccottiglia è servita. A Lauria pare che qualche esponente del M5S, non del luogo, si sia spinto fino a una possibile, anzi necessaria, alleanza con Gianni Pittella: un capolavoro di to be born again nella pancia del peggiore partito democratico che da tempo ama produrre paccottiglie e marmellate indigeste. Non a caso di recente, chiudendo la Festa dell’unità a Bologna il segretario Enrico Letta lo ha detto con estrema chiarezza: “siamo il partito delle imprese e dei lavoratori.” Marmellata anche questa. Ecco perché qualcuno – vox populi – nel Pd lucano starebbe lavorando sottotraccia per produrre la paccottiglia del secolo: candidare a presidente della Regione nel centro sinistra, con la sua ampia coalizione “moderata, riformista e progressista” niente di meno che il numero uno di Confindustria e patron della Impes spa. “Siamo il partito delle imprese e dei lavoratori”. Si spera che ci sia almeno un operaio in lista.

Questi scenari in Basilicata li osserviamo ormai da almeno 20 anni. È uno spettacolo apparentemente gratis, ma che i cittadini pagano a rate con interessi usurai appena chiuso il sipario.

Vito Bardi e la sua maggioranza in Consiglio regionale non sono forse al governo grazie alla marmellata delle elezioni del marzo 2019? Ricordate i travasi di “ideali” dalla sinistra alla destra? Ricordate i “rimorsi di coscienza” di sindaci e amministratori che sono passati da una sponda all’altra? Oggi siamo senza mappa e senza compasso, si naviga a vista. C’era voglia di cambiamento? No, c’era la necessità di cambiare i padroni da servire e  indossare una nuova livrea.

Le grandi manovre carsiche in atto nel Consiglio regionale nella maggioranza di centro destra non sono altro che i preparativi per nuove marmellate e paccottiglie in vista delle elezioni che contano e in previsione del controllo delle risorse del Pnrr.

Non ci resta che ricordare all’opinione pubblica e agli elettori che le battaglie politiche si giocano sul campo del conflitto tra idee, si giocano stando da una parte o dall’altra nel quadro di una chiarezza delle posizioni: o sei con i ricchi o con i poveri, o sei con i dominati o con i dominanti, o sei con chi elogia l’oro nero o con chi elogia l’oro giallo. O sei con le piccole imprese dell’economia reale o sei con le corporation finanziarie.  Non si può essere dalla parte dei lavoratori e dalla parte delle imprese come Stellantis o Eni o Amazon nello stesso tempo. Non si può essere dalla parte dell’ambiente e firmare accordi capestro con i petrolieri. Non si può essere per lo sviluppo sostenibile e per l’economia verde e foraggiare i gestori delle discariche. Qui la partita politica – politica si fa per dire – non è giocata sulla parte e sul conflitto tra le parti (da che parte stai?), ma sul “con chi stai”? Stai con lui o stai con l’altro? Oggi sei con Pittella e domani con Cupparo, oggi sei con De Filippo e domani sei con Polese.  Bisogna passare dall’equilibrio degli interessi al sovvertimento dei poteri, perciò occorre riabilitare il conflitto come categoria del cambiamento.